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Agents of S.H.I.E.L.D. – La recensione del mid season finale: What They Become

Pubblicato il 11 dicembre 2014 di Lorenzo Pedrazzi

What They Become, decimo episodio nonché mid season finale della seconda stagione di Agents of S.H.I.E.L.D., svela la reale identità di Skye e di suo padre, dando avvio alla Fase 3 dell’Universo Marvel

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER.

A bordo del Bus, Melinda May (Ming-Na Wen) compie una manovra evasiva per evitare i missili dell’Hydra, poi si reca a prelevare Coulson (Clark Gregg), Bobbi Morse (Adrianne Palicki), Fitz (Iain De Caestecker) e Simmons (Elizabeth Hernstridge), che sono stati costretti a lasciare Mac (Henry Simmons) nei corridoi oscuri della città Kree, senza sapere se sia sopravvissuto alla caduta. Grazie a un suo contatto di San Juan, Bobbi scopre dove si trovano Daniel Whitehall (Reed Diamond) e gli altri uomini dell’Hydra, che stanno utilizzando una trivella al plasma per calarsi nella città sotterranea dall’alto: Coulson si organizza quindi con Bobbi, May e Lance Hunter (Nick Blood) per fermarli, mentre Fitz, Simmons e Triplett (B.J. Britt), dopo aver indossato delle tute protettive, scendono nella città per piazzare quattro cariche esplosive recuperate dai reperti degli Howling Commandos (non è possibile sfruttare tecnologie più recenti, poiché la città annulla i dispositivi elettronici).
Intanto, Ward (Brett Dalton) conduce Skye (Chloe Bennet) da suo padre Cal (Kyle MacLachlan), che le rivela il suo vero nome, Daisy, e le racconta di quando sua madre venne uccisa da Whitehall perché era “speciale”. Anche lei, Skye, è speciale, e dovrà restare con lui per affrontare un cambiamento che le permetterà di evolvere in qualcosa di diverso. Prima, però, ha intenzione di uccidere Whitehall. Portata al cospetto di quest’ultimo, Skye dimostra di essere immune al tocco dell’Obelisco e attacca i suoi carcierieri, imitata da Ward e Cal, ma i tre sono sotto tiro e devono arrendersi. Vengono rinchiusi in una stanza, dove Whitehall dice a Cal che ha intenzione di torturare Skye e ucciderla davanti ai suoi occhi per scoprire i suoi segreti, come fece con sua madre. Poi, mentre Coulson e la sua squadra fanno irruzione sul posto, Cal riesce a liberarsi e va a caccia di Whitehall. Anche Ward si libera, ma Skye gli spara e lo lascia a terra, sanguinante.
Cal attacca Whitehall, che gli punta la pistola, ma Coulson lo uccide sparandogli alle spalle. Il dottore è furioso: voleva la vendetta per sé. Tra lui e Coulson inizia una lotta che vede Cal vincitore, poiché sembra dotato di una forza fuori dal comune. Skye interviene e lo costringe a fuggire, ma suo padre le dice che, quando avrà abbracciato il cambiamento a cui è destinata, lui sarà pronto ad accoglierla. Nel frattempo, però, Raina (Ruth Negga) sta portando l’Obelisco nel santuario della città aliena, guidata da Mac, e Skye si lancia al suo inseguimento. Coulson fa lo stesso. Parallelamente, l’Agente 33 è disorientata per la morte di Whitehall, e si rivolge a Ward. Lui è ferito, ma le promette che, se lo aiuterà a uscire, capiranno cosa fare.
Triplett, sapendo che i suoi amici sono nella città, si cala nuovamente al suo interno per disattivare le bombe che ha piazzato con Fitz e Simmons, e raggiunge Skye all’interno del santuario. Ormai, Raina ha collocato l’Obelisco sul suo piedistallo: dall’oggetto fioriscono alcuni cristalli luminosi, che poi rilasciano una nebbia; quest’ultima si solidifica attorno ai corpi di Skye e Raina, ricoprendoli come un bozzolo. Triplett distrugge i cristalli con un calcio, ma per lui è troppo tardi: il suo corpo subisce la stessa sorte degli umani che toccano l’Obelisco, e diventa di pietra, per poi frantumarsi davanti agli occhi di Skye. Le due donne sono infatti riemerse dal bozzolo, ormai cambiate (Raina visibilmente: sembra avere degli aculei sul viso).
Alla fine, un misterioso uomo senza occhi apre una scatola e vi estrae un altro Obelisco, che emana un bagliore arancione. Telefona a qualcuno e dice: «Lo stai vedendo anche tu? Ce ne sono di nuovi. Dì agli altri che me ne occupo io».

