Si intitola Standing Tall (La Tête Haute – La testa in piedi), ed è il film con cui è iniziata la 68 esima edizione del festival di Cannes. Si è deciso di puntare su di una pellicola senza cast internazionale) a parte la Deneuve con un ruolo da non protagonista) e dalla storia piuttosto intimista, un “francese” al 100% peraltro firmato da una regista Emmanuelle Bercot (Polisse) piuttosto sconosciuta al pubblico non transalpino. Giusto per darvi un’idea, gli ultimi quattro festival furono aperti da Grace di Monaco, Il grande Gatsby, Moonrise Kingdom e Midnight in Paris. La scelta di Thierry Frémaux e del suo team di collaboratori di iniziare con Standing Tall: scelta è stata quindi giusta o sbagliata? Ecco 5 cose da sapere (tra cui il nostro giudizio)
5 – Era dal 1987 che una regista donna non apriva il festival. L’ultima fu la francese Diane Kurys con il presto dimenticato Un uomo innamorato. Erano poi 10 anni, da Due volte lei di Dominik Moll con Charlotte Gainsbourg, che non si cominciava con una produzione francese.
4 – Si avvicinano i 60 di carriera per Catherine Deneuve. Il suo primo film, Les Collegiénnes, è datato 1956 (anche se uscì solo un anno dopo). La Deneuve all’epoca aveva 13 anni, la sua fu solo un’apparizione, la sua carriera iniziò veramente solo nel 1960 con Les portes claquent di Jacques Poitrenaud, e Michel Fermaud. In Standing Tall si scherza proprio sulla sua età: quando verso la fine del film il suo personaggio annuncia che andrà in pensione a breve, il giovane protagonista le risponde: “Di già?”.
3 – Rod Paradot, l’attore che interpreta il protagonista, è stato scelto dalla regista grazie ad una selezione avvenuta in un liceo professionale di Saints, periferia nord di Parigi. All’epoca delle riprese aveva 18 anni. “Ma era perfetto per interpretare il personaggio sia a 13 come a 18 anni” ha spiegato Emmanuelle Bercot alla testata 20minutes. Paradot era in procinto di sostenere un esame per diventare carpentiere.
2 – I francesi non temono di auto-lodarsi troppo. E così, tra i vari loghi prima della proiezione della pellicola, ci tocca già leggere “France Deux ha scelto questo film” e poi “Canal Plus ama questo film”. In Italia si dice: “Chi si loda si imbroda”.
1- E allora? I francesi si sono davvero “imbrodati”? Sì e no. Al centro di Standing Tall c’è un ragazzino nato da una madre troppo giovane e un padre mezzo delinquente morto comunque quando aveva solo quattro anni. La sua storia inizia davanti ad un giudice minorile quando ha solo 6 anni. Cosa fare di lui? La madre è assolutamente incapace di essere non solo un modello, ma anche di badare a sé stessa. Per il momento si parte con un semplice richiamo, ma eccoci già 7 anni dopo che quello stesso bambino ha rubato un auto e ride mentre sgomma in mezzo alla strada. altro falshforward ed eccolo in un carcere minorile in attesa di una sentenza. Gli anni passano, ogni soluzione adottata dal giudice minorile (la Denueve) sembra fallire. Cosa fare di lui? The Standing Tall parla di tutto questo. Lo fa con un approccio realista che non cede mai al patetico o ad epiloghi scontati, ma che allo stesso tempo non emerge per originalità del racconto ed appare troppo lungo (quasi due ore) per raccontare uno spaccato di vita minorile abbastanza comune. Alla fine della proiezione per la stampa pochissimi applausi e tanto gelo.
Screenweek sarà presente alla 68ma edizione del Festival di Cannes: restate con noi per aggiornamenti, recensioni e notizie dalla Croisette!