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6 agosto 1945: la bomba atomica veniva sganciata a Hiroshima

Pubblicato il 06 agosto 2015 di Redazione

ScreeWeek dal Giappone 

In un giorno in cui si ricorda la tragedia della prima bomba atomica lanciata su popolazioni civili, a Hiroshima, esattamente la mattina di settanta anni fa, ed in un clima di revanescismo e di rimilitarizzazione creato dall’attuale governo giapponese, con la complicità di parte della popolazione e della sua apatia politica, anche il cinema cerca di reagire e di non rendere vana questo senso della memoria. Se nell’arcipelago ogni estate i ricordi della Guerra del Pacifico (Seconda Guerra Mondiale) necessariamente si perpetuano, anche considerando il fatto che agosto è il periodo in cui si riveriscono e ricordano le persone scomparse, questo 2015 è senza ombra di dubbio un’annata speciale. I settantanni della fine del conflitto bellico e le due bombe sganciate su Hiroshima prima e Nagasaki poi sono quindi temi e ricorrenze a cui il cinema e le sale dell’arcipelago stanno dedicando molto spazio.

Attualmente nelle sale si trova Fires on the Plain, l’ultimo lavoro di Tsukamoto Shin’ya presentato l’anno scorso a Venezia, un film, tratto dall’omonimo romanzo di Ooka Shohei, che con tono allucinatorio e horror prova a portare sul grande schermo il delirio e gli orrori delle truppe giapponesi nelle Filippine. Senza contare tutti i documentari, vecchi e nuovi, che riflettono sulle responsabilità e atrocità giapponesi durante il conflitto o sui kamikaze, importante e l’uscita in alcune sale selezionate di un film del 1954, Hiroshima, una fiction che all’epoca fu proiettata pochissimo vuoi perchè la ferita era ancora fresca, vuoi soprattutto perchè il Giappone era ancora sotto l’egida americana e quindi non “aprezzava” lavori che mettessero in luce l’inutilità e l’assoluto orrore delle due atomiche.

Il fine settimana sarà poi la volta di Japan Longest Day il rifacimento diretto da Harada Masato dell’omonimo lungometraggio del 1967 diretto da Okamoto Kihachi, entrambi i film si concentrano sugli ultimi tragici giorni del conflitto specialmente fra il 14 e 15 agosto 1945 quando l’imperatore Hirohito decise di arrendersi agli alleati e annunciò alla radio l’accettazione dei termini della dichiarazione di Potsdam e quindi di fatto la scomfitta del Giappone. Momento fondamentale e quasi punto di svolta antropologico per la nazione e i suoi abitanti, in quanto si liberarono d’un colpo, chi con orrore chi con celata soddisfazione del giogo imperiale, mai prima la voce dell’imperatore fu diffusa ed udita dalla popolazione che di fatto riconobbe la vulnerabilità ed infine la terribile normalità umana del simbolo per cui avevano combattuto e donato le loro vite invano. 

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