Interstellar, le 15 enormi differenze tra lo script di Spielberg e di Nolan

Interstellar, le 15 enormi differenze tra lo script di Spielberg e di Nolan

Di Valentina Torlaschi

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Da giovedì scorso Interstellar è nei cinema. La versione che troviamo nelle sale è quella di Christopher Nolan che, oltre che regista è stato anche co-scenggiatore insieme al fratello Jonathan. Come sappiamo, però, in passato c’è stata anche un’altra versione della storia di questa epopea fantascientifica: ben otto anni fa, infatti, quando si era iniziato a parlare di questo progetto, la regia doveva essere affidata a Steven Spielberg e la sceneggiatura era sempre di Jonathan Nolan, ma molto diversa da quella poi diventata film.

Spielberg ebbe l’idea di Interstellar dopo aver assistito a un workshop dello scienziato Kip S. Thorne: affascinato dalle sue teorie sulla gravità, sui dei buchi neri e i wharmhole, il papà di E.T. chiese a Jonathan Nolan di sviluppare una sceneggiatura. Spielberg avrebbe dovuto dirigere il film subito dopo, ma come la cronaca ci ha mostrato, dietro la macchina da presa c’è stato Christopher Nolan, il quale ha voluto mettere fortemente mano allo script. Molte sono le differenze tra le due trame, a cominciare dal fatto che nella versione di Spielberg il protagonista Copper aveva un figlio maschio e non femmina (Murph e non Murphy). Grazie a /Film vi possiamo elencare 15 enormi variazioni tra la storia originale di Spielberg e quella effettivamente realizzata da Christopher Nolan:

[ATTENZIONE SPOILER]

1) LA SONDA SPAZIALE

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Nello script originale per la regia di Spielberg, Cooper e suo figlio Murph trovano una vecchia sonda della NASA: l’uomo riesce ad aprirla e al suo interno i due trovano l’immagine di un pianeta ghiacciato circondato da stelle e un codice che non riescono a decifrare.

2) È LA SONDA, NON IL CODICE MORSE A PORTARE ALLA NASA

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Nello script originale la sonda spaziale ritrovata da Cooper e suo figlio emette un suono d’allarme; i due realizzano che il rumore si arresta brevemente nel momento in cui spostano la sonda in una certa direzione come se questa gli stesse indicando una strada precisa. Padre e figlio decidono quindi di farsi guidare dalla sonda (non dunque da delle coordinate morse ricavate dalla polvere) e, a bordo di un piccolo aeroplano (non il furgone del film di Nolan) si fanno portare dove la sonda indicano. In questo viaggio attraversano una California completamente devastata per arrivare infine in un’isola disabitata a Santa Cruz: è lì che si trova la sede segreta della Nasa (diversamente dalla pellicola di Nolan dove la NASA è in zona desertica, non su un’isola)

3) LA MISSIONE LAZZARO NON È MAI STATA FATTA

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Nel film di Nolan, prima di quella di Cooper, c’è già stata un’altra missione nello spazio attraverso i wormhole una decina di anni prima: la Missione Lazzaro. Nella versione di Spielberg, invece, non esiste questa spedizione: nello spazio erano state lanciate unicamente delle sonde (non esseri umani), una sorta di versione rudimentale di EVE del cartoon Pixar WALL-E, che, registrati i dati su questi pianeti sconosciuti adatti per la vita umana, sarebbero poi dovute tornare sulla Terra. La sonda che Cooper trova a inizio film fa parte di quella spedizione. Cooper aiuta gli scienziati della Nasa a decifrare l’immagine del pianeta ghiacciato trovata dentro la sonda e lì gli viene offerta la guida della missione interstellare; l’uomo inizialmente rifiuta e torna a casa insieme al figlio, ma poi decide di accettare.
Da notare poi che nello script originale il ruolo del Professor Brand (Michael Caine) ha uno spazio molto minore, oltre ad avere significative differenze: innanzitutto lui non ha alcun legame passato con Copper e poi non è lui il capo-mente della missione, ma una Air-force di nome CASE.

4) IL WORMHOLE NON È SFERICO

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Nella versione Spielberg, il wormhole non è una gigantesca sfera come invece è visualizzata in uno stile alla 2001 odissea nello spazio da Nolan. Per navigare attraverso il wormhole, nello script originale la stazione spaziale della Endurance si contraeva e si rimpiccioliva. Una volta usciti dal wormhole, l’equipaggio scopre di essere molto vicino a un buco nero, molto più vicini di quanto avessero ipotizzato. Inoltre la forza attrattiva del buco nero è molto più forte delle previsioni: la nave non riesce a cambiare la direzione per evitare il peggio, per evitare di venir risucchiati. Il robot TARS decide allora di andare ai comandi dei motori, riesce a disattivarli e così la Endurance evita il buco nero: nell’operazione però anche TARS “decede”.

5) LA MISSIONE È DIRETTA VERSO UN UNICO PIANETA: IL PIANETA DI GHIACCIO

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Nella storia per Spielberg, il viaggio tra le galassie grazie al wormhole ha come obiettivo raggiungere un unico pianeta: il pianeta di Ghiaccio che si trova nei pressi di un piccolo buco nero di nome Pantagruel. Per raggiungerlo, nello spazio, ci vogliono un paio di giorni che sulla Terra equivalgono a 5 anni: sul pianeta di ghiaccio la Nasa spera di poter far ripartire la vita umana. Lì il pianeta sembra avere le condizioni adatte: un’atmosfera con bassa percentuale di azoto, una superficie del 90% di acqua, il resto di rocce. Anche nel film di Nolan compare il pianeta di ghiaccio (è quello dove appare Mann/Matt Damon) ma sono nominati e si vedono anche molti altri pianeti.

