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Torino 2014 – The Drop, la recensione del film con Tom Hardy e James Gandolfini

Pubblicato il 27 novembre 2014 di Filippo Magnifico

Bob (Tom Hardy) e Marv (James Gandolfini) sono cugini e gestiscono un piccolo bar a Brooklyn. Non fanno solo questo in realtà, dato che il loro bar viene usato dalla mafia locale per smistare il denaro sporco. Anche Marv ha un passato nella criminalità, ma sembra che ora abbia messo la testa a posto. Bob invece ha tutta l’aria di essere la persona spagliata nel posto sbagliato: è di indole buona, il classico tipo che non farebbe male ad una mosca ma che ha imparato a vivere in un posto dove solo i duri sopravvivono. Un giorno Bob si imbatte in un cucciolo di pit bull maltrattato. Grazie a questo tenero animale conosce anche Nadia (Noomi Rapace).

La prima cosa da dire a proposito di The Drop (nelle nostre sale arriverà con il titolo “Chi è senza colpa”), è che conferma ancora una volta l’incredibile versatilità di Tom Hardy. Guardando la sua stazza e i suoi lineamenti rudi sembrerebbe destinato ad interpretare solo determinati personaggi, ma la sua bravura gli permette di calarsi in ogni ruolo. Chi se lo ricorda solo per pellicole come Bronson o Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno potrebbe rimanere deluso guardando questa pellicola, perché il suo Bob sprigiona più che altro fragilità e una grandissima purezza d’animo (adattata alle regole del ghetto, sia chiaro). E questo è solo uno dei numerosi punti a favore del film, che può contare inoltre su altri due attori decisamente in forma: Noomi Rapace e il compianto James Gandolfini.

Chi è senza colpa Tom Hardy foto dal film 3

The Drop è tratto dal racconto “Animal Rescue” di Dennis Lehane (lo stesso autore che ha ispirato titoli come Mystic River e Shutter Island) ed è diretto dal belga Michaël R. Roskam, che nel 2012 aveva ottenuto una candidatura all’Oscar (Migliore Film Straniero) con Bullhead. Lo stile è asciutto è riporta alla mente un certo cinema thriller/noir realizzato in America a cavallo tra gli anni ’80 e 90. Quei film, per intenderci, dove il confine tra il bene e il male è sottilissimo, dove gli eroi non esistono o se esistono hanno parecchi scheletri nell’armadio.

Niente di nuovo sotto il sole, quindi, ma non è detto che questo sia un difetto. Nel suo essere classico The Drop non fa altro che confermare che, ogni tanto, la frase “non si fanno più i film di una volta” può anche risultare obsoleta.

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