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The Flash, la recensione della mid-season premiere: Revenge of the Rogues

Pubblicato il 22 gennaio 2015 di Lorenzo Pedrazzi

Revenge of the Rogues, decimo episodio nonché mid-season premiere di The Flash, mette Barry Allen di fronte a una coppia di suoi storici avversari: Captain Cold e Heat Wave.

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER

Dopo lo scontro con il devastante Anti-Flash, assassino di sua madre, Barry (Grant Gustin) è consapevole di non essere l’uomo più veloce del mondo, e si fa aiutare da Harrison Wells (Tom Cavanagh), Caitlin Snow (Danielle Panabaker) e Cisco Ramon (Carlos Valdes) per sviluppare i suoi riflessi e la rapidità dei movimenti. Nel frattempo, Iris (Candice Patton) sta per trasferirsi a casa di Eddie (Rick Cosnett), e fra lei e Barry corre molto imbarazzo dopo che lui le ha confessato i suoi sentimenti. Caitlin, invece, scopre che F.I.R.E.S.T.O.R.M. è l’acronimo di un progetto scientifico guidato dal professor Martin Stein, ora misteriosamente scomparso, il cui obiettivo consisteva nel manipolare la materia a livello subatomico.
Parallelamente, Leonard Snart (Wentworth Miller) torna a Central City con Mick Rory (Dominic Purcell), determinati a eliminare Flash per fare della città il loro parco giochi. Snart, armato di un fucile congelante, è stato soprannominato Captain Cold, mentre Rory, che imbraccia un lanciafiamme portatile, diventa Heat Wave. I loro tentativi di attirare Flash in una trappola non vanno a buon fine, perché Barry è deciso a concentrarsi sul suo allenamento, così i due criminali adottano un’altra strategia: rapiscono Caitlin per costringere l’eroe a uscire allo scoperto, sfidandolo nelle strade di Central City sotto gli occhi della polizia. Joe (Jesse L. Martin) e Cisco, invece, si precipitano in soccorso di Caitlin, e la salvano.
Lo scontro tra Flash e i due criminali sembra quasi risolversi in favore di questi ultimi, ma Barry, rallentando, riesce a fare in modo che le loro armi incrocino i flussi, annullandosi a vicenda. Snart e Rory vengono arrestati, ma la sorella di Leonard riesce a liberarli durante il trasferimento in carcere. Flash, intanto, viene celebrato come un eroe dalla polizia di Central City: la sua esistenza è ormai di dominio pubblico.

Il ritorno di Flash dopo la pausa natalizia è segnato dalle conseguenze del suo primo incontro con l’Anti-Flash, terribile nemesi che lo ha sconfitto sul suo stesso terreno, quello dell’ipervelocità: Barry è quindi ossessionato dall’idea di migliorare le sue prestazioni, e si lascia influenzare da Wells – sempre più ambiguo – circa le priorità della sua missione, trascurando il ritorno di Leonard Snart per concentrarsi sull’allenamento. Ma la vera natura di Barry è un’altra, ed emerge nell’ultimo “atto” di Revenge of the Rogues: Barry è un eroe altruista ed empatico, pronto a correre in soccorso di chiunque, e il suo spirito di sacrificio riecheggia nelle azioni di Rick Cosnett, che lo aiuta contro i due supercriminali e cambia radicalmente opinione su di lui.

Si tratta di una puntata cruciale nell’evoluzione del supereroe, che finora ha sempre agito lontano dai riflettori. Rivelando la sua esistenza all’opinione pubblica, Flash comincia ad assumere il suo status iconico, entra nell’immaginario collettivo e diventa un simbolo per tutti i cittadini, un modello di generosità e compassione a cui guardare con rispetto (oppure odio, se pensiamo ai suoi nemici: tra i supercriminali comparsi nella serie, Captain Cold è il primo che sviluppa un sentimento di forte rivalità nei suoi confronti, e agisce con il preciso scopo di eliminarlo). Certo, Barry resta comunque un ragazzo normale che affronta i problemi tipici della sua età, come l’amore non corrisposto e l’imbarazzo per una confessione tardiva, che compromette i rapporti con la sua migliore amica. La fragilità intrinseca del personaggio traspare anche nelle sue imprese supereroistiche, salvaguardandone il lato umano.

Peccato però che tutto questo avvenga in un episodio alquanto debole, a livello narrativo. L’intreccio è sin troppo elementare, e la sceneggiatura è rigidamente scandita dai goffi tentativi di Cold e Heat Wave per ottenere l’attenzione di Flash, sfociando poi nel duello finale sulle strade di Central City. Il combattimento, inoltre, si caratterizza per alcune fastidiose forzature logiche: Flash potrebbe tranquillamente disarmare i suoi avversari con l’ipervelocità (lo ha fatto altre volte in passato), ma ovviamente non ci prova nemmeno, mentre la polizia resta a guardare senza fare nulla, nonostante i due criminali siano palesemente a portata di tiro. È ovvio che gli show supereroistici tendono spesso ad abusare della sospensione d’incredulità, quindi niente di male, ma l’effetto è un po’ straniante. Un discorso a parte lo meritano Captain Cold e Heat Wave, che segnano il ritorno di Wentworth Miller e Dominic Purcell dopo Prison Break: i due attori sono piuttosto efficaci, poiché incarnano le anime opposte dei loro personaggi, rispettivamente consacrati al ghiaccio e al fuoco, al freddo polare e al caldo infernale. Se Snart è algido e calcolatore, Rory è invece furente e impetuoso, come se i due personaggi corrispondessero ad altrettante sfumature di follia, opposte e complementari: una caratterizzazione prevedibile, ma che funziona bene.

La citazione: «Il mio nome è Barry Allen, e non sono l’uomo più veloce del mondo.»

Ho apprezzato: Miller e Purcell; la battuta su Ghostbusters, film “scientificamente accurato”; Flash che si rivela all’opinione pubblica; i misteri attorno a Firestorm.

Non ho apprezzato: l’intreccio elementare; le forzature logiche nel duello conclusivo.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di The Flash sul nostro Episode39 a questo LINK.