Screenweek dal Giappone
È la notizia di spettacolo che negli scorsi giorni sui media giapponesi ha ricevuto più spazio di tutte le altre, quotidiani, telegiornali e siti web hanno infatti riportato con grande enfasi l’inclusione de La storia della Principessa Splendente fra le nomination all’Oscar come miglior lungometraggio animato. Le probabilità di una vittoria non sono molto alte in verità, ma sarebbe un modo molto bello per premiare un grandissimo artista sulla soglia degli 80 anni, Takahata, che ha ancora molto da dire, sia in termini di contenuti che di libertà espressiva. Anche per chi il film non l’ha gradito è indubitabile infatti come il lungometraggio rappresenti nei suoi momenti migliori una ventata di freschezza e brio che apre paradossalmente a nuovi modi di intendere l’arte animata, specialmente in Giappone dove sempre più si sta fossilizzando su determinati standard.
Le dichiarazioni di Takahata sono state abbastanza in linea con il personaggio, taciuturno e introverso almeno rispetto ai media popolari, ma al contrario molto combattivo quando la posta in gioco è importante e decisiva per le essenziali libertà di una società (qui la sua marcia di protesta contro una nuova legge sul segreto di stato):
Sono onorato che Kaguya sia stato nominato nella categoria dei lungometraggi animati, sono molto grato ai membri dell’Academy Awards che lo hanno scelto, le persone che lo hanno apprezzato e tutti coloro che hanno fatto sì che potesse essere distribuito negli Stati Uniti. Un grazie anche a tutto lo staff che ha lavorato al film!
Una bella notizia ed un bel modo per iniziare il nuovo anno per lo Studio Ghibli che in questo 2015, ricordiamolo, festeggerà il suo trentesimo compleanno!