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Fantasmi e sesso negato. Alla Berlinale arriva Angelica con Jena Malone. La recensione

Pubblicato il 07 febbraio 2015 di Andrea D'Addio

Fantasmi appaiono improvvisamente fotografati dietro i protagonisti di scatti in posa di famiglie d’epoca vittoriana. Sono i titoli di testa di Angelica. Premesse da film inquietante. Sì, ma in che direzione? Siamo a Londra, Londra, metà 1800.. Un ricco vivisezionista sposa una donna di umili origini. È una grande storia d’amore, ma poco dopo la gravidanza e la nascita della figlia Angelica lei non può più fare l’amore per evitare di avere generici problemi di salute. Lui è frustrato, ma non ci può fare nulla. Nel frattempo però c’è qualcos’altro di cui preoccuparsi, ovvero un orribile demone che sembra tormentare i sogni di loro figlia. Lei lo riesce a vedere, lui no e pensa di essersi sposato con una matta. Un suo collega medico gli dice anche che, tra i poveri, questo tipo di allucinazioni sono più frequenti e così il marito decide di prendere provvedimenti…

Angelica è diretta da Mitchell Licthenstein, attore poi datosi anche alla regia, che anni fa firmò lo scandaloso Denti, il film sulla vagina che castrava gli uomini che le si avvicinavano troppo. Oltre a questa perla di trash filmico, Michell ha anche un altro merito, per quanto di natura: è il figlio del grande pop artist Roy Lichtenstein. Parliamo di un figlio d’arte quindi che, purtroppo, stenta a trovare la sua strada, almeno se si parla di obiettivi che siano degni di essere ricordati. Angelica ha una sola idea, peraltro concentrata nel finale, e passa gli 85 minuti precedenti costruendo atmosfere buie e dialoghi improbabili tra i due coniugi sperando che gli

innalzamenti improvvisi del volume degli effetti sonori e qualche simil-blatta volante bastino a tenere alta la suspense. Non è così. Il film che doveva lanciare Jena Malone, trentenne attrice americana che a breve vedremo in Hunger Games e, ma non è confermato, in Batman v Superman, si rivela un progetto abbastanza modesto che difficilmente arriverà nelle nostre sale. Inquietante sì, ma solo se si pensa che per realizzarlo, dalla fase di scrittura alla sua produzione, ci sono state decine di persone a lavorarci. 

ScreenWEEK è a Berlino per partecipare alla 65esima edizione del Festival. Seguiteci anche su Facebook e Twitter per tutte le novità e le recensioni dalla capitale tedesca.