È stata presentata a Ciné 2012 di Riccione un’anteprima di Snoopy & Friends: Il film dei Peanuts, il film d’animazione che porterà sul grande schermo Charlie Brown, il su cane e i suoi amici, e in uscita a novembre nei nostri cinema distribuito da 20th Century Fox.
Adattare i Peanuts di Charles Schulz è un’impresa molto delicata, vista la popolarità e l’affetto nei confronti del brand e l’uniformità del materiale di partenza, ma l’obiettivo dei Blue Sky Studios di realizzare lungometraggio d’animazione in CGI sui celebri personaggi pare essere stato centrato perfettamente.
Steve Martino, il regista de L’Era Glaciale 4, è finito sotto i riflettori della famiglia Schulz grazie all’ottimo e fedelissimo lavoro di adattamento svolto con il classico Ortone e il mondo dei Chi (in quel caso era Dr. Seuss), ed è stato scelto per dirigere il film.
Pubblicate su oltre 2600 giornali per più di 50 anni (dal 1950 al 2000, fino alla morte dell’autore), le strisce a fumetti dei Peanuts sono tra le più famose e influenti in tutta la storia dei fumetti. Si parla di 355 milioni di lettori in 75 paesi nel mondo, con traduzioni in 21 lingue diverse. Era da molto tempo che gli eredi volevano portare le avventure dei Peanuts al cinema, anche per farle conoscere alle nuove generazioni, e i tempi sono sembrati sembrati maturi per portare alla luce uno script da loro stessi scritto qualche anno fa.
Sbarcato a Riccione, Steve Martino ha presentato durante la convention cinque scene in anteprima molto divertenti e svelato il lunghissimo e certosino lavoro di adattamento, in particolare dal punto di vista tecnico. Come potete vedere dalle immagini ufficiali (o dal primo trailer) si riconosce la pen line, il tratto della penna nonostante si tratti di animazione realizzata al computer, e la fedeltà è assoluta anche nella comicità e nel comportamento di tutti i protagonisti.
Abbiamo incontrato Martino ad una roundtable, ed ecco la nostra intervista completa che svela i segreti dietro al film dei Peanuts!
Quando ti è stato assegnato il progetto come regista cosa hai pensato? Quali sono stati i tuoi timori?
Il progetto è partito tre anni fa, e ho incontrato Craig Schulz e mi ha reso partecipe delle idee che aveva per questo film. Mi ha detto che voleva lavorare con me e con i Blue Sky Studios. È stato un grande onore, e quando sono uscito da quella riunione mi sono detto “Sarà una grandissima sfida quella alla quale andrò incontro!” e le sfide derivano dal fatto che io sono un grande fan dei Peanuts e io stesso volevo onorare il lavoro di Schulz, creando un’esperienza cinematografica splendida per il pubblico del 2015 e allo stesso tempo una grande gioia per i fan. Spero di esserci riuscito e di non aver rovinato tutto!
Quali sono stati i rapporti con la famiglia Schulz durante la lavorazione?
Mi sembra di conoscerli da sempre, come se fosse la mia famiglia. Craig Schulz è il figlio di Charles, è un produttore ma anche uno sceneggiatore. C’è anche suo figlio Bryan, a sua volta produttore e sceneggiatore del film, insieme a Cornelius Uliano. Questo staff ha lavorato insieme in sinergia per la realizzazione di questo lungometraggio. La maggior parte del lavoro è stato creato proprio fuori dall’ufficio dove Schulz ha creato le strisce a fumetti. La vedova di Schulz gestisce il museo, ed è stato gentilissima con tutti noi. Hanno aperto gli archivi, con tutta la documentazione, raccontato moltissime storie del marito, della sua vita. Avevamo l’impressione che più potevamo capire, e più potevamo realizzare un lavoro ben fatto.
Come avete scelto tra l’immenso archivio la giusta storia per il lungometraggio?
La famiglia Schulz ha avuto un ruolo fondamentale in tutto questo. Craig e Bryan avevano sviluppato la storia tre anni prima che noi lo facessimo, ero molto lieto di questo. Volevano poi completare la storia del lungometraggio insieme a noi, e che non fosse una semplice collage di strisce a fumetti, ma qualcosa di più. Volevano una storia che fosse completa dal punto di vista dello stile, della narrativa, che rispondesse a tutte le richieste moderne, e facesse intraprendere un vero e proprio viaggio insieme ai suoi protagonisti. Avere delle emozioni e condividere emozioni insieme a loro. Hanno avuto l’idea della storia, che è stata la prima molla alla quale ci siamo ispirati. Abbiamo poi realizzato gli storyboard, cercando di capire come realizzare i personaggi nei loro movimenti, per riprodurli con dovizia di particolari, ed è stato un lavoro di grande sinergia con loro.
