Disponibile su Playstation 4 (la versione da noi testata) e Playstation Vita, Sword Art Online Lost Song è il nuovo capitolo videoludico (il terzo) di un universo immaginifico nato come “light novel” dell’autore nipponico Reki Kawahara. Circa diciassette milioni di copie ne hanno decretato un successo internazionale (soprattutto nell’estremo oriente ed in America del Nord) e la trasposizione come manga, anime e videogame.
La questione particolare è che Kawahara si è ispirato proprio al mondo dei videogiochi per il suo lavoro. Sword Art Online è infatti un MMORPG che cattura i videogiocatori e li intrappola in una realtà virtuale in cui si può anche morire! Lost Song può considerarsi un vero e proprio sequel al racconto con i protagonisti che incapperanno in un nuovo continente all’interno mondo persistente chiamato Svart ALfheim.
Personaggi misteriosi celati dietro vari nickname porteranno avanti una trama particolarmente intricata all’interno di una struttura molto particolare. In pratica la produzione di Bandai Namco simula un’esperienza di gioco massiva on line all’interno di un titolo single player tipicamente action-rpg o se si preferisce J-RPG.
Dai giochi online riprende pure la possibilità di potersi creare un alter ego su misura così come una relazione con tantissimi NPC che almeno inizialmente ci potranno sembrare avatar 3D mossi da giocatori umani. In realtà comunque qualche elemento online c’è veramente con duelli PvP e missioni cooperative ma che risultano comunque marginali rispetto al nucleo dell’esperienza proposta.
Il sistema di combattimento introduce anche i combattimenti aerei mentre per il resto, anche in questo caso, mescola la tradizione nipponica con quella dei giochi di ruolo online di stampo occidentale con risultati non troppo performanti e che probabilmente non verranno graditi in pieno da nessuna tipologia di videogiocatori.
Non possiamo notare poi una realizzazione tecnica poco più che funzionale, datata sotto ogni punto di vista (sarebbe stata soltanto discreta su Playstation 3, figuriamoci su PS4…) con un character design mediocre se escludiamo i personaggi principali invece ottimamente realizzati.
Dalla sua però qualche freccia nel suo arco Sword Art Online Lost Song ce l’ha: in primis una eccellente colonna sonora in empatia con l’azione su schermo ed anche la localizzazione del gioco in italiano con i sottotitoli, non così frequente per questa tipologia di giochi.
Infine anche la longevità grazie a trama principale e missioni secondarie, può arrivare tranquillamente alle 50 ore, garantendo così una permanenza piuttosto elevata del disco di gioco all’interno di Playstation 4.
Ben lontano dall’essere un capolavoro, Sword Art Online Lost Song può comunque essere contare su qualche spunto interessante della light novel da cui è stato ispirato il suo universo immaginifico di riferimento. Se amate poi le contaminazioni di generi e culture, oltre che il genere videoludico di riferimento, potrebbe fare al caso vostro sempre che abbiate prima spolpato tutti i “masterpiece” tra i giochi di ruolo tipicamente nipponici.
VOTO: 6.5