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Top 10 – Il 2014 tra luci e ombre: 10 delusioni cinematografiche #SWTop10

Pubblicato il 22 dicembre 2014 di Filippo Magnifico

Continuiamo a ripercorrere questa stagione cinematografica che sta per volgere al termine con un’altra classifica. Come sapete, la redazione di ScreenWEEK.it è pronta a proporvi classifiche, top-10, ricordi di splendidi momenti di cinema e passione, e molto altro ancora! (seguite l’hashtag #SWtop10 per rimanere aggiornati).

Nei precedenti post abbiamo raccolto quello che era il meglio del 2014, ora è il turno di quei film che, per un motivo o per l’altro ci hanno lasciato con l’amaro in bocca: le occasioni sprecate, i “mi aspettavo qualcosa di più!”, i flop clamorosi e molto altro.

Dopo i MIGLIORI TRAILER, i MIGLIORI POSTER, i MOMENTI WTF, i FILM PIU’ SENSUALI, le NEWS D’ATTUALITÀ e di GOSSIP, le SERIE TV, le COLONNE SONORE, gli OGGETTI GEEK, i GIOVANI ATTORI EMERGENTI ecco dunque le DELUSIONI CINEMATOGRAFICHE degli ultimi 12 mesi.

Ecco la nostra Top-10: commentatela con le vostre aggiunte e condividetela!

10) I MERCENARI 3 (regia Patrick Hughes)

Non è il film in sé, che per gli amanti del genere (tra cui il sottoscritto) è pur sempre godibile. La vera delusione è stato quel PG13, attraverso il quale hanno cercato di accaparrarsi una fetta più ampia di pubblico. Di questa decisione si è poi pentito anche Sylvester Stallone, che ha pubblicamente detto “non succederà più!”. Noi gli crediamo e aspettiamo un quarto capitolo con un sacrosanto Rating R.

9) STORIA D’INVERNO (regia Akiva Goldsman)

Era lecito aspettarsi grandi cose da l’esordio alla regia di Akiva Goldsman, sceneggiatore di pellicole come A Beautiful Mind, Cinderella Man, Io sono leggenda e Il Codice da Vinci? Decisamente sì. Purtroppo il “film perfetto per San Valentino” si è dimostrato una grande delusione. Tutto troppo incerto, comprese regia e interpretazioni.

8) TRANSCENDENCE (regia Wally Pfister)

Forse sbagliamo ad aspettarci grandi cose da chi si è dimostrato particolarmente bravo in altri ambiti cinematografici? Anche in questo caso, infatti, parliamo dell’esordio alla regia di un altro nome noto: Wally Pfister, storico collaboratore di Christopher Nolan. Lui dal canto suo ce l’ha messa tutta, sul serio. Ma in questa pellicola nulla sembra funzionare, a cominciare dal protagonista Johnny Depp: da lui ci si aspettava, finalmente, un’interpretazione che si discostasse un minimo da quel Jack Sparrow che tanto ha segnato la carriera. Ma sul serio non è mai sembrato più svogliato.

7) UNA FOLLE PASSIONE (regia Susanne Bier)

La delusione qui è tutta per Susanne Bier. I suoi esordi con il Dogma di Lars Von Trier ormai sono sempre più un lontano ricordo e il suo cinema sta assumendo tutte le peggiori connotazioni dei film usa e getta hollywoodiani: sempre più impersonali e svogliati. Dopo averlo visto si capisce perfettamente perché questo film, pronto nel 2012, sia riuscito a trovare una distribuzione solo due anni dopo.

6) UN MILIONE DI MODI PER MORIRE NEL WEST (regia Seth MacFarlane)

Con Ted Seth MacFarlane aveva dimostrato quanto il suo umorismo nonsense fosse in grado di trovare una dimensione cinematografica. Le aspettative nei confronti di questa pellicola erano dunque altissime, come purtroppo la delusione. Se da un lato MacFarlane ha dimostrato di conoscere bene il genere western e i suoi cliché, dall’altro non è riuscito a ricreare quella magia comica che caratterizza le sue produzioni televisive. Sul piccolo schermo è sempre riuscito a mitigare anche la battuta più volgare, Un Milione di modi per morire nel West rappresenta a quanto pare l’eccezione: una pellicola disarmonica dove il lato comico e quello sentimentale non riescono (quasi) mai ad amalgamarsi.

5) OGNI MALEDETTO NATALE (regia Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo)

Cinepanettone o commedia sofisticata? Ci si aspettava la seconda cosa dagli autori di Boris, ma la sensazione una volta giunti i titoli di coda è che, nonostante le intenzioni, questa pellicola trovi la sua collocazione ideale in quella categoria di commedie che da anni ormai invadono il grande schermo in prossimità delle festività. Un vero peccato perché le possibilità per sfruttare al meglio sia un grande cast che un grande tema c’erano tutte. Quello che manca è la voglia di osare, perlomeno nel modo giusto.

4) GHOST MOVIE 2 – QUESTA VOLTA È GUERRA (regia Michael Tiddes)

Troppo facile direte voi! Ed effettivamente avete ragione. Ma provate a pensare per un attimo alla grandissima commedia demenziale, quella animata da grandi nomi come Leslie Nielsen e David Zucker. Quella che più abbiamo adorato. Il senso di delusione che si prova di fronte a titoli del genere è grandissimo. Soprattutto se si tiene conto che stiamo parlando di un secondo capitolo, non peggiore del primo, ma esattamente uguale! E il primo, per inciso, era orrendo.

3) POMPEII (regia Paul W.S. Anderson)

Quando si conosce a prescindere il finale di una storia si deve fare di tutto per renderla interessante. Non che ci si aspettatasse grandi cose da un regista come Paul W.S. Anderson (che in ogni caso qualcosa di buono l’ha fatto durante la sua carriera), ma qui tutto è un guazzabuglio di retorica tediosa e azione catastrofica che sfiora il déjà vu. Un flop clamoroso dopo il quale il regista ha deciso di tornare alla più sicura saga di Resident Evil. Lì, almeno, può contare sull’affetto dei fan.

2) SCEMO E PIÙ SCEMO 2 (regia Peter Farrelly, Bobby Farrelly)

L’operazione revival non ha risparmiato neanche Lloyd Christmas e Harry Dunne, interpretati rispettivamente da Jim Carrey e Jeff Daniels. 20 anno dopo la prima pellicola tornano i personaggi più scemi del grande schermo. Cosa è successo durante questa parentesi? Che i registi che li hanno portati alla ribalta, così bravi nel far ridere nel modo più scorretto, hanno via via perso il loro tocco. Del cult di un tempo è rimasto molto, molto poco.

1) I, FRANKENSTEIN (regia Stuart Beattie)

Gli aggiornamenti dei vecchi miti possono passare, ma quando ci si trova di fronte ad una versione del mostro di Frankenstein, più in forma che mai (nonostante sia composto da materiale non di primissima qualità) e pronto a combattere con delle tecniche che sfiorano le arti marziali una domanda sorge spontanea: che ne è stato della creatura tragica che abbiamo imparato ad amare (chi più, chi meno) sul grande schermo? Ben poco, come a ben poco serve sforzarsi di vedere il tutto come se fosse uno spin-off di Underworld.

Scrivete nei commenti la vostra classifica!

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