Straight Outta Compton, la recensione del film sugli N.W.A.

Straight Outta Compton, la recensione del film sugli N.W.A.

Di Lorenzo Pedrazzi

Sono trascorsi quasi trent’anni dall’ascesa degli N.W.A., ma le tensioni razziali in seno agli Stati Uniti sono ancora le stesse, e gli abusi della polizia continuano a restare impuniti. Anche per questa ragione, Straight Outta Compton arriva proprio nel momento giusto, come se volesse rinfrescare la memoria storica di un paese che non riesce a venire a patti con la sua natura multietnica, dove la maggioranza bianca – soprattutto quella benestante e privilegiata – si limita a indignarsi e urlare allo scandalo, senza penetrare nel cuore del problema. Il regista F. Gary Gray sembra capirlo con lucidità ammirevole, e costruisce un film che bilancia ottimamente le due “anime” della storia: da un lato c’è la vicenda intima di Ice Cube, Dr. Dre, Eazy-E, MC Ren e DJ Yella, fratelli di strada che consacrano il successo definitivo del rap come primo genere musicale realmente postmoderno; e dall’altro c’è il contesto sociale in cui si muovono le loro carriere, e che reagisce ai loro testi con una violenza di stampo fisico, politico e verbale.

Straight Outta Compton

Straight Outta Compton non edulcora nulla, non ammorbidisce le origini o i comportamenti dei rapper per renderli più appetibili al pubblico di massa; al contrario, adotta una narrazione scalpitante e furibonda come le rime di Ice Cube e MC Ren, scorrendo fluidamente per quasi due ore e mezza senza mai un attimo di pausa, simile al flow dei pezzi rap. La sceneggiatura ne celebra la creatività, ricca non solo di invenzioni linguistiche e retoriche, ma anche di rimediazioni musicali che attingono al nostro immaginario popolare, con una consapevolezza estremamente più marcata rispetto agli altri generi. L’aggressività dei testi nasce dalle esperienze quotidiane del “ghetto”, dove il gruppo (provocatorio sin dal nome: N.W.A. significa Niggaz With Attitude) coglie il disagio di un’umanità emarginata, costantemente sottoposta alle minacce della criminalità e all’arroganza della polizia, che compie retate e arresti senza alcuna giustificazione. Come diceva David Foster Wallace in Signifyng Rappers, “nel rap hardcore l’ideologia nasce sempre da un episodio o da una condizione ben precisa, e la rabbia, dunque, da una causa, la minaccia da qualche forma di provocazione riconoscibile”. Il paradosso, ben illustrato dal film, è che tali canzoni hanno avuto successo proprio tra i rampolli di quella popolazione bianca privilegiata che mai si sognerebbe di addentrarsi nel ghetto: “l’autentico rap hardcore” continua Wallace, “offre agli ascoltatori bianchi un accesso genuino, di prima mano, alle condizioni di vita e di morte e allo stato d’animo di una comunità americana sul vero e proprio orlo dell’im-/esplosione, una nuova, ripugnante subnazione che siamo stati finora abituati a evitare, a respingere ai margini, addirittura a non vedere, se non attraverso certi filtri deliberatamente astratti e attenuanti”.

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Straight Outta Compton ritrae tutto questo con una limpidezza sorprendente, alternando il quadro generale (le ritorsioni di polizia ed FBI, le denunce dei politici, le proteste dei benpensanti) all’esplorazione del rapporto privato tra i membri del gruppo: come nel cinema del primo Spike Lee, è l’opportunismo del potere bianco – incarnato dal Jerry Heller di Paul Giamatti – a corrompere la genuinità della creazione artistica e la solidarietà fra “reietti”, provocando lacerazioni dove un tempo c’era armonia. La regia nervosa di F. Gary Gray assorbe l’energia giovanile del cast e si adatta alla tempra delle canzoni originali, con particolare focalizzazione su Boyz N Tha Hood, Fuck tha Police e ovviamente la stessa Straight Outta Compton, senza indulgere in giudizi paternalisti: le sfumature misogine o criminose non sono oggetto di condanna o di assoluzione, ma fanno semplicemente parte della cronaca, ed è lo spettatore a dover trarre le sue conclusioni. L’efficacia “mimetica” delle performance attoriali fa il resto, soprattutto grazie alle ottime prove di Corey Hawkins e O’Shea Jackson Jr..
Da vedere.

Straight Outta Compton

L’uscita italiana di Straight Outta Compton è fissata a giovedì 1 ottobre.

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