Conosciuto in patria ed in Occidente soprattutto per i suoi manga dedicati agli yōkai, in particolare GeGeGe no Kitaro, ma artista a 360 gradi che ha criticato di petto e senza giri di parole la guerra, la militarizzazione del giappone ed il suo periodo bellico, Mizuki Shigeru se ne è andato nella mattinata giapponese all’età di 93 anni. Nato nel 1922 Mizuki combatte durante la seconda guerra mondiale in Papua Nuova Guinea dove perde il braccio sinistro e dove le orrorifiche esperienze lo segnarono ed influenzarono il suo lavoro come manga-ka ed artista. Il suo lavoro più popolare come si diceva resta senz’altro GeGeGe no Kitaro che debutta nel 1959, dove Mizuki raccoglie una vastissima mole di folklore tradizionale giapponese trasponendolo sulla carta attraverso le figure di una miriade di yokai, i fantasmi-mostri la cui esistenza è tramandata per via orale da generazioni. Il manga avrà nel corso degli anni sia delle versioni animate che cinematografiche, forse la più riuscita e più vicina allo spirito del fumetto stesso resta Hakaba Kitaro del 2008.
Ma Mizuki è anche, se non soprattutto, un autore di eccezionali libri a fumetti, in questo caso la definizione manga forse non è la più adatta, sulla sua esperienza durante la Seconda Guerra mondiale e sulla figura di Hitler. I volumi Showa, una soria a fumetti del Giappone è una sorta di monumentale autobiografia a fumetti che mescola elementi fantastici e personali con il macinare lento e sanguinoso della Storia e che racconta praticamente tutto il ventesimo secolo ed i suoi mutamenti visto dagli occhi del protagonista.
Mizuki era originario della cittadina di Sakaiminato nella prefettura di Tottori, luogo che decise di dedicargli una strada dove i personaggi e gli yokai disegnati dall’artista prendono forma e popolano, a guisa di statue, la zona.
Mizuki ha fatto parte di quella generazione di grandi manga-ka che hanno plasmato la scena artistica giapponese del dopo guerra, assieme a sua maestà Tezuka Osamu, Ishinomori Shotaro, Shirato Sanpei ed altri. Un artista le cui opere extra GeGeGe no Kitaro solo negli ultimi anni stanno venendo scoperte o rivalutate anche all’estero e in Italia.
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