Dopo un esordio a dir poco sorprendente (Animal Kingdom), David Michôd ha deciso di prendersi una lunga pausa. Ben quattro anni, durante i quali il regista ha scritto (in collaborazione con Joel Edgerton, tra i protagonisti di Animal Kingdom) e diretto The Rover.
Per quanto riguarda il genere, ci troviamo dalle parti del cinema post-apocalittico, ambientato in un possibile futuro rovinato da un non precisato “collasso”. I pochi superstiti (soprav)vivono seguendo una propria morale, tra loro c’è il silenzioso e solitario Eric (Guy Pearce), in viaggio verso una meta non meglio specificata. Un gruppo di malviventi gli ha rubato la macchina e lui è disposto a tutto pur di recuperarla, nonostante viva in un mondo dove la la proprietà è più che altro un concetto astratto. Durante il suo percorso incontra il giovane Rey (Robert Pattinson), che è ferito e, soprattutto, è fratello di uno dei criminali autori del furto. Eric costringe Rey a seguirlo in questa disperata ricerca.
Diciamo subito che, nonostante l’ambientazione sia quella tipica del cinema post-apocalittico, The Rover si discosta da pellicole come Interceptor. Quello orchestrato da Michôd è un dramma silenzioso e fortemente introspettivo, un road movie esistenziale che si snoda lungo le polverose e deserte strade australiane. Il tempo in cui è ambientata la storia è rilevante ma solo fino ad un certo punto: più che altro serve a dare plausibilità alla storia e, soprattutto, alla sua conclusione. The Rover è una profonda riflessione sulla natura umana e su come una prospettiva differente possa avere conseguenze anche su quello che tutti noi conosciamo come buonsenso.
In questo scenario si muove un Guy Pearce più in forma che mai, silenzioso, di poche parole, risoluto, proprio come i vecchi eroi western alla Clint Eastwood, in grado di comunicare interi discorsi solo con uno sguardo. Con lui Robert Pattinson, in una veste decisamente inedita. È da un po’ di tempo, ormai, che quest’attore sta tentando di scrollarsi di dosso l’immagine da belloccio senza talento che in troppi gli hanno affibbiato e con The Rover è riuscito a salire un ulteriore gradino del suo percorso artistico. È una maledizione toccata ad altri grandi nomi prima di lui (si veda ad esempio Leonardo DiCaprio), ma con determinazione e tenacia Pattinson sta dimostrando a tutto il mondo di non essere l’ennesima star usa e getta.
QUI trovate la recensione della nostra Laura.
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