Cinema SW Japan

Unbroken di Angelina Jolie ancora senza distribuzione in Giappone

Pubblicato il 16 febbraio 2015 di Redazione

Screenweek dal Giappone

Già la scorso anno le destre nazionaliste dell’arcipelago si erano mosse per prevenire la distribuzione nell’arcipelago di Unbroken, il lungometraggio diretto e prodotto da Angelina Jolie, non si sa bene come abbiano potuto giudicarlo però senza prima averlo visto. Resta il fatto che il chiasso fatto da cotali gruppi deve essere giunto fino al governo, che politicamente, con tutte le differenze del caso, si trova dalla stessa parte, e su tutto è sceso il classico “silenzio giapponese”. Un silenzio che è anche frutto di quel autocontrollo, o meglio della sua degenerazione, che è stato criticato proprio recentemente da una petizione online, anche se in riferimento alle questioni relative ai terroristi dell’ISIS e al comportamento adottato dal governo giapponese.
Tutto questo fa sì che ad oggi, Unbroken non ha nessuna distribuzione nel Paese del Sol Levante e che probabilmente non arriverà mai in Giappone.

Il film vede fra i suoi protagonisti un popolare volto locale come il musicista Miyavi nel ruolo di una guardia in un campo militare durante la seconda guerra mondiale che si macchia di torture nei confronti dei suoi progionieri, fra questi Luis Zamperini, un personaggio veramente esistito, proprio colui sul quale si basa il libro da cui il film è tratto. Le proteste di questi gruppi destrorsi non è nuova, succede spesso, purtroppo, che ad ogni opera d’arte giudicata controversa rispetto alla loro idea di storia si scateni il putiferio online, ed il cinema essendo un media di massima visibilità attira molta più attenzione. Di solito però in un modo o nell’altro questi film trovano una minima e periferale distribuzione, magari solo in DVD o nei servizi di streaming on-line, ma questa volta è diverso, su Unbroken nessuno dei distributori, anche quelli più piccoli si è fatto avanti. Considerando poi che molto probabilmente la Fuji TV e Toho-Towa figurano anche come piccoli investitori nel progetto, questo silenzio distributivo diventa ancora più assordante. Ci dà l’idea del clima politico in Giappone, probabilmente non c’è stata nessuna pressione diretta da parte del governo, ma l’atmosfera che si respira sta diventando sempre più sottilmente soffocante, il disinteresse verso l’esterno di gran parte della popolazione ed il rinnovato senso di accerchiamento e di insularità di grandi fette della popolazione sono solo alcuni dei fenomeni più direttamente percepibili.