Quella che nella prima stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. sembrava una trama contorta e sin troppo ramificata, in What They Become raggiunge una svolta fondamentale, che potrebbe mutare lo status quo della serie: molti coni d’ombra della trama sono stati ormai illuminati, soprattutto per quanto riguarda l’identità di Skye e quella di suo padre, mentre l’introduzione degli Inumani getta le basi per la Fase 3 dell’Universo Marvel, che comprenderà proprio un film a loro dedicato. A partire dal prossimo episodio, insomma, possiamo aspettarci una maggior presenza superumana (indispensabile per fronteggiare la concorrenza di The Flash), con Skye/Daisy Johnson che diverrà la supereroina Quake, in grado di generare vibrazioni e scosse telluriche, mentre Raina potrebbe diventare più simile alla sua controparte fumettistica (alcuni sostengono invece che si evolverà in Tigra). D’altra parte, Cal si è rivelato essere Calvin Zabo alias Mister Hyde, e forse i suoi accessi di rabbia sono dovuti proprio a tale doppiezza caratteriale, che però non è stata ancora approfondita dalla serie (stesso discorso per i suoi eventuali poteri); comunque, Kyle MacLachlan si fa notare per un’interpretazione validissima e sfaccettata, oscillante tra la dolcezza paterna, il risentimento e la furia animalesca.

Peccato che l’episodio in sé risulti un po’ sterile sul piano visivo: i limiti di budget impediscono di mostrare la città dei Kree nella sua interezza, e tutto ciò che vediamo sono soltanto alcuni miseri corridoi semibui, seguiti da un “santuario” che più spoglio non si potrebbe. Anche l’azione non offre nulla di rilevante (sprecatissima la Mockingbird di Adrianne Palicki), ma la suspense tiene bene, soprattutto nel finale. A tal proposito, la morte di Triplett dimostra che gli autori non sapevano proprio cosa fare con il suo personaggio, e infatti negli episodi precedenti è sempre stato lasciato sullo sfondo… mentre stavolta, acquisendo un ruolo più centrale, ci ha rimesso la pelle. Che macabra ironia.

Non mancano alcune falle nel racconto (perché solo Mac è stato “infettato” dagli anticorpi della città aliena?), e bisogna ammettere che i dialoghi soffrono di qualche eccesso didascalico, ma per Agents of S.H.I.E.L.D. potrebbe trattarsi di un nuovo inizio, più aperto verso le manifestazioni sovrumane dell’Universo Marvel, nonché sempre più popolato di personaggi tratti dai fumetti. L’intrattenimento e lo spettacolo, se lo show seguisse realmente questi binari, dovrebbero giovarne.

La citazione: «Questa cosa non distrugge, ma crea la vita. Nuova vita. Finalmente potremo capire cosa diventeremo.»

Ho apprezzato: la suspense; l’interpretazione di Kyle MacLachlan; la rivelazione della vera identità di Skye e di suo padre; l’evoluzione di Skye; i legami con la Fase 3 dell’Universo Marvel.

Non ho apprezzato: la povertà sul piano visivo; l’azione poco interessante; alcuni dialoghi troppo didascalici.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Agents of S.H.I.E.L.D. sul nostro Episode39 a questo LINK.