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The Walking Dead, la recensione del 13° episodio: Forget

Pubblicato il 10 marzo 2015 di Lorenzo Pedrazzi

Forget, tredicesimo episodio della quinta stagione di The Walking Dead, ci mostra la nuova vita del gruppo ad Alexandria, mentre Rick, Carol e Daryl elaborano un piano di riserva…

Attenzione: l’articolo contiene SPOILER.

Il gruppo di Rick si è stabilito ad Alexandria, ma lui, Carol e Daryl si incontrano segretamente fuori dalle mura e architettano un piano per rubare alcune pistole dall’armeria: ci penserà Carol, ormai mimetizzatasi come casalinga modello, a introdursi nella dispensa e prelevare le armi, approfittando della festa a casa di Deanna. Mentre parlano, i tre vengono raggiunti da un morto vivente che la donna uccide senza problemi; sulla fronte del cadavere è stata incisa la lettera “W”, ma nessuno sembra dare peso a questa stranezza.
Daryl, da par suo, esce a caccia, e Aaron si offre di accompagnarlo. Cercano di catturare un cavallo che Aaron tiene d’occhio da un po’ di tempo, ma la bestia viene circondata e dilaniata dai mostri. Aaron pone fine alle sue sofferenze, dopo aver ucciso gli erranti insieme a Daryl. Fra i due nasce una forma di solidarietà: entrambi, infatti, sono emarginati dalla comunità per la loro natura, e hanno bisogno di spingersi all’esterno per riprendere fiato. A tal proposito, Aaron propone a Daryl di diventare il nuovo reclutatore di Alexandria, e gli consegna una moto da riparare.
Alla festa, Rick conosce Sam, il figlio più piccolo di Jesse, e condivide un piccolo momento di intimità con lei: fra loro scorre una palpabile tensione sentimentale. Carol esce per andare alla dispensa, ma mentre fruga nell’armeria sente la voce di Sam dietro di sé: il bambino l’aveva seguita perché voleva altri biscotti, la specialità di Carol. Lei gli promette che cucinerà dei biscotti solo per lui, se non dirà nulla… mentre invece, se si azzarderà a raccontare qualcosa, lo rapirà nella notte e lo lascerà in balia dei morti viventi, legato a un albero.
Intanto, Sasha non riesce ad ambientarsi: la frivolezza di quelle persone è per lei insopportabile, e risponde male a una donna che le chiede quale sia il suo piatto preferito.
Il giorno dopo, Carol consegna le pistole a Rick e Daryl, ma quest’ultimo preferisce farne a meno, poiché vuole almeno provare a vivere una vita diversa. Michonne, cui è stato assegnato l’incarico di agente di polizia insieme a Rick, appende la sua katana al muro del salotto. Rick, rientrato in città, sente un morto vivente che gratta contro il muro perimetrale, all’esterno, e rimane ad ascoltarlo con una mano sulla parete.

Lupi travestiti da agnelli?
Ormai, i protagonisti di The Walking Dead appaiono tanto più disturbanti quanto più si avvicinano alla gente “normale”. Il paragone con gli abitanti di Alexandria, in tal senso, è impietoso: se questi ultimi hanno conservato uno stile di vita “borghese”, fatto di tranquillità e agiatezza, festicciole tra vicini e ricette da scambiare, Rick e gli altri sono invece stati inaspriti e incattiviti dalla vita selvaggia, hanno assistito a orrori indicibili e sono abituati a preoccuparsi per la propria sopravvivenza. Il triumvirato composto da Rick, Carol e Daryl non esclude quindi l’idea di conquistare Alexandria con la forza, mentre Carol si confonde tra le altre casalinghe come un lupo travestito da agnello; la scena in cui minaccia di legare il piccolo Sam a un albero, di notte, in balia dei morti viventi, ci dimostra che lei stessa – forse più di Rick – è ormai scesa a compromessi alquanto oscuri e discutibili con la sua moralità.

Forget è un episodio che si concentra sulle difficoltà di adattamento, soprattutto per quanto riguarda Sasha: ha perso il fidanzato e il fratello nel giro di pochissimo tempo, e ora non riesce ad accettare la beata inconsapevolezza di Alexandria, non riesce nemmeno a concepire che qualcuno possa ancora vivere in quel modo. La stessa utopia di Deanna, che vorrebbe veder crescere la comunità come una piccola nazione, non trova l’entusiasmo di Rick o tantomeno di Daryl, troppo disillusi per credere realmente in un progetto del genere; e se Michonne ha fiducia in questa nuova vita e nella divisa che indossa, Rick sembra portarla più come una maschera dietro cui celare le sue vere intenzioni.

Sul piano del ritmo, è la classica puntata che farà esaltare le critiche dei detrattori: l’azione scarseggia, ed è concentrata quasi esclusivamente nelle sortite all’esterno di Daryl e Aaron, che si scoprono solidali nella loro condizione di outsider (Aaron perché gay, e Daryl perché… beh, è Daryl). Ci sono però svariati dettagli un po’ inquietanti che prefigurano il destino di Alexandria, a cominciare dal morto vivente con la “W” incisa sulla testa, esattamente lo stesso marchio che Rick e gli altri hanno visto nella città natale di Noah, sulla fronte del mostro che li ha attaccati mentre cercavano di fuggire. Anche quella era una comunità fortificata, ed è stata distrutta da qualche psicopatico che si diverte a marchiare gli erranti con una “W”… che i giorni di Alexandria siano contati?

La citazione: «Più tempo stanno fuori e più diventano ciò che sono veramente.»

Ho apprezzato: il contrasto fra il gruppo di Rick e Alexandria; l’ambiguità del triumvirato; gli indizi sul futuro della serie; la solidarietà fra Daryl e Aaron.

Non ho apprezzato: nulla di rilevante.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di The Walking Dead sul nostro Episode39 a questo LINK.