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Everest – Una tragica storia vera diventa film e inaugura #Venezia72

Pubblicato il 02 settembre 2015 di Lorenzo Pedrazzi

Selezionato come film d’apertura della 72ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di VeneziaEverest è stato presentato ufficialmente nella giornata di oggi: al Lido erano presenti il regista Baltasar Kormakur e gli attori Jason ClarkeJake GyllenhaalJosh Brolin, Emily Watson e John Hawkes, che in conferenza stampa hanno riflettuto sulle responsabilità di realizzare un film così delicato.

Everest, infatti, narra la storia della tragica spedizione del 1996 dove trovarono la morte otto alpinisti, sorpresi da una bufera mentre scalavano la montagna più alta del mondo. Si tratta di un racconto corale, e Kormakur afferma di aver voluto concentrare l’attenzione sul gruppo, non su un singolo protagonista, poiché in questa vicenda non ci sono personaggi minori. Il rispetto della verità fattuale passa anche dalla ricerca degli elementi naturali (“Più si trae dalla realtà, più si restituisce un senso di realtà”), e il regista ha girato il meno possibile in studio, spostando i set dall’Himalaya alle Dolomiti, in alta quota. Tutto questo per ”raccontare una storia che fosse al contempo intima ed epica”, dove si avverte il potere della montagna sullo sfondo. In tal senso, l’Everest diventa un simbolo delle grandi ambizioni che caratterizzano l’umanità, ognuna delle quali può essere rapportata alla montagna in forma di metafora.

Non si tratta però di una rappresentazione elegiaca: Kormakur ci teneva a porre in evidenza anche gli errori dei personaggi, per renderli umani. D’altra parte, gli attori sono stati investiti di una grande responsabilità, poiché dovevano rendere giustizia alle vittime e ai sopravvissuti dell’incidente. Jake Gyllenhaal ha avuto modo d’incontrare i figli di Scott Fischer, lo scalatore che interpreta nel film: ”Quando ho accettato la parte, non sapevo come la storia avesse impattato sulla famiglia di Scott Fischer” dice l’attore. ”Ho sentito lui attraverso i suoi figli”. Per Gyllenhaal era importante toccare l’essenza dei personaggi e della spedizione, mentre i dettagli sono stati aggiunti dopo.

Anche Josh Brolin concorda in questa ricerca della verità. ”Simulare l’esperienza significa simulare la paura che si provava in quell’esperienza” dice l’attore. ”Il regista ha creato una piccola guerra dentro ognuno di noi”. Per Brolin, in Everest si avverte una vera e propria reazione fisica, non è solo uno spettacolo che si guarda. ”È una storia così grande che bisogna prendere le nostre responsabilità e metterle da parte, sperando di non fare un disservizio ai sopravvissuti e alle famiglie delle vittime”. Gli fa eco Jason Clarke: ”Kormakur si è attenuto alla realtà fino alla fine. Vedere Everest per la prima volta è un’esperienza che tutti dovrebbero fare.”. L’attore sostiene inoltre che la forza del suo personaggio, Rob Hall, risiedeva in un senso di intelligenza e condivisione.

Emily Watson, da par suo, sostiene che accettare il film è stata una vera sfida, ma straordinaria. E aggiunge: “Il mio personaggio [Helen, la responsabile del campo base] ha un background diverso rispetto agli altri protagonisti, è come un coro emotivo e possiede un calore naturale; era lì come testimone”. L’attrice racconta inoltre di aver avuto il privilegio di parlare con la vera Helen, e che ”la sua testimonianza è stata una risorsa incredibile”. John Hawkes, infine, torna sulla questione della fedeltà agli eventi reali, e sostiene che l’obiettivo dei realizzatori fosse di ”raccontare la realtà al nostro meglio”, pur salvaguardandone gli elementi soggettivi.

Nel cast del film, che arriverà nelle nostre sale il 24 settembre 2015, troviamo Jake Gyllenhaal, Robin Wright, Sam Worthington, Emily Watson, Jason Clarke, Keira Knightley e Josh Brolin. Dietro la macchina da presa c’è il regista islandese Baltasar Kormákur (Cani sciolti). QUItrovate la pagina facebook ufficiale italiana.

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FONTE: ScreenWeek