Uno dei film più attesi di questa edizione del Sundance Film Festival, Swiss Army Man opera prima dei registi di video musicali Daniel Kwan e Daniel Scheinert con Paul Dano e Daniel Radcliffe, è stato quello che ha più diviso il suo pubblico, e che ha visto un grande numero di spettatori abbandonare la sala.
Centinaia di fan e anche alcuni Vip dell’industria non sono riusciti ad entrare, venerdì pomeriggio all’Eccles Theater, per vedere la pellicola descritta come una favola bizzarra su Hank (Dano) rimasto bloccato su un’isola deserta, che viene salvato da una solitaria e ignominiosa morte quando dal mare arriva un cadavere (Radcliffe), che prende vita grazie a una serie di peti.
Un ‘fart movie’ che parla del significato della vita, della masturbazione e dell’isolamento, ricco di gag tra cui quella del cadavere con una continua erezione.
Dozzine di persone hanno cominciato a uscire dalla sala durante la prima delle cinque proiezioni di Swiss Army Man, che concorre nella sezione drammatica, diventando poi un flusso continuo per tutta la durata del film. Un insider spiega a Deadline:
“Capisco quello che stavano cercando di fare, ma mi sembra proprio inutile. Sarei dovuto rimanere nel mio appartamento a guardare Week-end con il morto. Almeno quello era divertente”.
Le reazioni sono state miste, ma in generale tutti hanno complimentato le performance dei due protagonisti:
Jason Gorber (twitchfilm):
Un film che è assurdo e profondo in egual misura. E’ un film che ha generato molto buzz perché un paio di compratori sono usciti prima… Questo non è un film che urla box office mania… Potrebbe non essere qualcosa in cui investire i vostri soldi ma per gli amanti del cinema è una bella cosa da vedere.
L’ho descritto come il Quarto potere dei film con le gag sui peti, e mantengo questa affermazione (di conseguenza Mezzogiorno e mezzo di fuoco e La nascita di una nazione delle pellicole flatulente…)… Per molti versi questo film è come un musical, dove ti viene richiesto di mettere da parte il vostro scetticismo e accettare il mondo che sta creando.
Leslie Felperin (THR)
Aspetti secoli per un film con un buon attacco da parte di un orso, e ne arrivano due in una volta. Mere settimane dopo l’apertura di The Revenant, il curioso Swiss Army Man è in anteprima al Sundance, con una scena in cui Paul Dano (Love & Mercy) subisce un attacco orsino. (I titoli di coda rivelano che un vero orso è stato utilizzato a un certo punto, che dà al film un po’ di vantaggio sullo sforzo tutto in CGI di Alejandro G. Inarritu.) L’attacco è immediatamente seguito da una spettacolare, pirotecnica-ginnica dimostrazione di Daniel Radcliffe di un cadavere rivitalizzato con dei peti con dei poteri soprannaturali. Il fatto che questa non è nemmeno la cosa più strana nel film la dice lunga su questo, di volta in volta, incantevole, irritante, fanciullesco e ancora un debutto stranamente accattivante per Daniel Kwan e Daniel Scheinert.
Peter Debruge (Variety)
Imamaginate l’incontro tra Cast Away e Weekend con il morto, come la regia di Michel Gondry. Il risultato rappresenta non solo il cinema indipendente, ma un filo emergente di quello che potrebbe essere chiamato il “cinema indifferente” – delle visioni personali selvaggiamente iconoclaste i cui creatori non sembrano particolarmente preoccupati della sorte commerciale dei loro film…
Da un lato il titolo più singolare e unico tra i titoli in concorso che debuttano al Sundance da anni, mentre dall’altra parte, un progetto che ha ancora bisogno di un drastico sviluppo, questo film indossa la sua stranezza, come un distintivo d’onore – come dovrebbe.
La pellicola, che mira a diventare un cult, non è ancora stata comprata dai distributori. Riusciremmo a vederla in Italia?
Fonti deadline, variety, twitchfilm, THR, Variety foto Nicholas Hunt/Getty Images North America
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