Will Forte, coadiuvato dalla regia di Phil Lord e Chris Miller (Piovono polpette, 21 Jump Street, The LEGO Movie) ha creato e interpretato The Last Man on Earth, nuova serie comica di ambientazione apocalittica che ha debuttato sulla Fox lo scorso 1 marzo. Con questi talenti in campo, non c’erano molti dubbi sull’ottima qualità del risultato: e infatti…
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER.
Siamo nel 2021, un virus ha spazzato via l’umanità, e Phil Miller (Will Forte) è l’ultimo uomo sulla Terra… o almeno così crede. Ha girato gli Stati Uniti da un angolo all’altro e non ha trovato nessuno. Così, decide di tornare a Tucson, la sua città natale, dove trascorre le giornate mangiando schifezze, bevendo bottiglie di vino da diecimila dollari, arredando la casa (non sua) con dipinti inestimabili e giocando a bowling con le automobili. Dopo alcuni mesi, però, la solitudine lo fa regredire a una condizione pietosa: vive nella spazzatura, evacua nella piscina, cerca di rimorchiare un manichino, e parla con dei palloni su cui ha disegnato delle facce. Tipo Winston in Cast Away.
Determinato a farla finita, sta per schiantarsi contro una roccia a tutta velocità, quando nota del fumo che si leva in cielo: proviene da un accampamento, pulito e ordinatissimo… la cui proprietaria è una donna! Phil la intravvede e sviene, poi si risveglia sulle ginocchia di una bellissima ragazza (Alexandra Daddario) che fa per dargli un bacio. Ma è solo un’allucinazione. Quando rinviene per davvero, Phil vede il volto di Carol (Kristen Schaal), l’ultima donna sulla Terra, che cerca di rianimarlo con il massaggio cardiaco. Carol però è molto saccente: lo costringe a ripulire casa sua, gli chiede di ristabilire l’acqua corrente, lo obbliga a rispettare il codice della strada. D’improvviso Phil rimpiange la solitudine. Ma quando Carol si fa male a un piede mentre tenta di far arrivare l’acqua al suo orto, l’ultimo uomo sulla Terra prende l’iniziativa, e costruisce un sistema idrico per innaffiare le piante della sua compagna. Lei lo invita a cena, e si offre di ripopolare il pianeta insieme a lui. Phil, ormai stanco di sfogare la libido sulle riviste pornografiche, accetta. Ma Carol, prima di fare l’amore, pretende che si sposino!
Il tòpos dell’ultimo uomo sulla Terra è un grande classico della narrativa fantascientifica, e vanta progenitori illustri come il Richard Matheson di Io sono leggenda, capace di riflettere sulle implicazioni dell’umanità e sul senso del “mito” in un contesto dove la nostra specie è ormai ridotta in netta minoranza, e il rapporto tra “realtà” e “leggenda” si è definitivamente ribaltato. Coerentemente con la sua estrazione comica e le sue esperienze nel Saturday Night Live, Will Forte coglie invece una grande opportunità satirica: The Last Man on Earth rilegge l’ambientazione post-apocalittica come il palcoscenico della mediocrità umana, vertice estremo dell’indolenza e del degrado, dove sfogare quei comportamenti poco lusinghieri che spesso adottiamo quando nessuno ci può vedere. La differenza è che, trattandosi di uno scenario apocalittico, in Phil Miller tali comportamenti raggiungono un notevole livello di parossismo, da cui nasce l’effetto comico: in fondo, se pensi di essere l’ultimo uomo sulla Terra, cosa ti impedisce di fare il bagno in una piscina di margarita, o di arredare la tua casa con i capolavori della pittura mondiale?
Tale condizione, però, si esaurisce già dopo il primo episodio (la premiere è infatti composta dalle prime due puntate della stagione). Quando Phil incontra Carol – interpretata da un’altra deliziosa attrice comica, Kristen Schaal – la serie diventa una surreale allegoria dei rapporti di coppia, poiché la condivisione degli spazi e dei sentimenti implica il sacrificio parziale della propria libertà, mentre la donna cerca di smussare le asperità del carattere maschile. Nel contrasto fra le ossessioni di Carol e l’apatia di Phil, tra il principio dell’ordine e quello del caos, The Last Man on Earth gioca con gli stereotipi sessisti che solitamente attribuiamo ai due diversi ruoli sociali, amplificati dal panorama desolante della fine del mondo. La seconda metà della premiere si concentra molto su queste implicazioni, e non sbaglia un colpo: impossibile non ridere di fronte a Kristen Schaal che mangia “sensualmente” un pomodoro per ingolosire Phil, il cui sostentamento è limitato agli snack e ai pasti precotti. Alla fine, qualcosa fa breccia anche nel suo cuoricino, e l’utopia femminile di cambiare il proprio partner trova compimento.
La regia di Phil Lord e Chris Miller è molto precisa nel gestire il ritmo compassato della narrazione, e spesso si affida ai più elementari espedienti di montaggio (il campo-controcampo tra Phil e i palloni con le facce disegnate) per generare un effetto umoristico che ha qualcosa di straniante, immerso com’è nel silenzioso squallore del paesaggio deserto. The Last Man on Earth è una sit-com unica nel suo genere, costruita con elementi essenziali ma preziosi, e che si sta affermando come una delle migliori sorprese di inizio 2015: se si mantiene su questi livelli, la prima stagione si prospetta memorabile.
La citazione: «L’intero mondo è un parcheggio! È l’unico vero vantaggio di questa situazione!»
Ho apprezzato: la rilettura satirica del contesto post-apocalittico; il ritmo compassato ma preciso della narrazione; la regia attenta di Lord e Miller; l’affiatamento tra Forte e Schaal; l’allegoria dei rapporti di coppia; la comicità straniante delle gag.
Non ho apprezzato: nulla da segnalare.
Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di The Last Man on Earth sul nostro Episode39 a questo LINK.