Inferno – Tom Hanks ha un brutto risveglio in queste nuove foto dal set

Inferno – Tom Hanks ha un brutto risveglio in queste nuove foto dal set

Di Marlen Vazzoler

inferno-tom-hanks

Mentre sta finendo la post-produzione di In The Heart of the SeaRon Howard continua le riprese della terza avventura cinematografica (Inferno) del professore universitario esperto di simblogia religiosa Robert Langdon (Tom Hanks) protagonista di Il codice da Vinci e di Angeli e Demoni.

Il regista ha condiviso tramite i social network alcune immagini del film, in questa vediamo ad esempio la co-protagonista Felicity Jones.

A very cool scene today featuring Felicity Jones for The Robert Langdon Series (Inferno, Da Vinci Code, Angels and Demons)

Posted by Ron Howard on Giovedì 21 maggio 2015

Ma le più interessanti sono ambientate in ospedale, sono tre fotogrammi in cui vediamo un sofferente Langdon mentre prova ad alzarsi dal letto, per prepararsi alla fuga.

Potrebbe essersi ferito durante la famosa scena in cui viene inseguito dai droni, girata a Palazzo Vecchio a Firenze?

Anche lo sceneggiatore David Koepp (Angeli e Demoni) è tornato a lavorare sul progetto occupandosi dello script di questo terzo capitolo della serie cinematografica. Fanno inoltre parte del cast  Irrfan Khan, Omar Sy e Sidse Babett Knudsen.

Inferno, la cui uscita è prevista per il 2016, ci porterà a Firenze e vedrà Langdon indagare sui misteri che circondano la Divina Commedia di Dante Alighieri. Ancora una volta c’è un’organizzazione segreta da svelare e combattere (il Consortium) proprio come gli Illuminati e i Massoni nei precedenti episodi. Ancora una volta, intrighi e misteri in stile caccia al tesoro.

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Il profilo inconfondibile di Dante che ci guarda dalla copertina è il motore mobile di un thriller che di “infernale” ha molto. Il ritmo, prima di tutto, e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi che conducono a un esito raro per i romanzi d’azione: instillare nel lettore il fascino del male, addirittura la sua salvifica necessità. Non è affatto sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante, anzi. È naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse in forme solenni e oscure la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard. E quindi è normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David e piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare, una costellazione culturale e affettiva ben diversa dal palcoscenico turistico percorso in tutti i sensi di marcia da legioni di visitatori. Ma ora è tutto diverso, non c’è niente di normale, nulla che possa rievocare una dolce abitudine. Questa volta è un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita. Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d’ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda infatti a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose che ricordano la Morte Nera che flagellò l’Europa medievale e simboli criptici connessi alla prima cantica del Divino poema, le labbra capaci di articolare, nel delirio dell’anestetico, soltanto un incongruo ” very sorry “, il professore deve scappare. E, aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti. Comincia una caccia all’uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra: un’organizzazione chiamata Consortium è ambigua tanto quanto un movimento detto Transumanesimo e uno scienziato come Bertrand Zobrist può elaborare teorie che oscillano tra utopia e aberrazione. Alla fine di un’avventura che raggiunge momenti di insostenibile tensione, Dan Brown ci rivela come nel nostro mondo la distanza tra il bene e il male sia breve in maniera davvero inquietante, catastrofe e salvezza possano essere questione di punti di vista e anche da una laguna a cielo coperto si possa uscire a riveder le stelle.

Fonti Ron Howard, Ron Howard

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