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Il nuovo lungometraggio di Ghost in the Shell, 10 motivi per attenderlo con ansia

Pubblicato il 16 luglio 2015 di Redazione

Screenweek dal Giappone

È l’ultimo lavoro del franchise dedicato a Ghost in the Shell, il quarto lungometraggio con protagonista la cyborg Kusanagi Makoto e i suoi compagni della sezione 9, le vicende si svolgono in continuità temporale con l’episodio numero 10 di Ghost in the Shell Arise: Alternative Architecture, con il gruppo capitanato da Kusanagi che continua a cercare di catturare il misterioso Firestarter. Aspettando che il film arrivi anche in Italia intanto sono andato a vederlo in un cinema giapponese alcune settimane fa, nel suo primo week end nelle sale dell’arcipelago è adirittura riuscito ad entrare nelle prime dieci posizioni al botteghino, cosa non da poco per un lavoro che seppur molto popolare, si indirizza pur sempre verso una fetta ben precisa e delimitata di spettatori. Qui sotto trovate una lista, moto personale e poco oggettiva se vogliamo, delle ragioni per cui valga la pena di aspettare con ansia l’arrivo di Ghost in the Shell shin gekijoban anche in Italia, mi sono quindi concentrato solo sugli aspetti positivi dell’opera:

1 Visivamente è un bel vedere, soprattutto se esperito sul grande schermo di un cinema, colori e qualità dell’animazione sono al top e non potrebbe esssere altrimenti, visto che sono realizzate dalla Production I.G.

2 Parere del tutto personale ma preferisco questo character design della protagonista Kusanagi Motoko, derivato dalla serie Arise, a quello del manga e dei due primi lungometraggi diretti da Oshii Mamoru che, per inciso, adoro.

3 L’ inizio poetico e spiazzante che colora lo schermo di forme e di luci diverse rispetto al resto del lungometraggio è stato un bel modo per entrare nell’universo del film ed un elemento cruciale per il suo svolgimento.

4 Le citazioni, o per meglio dire le strizzatine d’occhio, qualcuna vero e proprio omaggio, al primo manga ed al primo film diretto da Oshii sono moltissime, ed alcune davvero impreziosiscono il lavoro

5 Ottime poi sono le scene d’azione, molto ben riuscite per l’energia che sprigionano, ritmo del montaggio, filtri colorati, ralenty e, abbastanza sorprendentemente, anche il sound design e la musica tecno-rock, concorrono a creare delle scene di “battaglia” un’esperienza visiva tutta da gustare.

6 La trama è complessa ed intricata al punto giusto, terrorismo ed intrecci politici che, come si diceva in apertura, sono molto più fruibili da chi avesse già visto la serie Arise, specialmente per la connessione con il filo narrativo legato a Firestarter, ma che comunque sono aprezzabili anche dallo spettatore “senza” background.

7 Premessa e parte fondamentale del successo di tutto il franchise è il fatto che la realtà interna e quella esterna nell’universo narrativo creato da Shirow Masamune sono indecidibili e oramai fuse, il mix,  anche se non è una novità, continua comunque a sorprendere anche qui, almeno per la qualità con cui è stato reso dal regista Nomura Kazuya e dai suoi collaboratori.

8 La presenza dei tachikoma con le loro voci stridule e quasi da bambinetti, porta una certa dose di ilarità, anche quando si è in mezzo ad una battaglia importante, elemento spiazzante ma importante nel creare l’atmosfera del film.

9 In ultima analisi si può certamente dire che uno dei meriti, che se vogliamo è certamente anche uno dei limiti di questo film, è il suo non aver inventato niente di nuovo, non si è cioè rischiato quasi niente a livello creativo e/o formale cercando di battere nuove strade. Siamo lontani anni luce dalle atmosfere del primo e soprattutto del secondo Ghost in the Shell (Innocence) e per fortuna dirà qualcuno, cioè quest’animazione continua nel solco stilistico e narrativo lanciato dalla serie Arise ma lo eleva ai livelli congrui di un lungometraggio.


10 Un’ultima nota: dopo aver acquistato il biglietto mi hanno regalato anche dei fac-simile di illustrazioni e schizzi di produzione dedicati alla saga, un’abitudine che qui nell’arcipelago hanno spesso soprattutto quando si tratta di lavori che interessano una certa nicchia di spettatori, regalino che ha impreziosito ulteriormente l’esperienza cinematografica.

Vi ricordiamo che Scarlett Johansson, vista recentemente come Vedova Nera in Avengers: Age of Ultron, è stata scelta come protagonista del lungometraggio Ghost in the Shell, trasposizione live-action che sarà diretta da Rupert Sanders (Biancaneve e il Cacciatore) e scritta da Bill Wheeler (Il fondamentalista riluttante). Il film uscirà il 14 aprile 2017.

GHOST IN THE SHELL: LE RIPRESE NEL 2016