Screenweek dal Giappone
Per omaggiare il trentesimo anniversario della fondazione dello Studio Ghibli, Screenweek ha pensato di offrire ai suoi lettori degli approfondimenti sullo studio. 5 post che da qui al 15 giugno, la data i cui fu aperto, accompagnino i lettori alla scoperta dei lavori meno conosciuti e dei lati ancora poco esplorati dello Studio Ghibli
Quest’oggi affrontiamo il “tema” Ghibli in modo obliquo e un po’ insolito, parliamo infatti di come l’immaginario creato da Miyazaki, Takahata, Suzuki e tutti i collaboratori dal 1985 in poi si sia cristallizzato all’esterno nel mondo cosiddetto “reale”. Se è abbastanza noto il museo dello studio, il Mitaka no mori, meta e quasi pellegrinaggio obbligato per gli appassionati della produzione Ghibli che si recano a Tokyo, sono meno conosciute alcune manifestazioni dello studio temporanee, talvolta localizzate in un determinato periodo, talvolta in giro per l’arcipelago. Tempo fa avevamo già parlato di una mostra dedicata alle architetture dello studio e questo tipo di esposizioni, anche se non sono poi così frequenti, ogni tanto si possono trovare nel paese del Sol Levante, ne ricordo ad esempio una bellissima ed itinerante dedicata a Yamamoto Nizō, art director che ha partecipato a molti lavori Ghibli, durante la quale era possibile per i più piccoli, ecco l’attenzione dello studio sempre rivolta ai bambini, prender parte ad un workshop di disegno dello stesso artista.
Sempre rimanendo nel passato recente poi, dal marzo 2013 fino allo stesso mese dell’anno successivo il parco di divertimenti Laguna di Gamagori, che per molto tempo era stato dedicato a One Piece, fu completamente trasformato in un parco Ghibli ospitando moltissimi diorama ispirati dai lungometraggi dallo studio, per i fortunati visitatori è stato davvero molto bello vedere prender forma concreta le immagini ed il mondo creato da Miyazaki e collaboratori. Qui sotto alcune immagini:
(fonte foto: qui)
(fonte foto: qui)
(fonte foto: qui)
Rimanendo sempre in zona, la prefettura di Aichi nel 2005 ospitò l’Esposizione Universale, l’approccio ecologico era uno dei temi portanti della manifestazione e per l’occasione fu commissionata allo studio ed in particolare a Miyazaki Goro la costruzione della casa di Totoro, ovvero e più precisamente la casa di Satsuki e Mei. Si tratta di una riproduzione fedele ed in grandezza reale dell’abitazione che compare nel lungometraggio del 1988, realizzata con dovizia di particolari come da tradizione Ghibli:
(fonte foto: qui)