Avete cambiato qualcosa dei personaggi per adattarli all’epoca moderna, al 2015?
I personaggi sono rimasti molto fedeli. La cosa più bella che abbiamo fatto è stata proprio riprodurre i personaggi di Schulz, ed è proprio come se si muovessero proprio come lui ha progettato. I personaggi hanno delle esperienze umane, fanno cose umane, e siamo riusciti a creare qualcosa che va bene sia per il bambino di 5 anni che per la persona di 95. Il film è soltanto un modo per riprodurre diversamente qualcosa che di fatto è identico, e la mia più grande speranza è di aver creato qualcosa che regali un’esperienza indimenticabile adatta a tutti.
Qual è stato il tuo personaggio più difficile da trasferire dalle strisce bidimensionali all’animazione 3D? Qual è il tuo personaggio preferito?
Snoopy è stata la sfida più difficile, perché è come un quadro di Picasso. Ha due occhi che sono disposti entrambi lateralmente, e non potevamo farlo diversamente da come lo aveva realizzato Schulz, abbiamo fatto quindi in modo che la telecamera, muovendosi, rispettasse quest’idea. Ci siamo impegnati per onorare quello che era stato il progetto di Schulz: Snoopy quando si guarda lateralmente deve avere entrambi gli occhi, così come se lo guardi ora di fronte. L’unica cosa che cambia è il naso, che quando è ripreso frontalmente rimane dietro agli occhi rispetto a davanti. Tecnicamente abbiamo dovuto creare tutta una serie di strumenti per poter fare questo, è questa è stata la vera sfida dello studio: creare qualcosa che avesse un aspetto semplice è più difficile della semplicità stessa!
Quando ero un ragazzino era Snoopy il mio personaggio preferito, ma con il tempo ho iniziato ad apprezzare Charlie Brown. Proprio come lui, eravamo preoccupati delle sfide che avevamo di fronte, sempre un po’ intimoriti, e ci sono stati giorni dove le sfide sembravano superiori alle nostre possibilità. Charlie Brown mi è però insegnato che il giorno dopo bisogna continuare a provarci, bisogna non arrendersi mai, essere perseveranti. Charlie Brown ci ha dato il mood giusto per raggiungere il nostro scopo.
È un modo senza computer, social network, dove i bambini hanno ancora piacere di giocare all’aperto. Pensa che i ragazzini possano tuttora subire la fascinazione di un mondo che in parte non esiste più?
Beh, io spero di sì. È il mio auspicio, perché alla base della storia ci sono dei rapporti umani, dei sentimenti che in ogni caso i bambini hanno tutt’ora. Forse parte dei loro rapporti si svolge on-line, me le emozioni alla base sono autentiche. Ho due figlie, e mentre stavo realizzando il film la più piccola ha avuto il suo primo fidanzatino. Era come guardare Charlie Brown e la ragazza con i capelli rossi, e i sentimenti erano gli stessi, così come la loro oscillazione da altissimi a bassi! Queste sensazioni sono senza tempo, intramontabili, e nel film abbiamo provato a ricreare il mondo di Charlie Brown cercando di renderlo intramontabile, senza epoca, senza tempo. Le sole eccezioni sono il telefono e la macchina da scrivere, ma almeno abbiamo insegnato ai bambini che cos’è una macchina da scrivere! Ci ha fatto molto divertire.
Charlie Brown ti ha insegnato a superare gli ostacoli durante la realizzazioni, ma quali sono stati i veri ostacoli?
La prima cosa è stato senza dubbio l‘aspetto tecnico: come potevamo trasporre questi personaggi sul grande schermo in modo fedele? Ho cercato di tenere sempre in considerazione l’idea che noi avevamo di questi personaggi, leggendo il fumetto, ma puntando sempre sulla ricchezza dei particolari, e volevamo fosse riprodotti sul grande schermo. Quando si vedere un film oggi, ci regala un’esperienza speciale, e la sfida è stata creare questo equilibrio tra il grande schermo e i dettagli. Ho lavorato insieme a 400 persone, che prima di tutto erano fan loro stessi, e abbiamo lavorato in una maniera diversa dal solito, è stata una grandissima esperienza anche per noi.
Ricordiamo che la sceneggiatura del film è stata scritta da Craig Schulz (il figlio dell’autore), insieme a suo figlio Bryan Schulz e a Cornelius Uliano.
Snoopy & Friends – Il Film dei Peanuts uscirà anche in Italia il 6 novembre 2015, in tempo del 65esimo anniversario delle strisce a fumetti. QUI potete anche rivedere il primissimo teaser trailer.
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Fonte: ScreenWeek