6) E CHI TROVI SUL PIANETA DI GHIACCIO??? I CINESI!!!

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Sbarcato sul Pianeta di Ghiaccio, l’equipaggio della Endurance trova una botola in stile Lost; non solo, ci sono anche i resti di una bandiera rossa… Cosa significa? Semplicemente che i cinesi sono arrivati prima! Cooper e suoi compagni scoprono infatti che sotto la botola c’è una base della Repubblica Popolare Cinese: la “concorrenza” è arrivata lì 30 anni fa, nessuno essere umano è sopravvissuto, ma i 15 robot sì. Ben presto, i membri della Endurance scoprono che, a causa delle radiazioni emesse da un buco nero nelle vicinanze per 20 ore al giorno, qualsiasi oggetto sulla superficie viene bruciato in quell’arco temporale. Loro hanno ora tipo 5 minuti per scappare e non morire.

7) UNA MACCHINA DI GRAVITA’

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Come detto prima, gli unici a sopravvivere della spedizione cinese sono stati i loro robot. Be’, questi droni non sono stati certo con le mani in mano; anzi, hanno costruito una vera e propria colonia che avrebbe dovuto accogliere centinai di umani. I robot hanno poi studiato il pianeta, immagazzinando informazioni preziose come quella della presenza di una altro buco nero che si sarebbe potuto far collassare contro Gargantua. A quanto pare i robot erano partiti in una spedizione verso Gargantua ed erano tornati con una sorta di nuova tecnologia. Una tecnologia che poi hanno elaborato per costruire una “macchina di gravità”. Nel laboratorio dei robot cinesi si trova questo dispositivo in grado di controllare la forza di gravità, di rovesciarla, un po’ come nella sequenza di Inception…

8) IL CATTIVO DR.MANN (MATT DAMON) NON COMPARE, PERO’ CI SONO ALIENI E ROBOT MALVAGI

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Nel film di Nolan, il personaggio del Dottor Mann interpretato da Matt Damon rappresenta il puro individualismo dell’uomo che, per egoistico istinto di sopravvivenza, è pronto ad uccidere i suoi simili. Nella versione iniziale, questo ruolo non esisteva proprio: nelle vesti dell’antagonista meschino c’era piuttosto il loro robot-guida dell’Endurance targato CASE. Il droide altro non è che un “infiltrato” dei cinesi che ora, al comando dell’astronave, vuole spingere tutti verso il buco nero… Inoltre, per quel che riguarda la scoperta di altre forme di vita, gli astronauti scoprono che, sotto il pianeta di ghiaccio, si trovavano delle creature aliene che durante il giorno si rompevano in mille pezzi, scombinandosi e combinandosi tra loro: a un primo sguardo sembrava una guerra tra loro, ma in realtà era un meccanismo per incamerare energia solare.

9) SULLA TERRA SONO TUTTI MORTI

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Una volta tornati a bordo dell’Endurance, Cooper realizza che, a causa della distorsione temporale del buco nero, sono passati ben 47 anni sulla Terra. Come anche nel film di Nolan, Copper inizia a guardare tutti i video-messaggi arretrati della sua famiglia: da quei messaggi si apprende anche che la Terra sta morendo. In base alle loro teorie stimano poi che, una volta tornati sul loro pianeta, sarebbero ormai passati 300 anni. La conclusione è chiara quanto dolorosa: loro tre sono gli unici sopravvissuti della razza umana.

10) COOPER E AMELIA SI INNAMORANO E FANNO SESSO

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Se il film di Nolan esplora in profondità la relazione tra un padre e una figlia, spostando spesso il punto di vista anche dal lato “terrestre” di Murphy, nella versione per Spielberg la focalizzazione unica è quella di Copper: tutto è visto e raccontato attraverso lui. Si segue dunque il suo viaggio, il suo percorso tra le galassie e le emozioni, e anche il suo evolversi del sentimento verso la compagna di viaggio Amelia Brand. Alla fine del film, i due astronauti finiscono infatti per innamorarsi e la pellicola avrebbe previsto anche una segna di sesso in assenza di gravità.

11) UN SECONDO BUCO NERO

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Come via d’uscita a tutta la situazione viene introdotto, nello script originale, un secondo buco nero. La Endurance vi entra e vi trova anche delle creature in grado di provocare delle distorsioni al suo interno usando la gravità. Queste creature sembrano come spingersi in avanti in quello che viene descritto come un momento magico: Amelia riesce a trovare un modo per comunicare con loro e loro riescono in qualche modo a guidare la nave verso…

12) UNA NUOVA STAZIONE SPAZIALE, UNA NUOVA DIMENSIONE SPAZIO-TEMPO

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La nave arriva allora in un universo completamente nuovo compresso come fosse un disco: è chiaro che ora loro si trovavano come fuori dal tempo e dallo spazio, alla ricerca della cosiddetta quinta dimensione. L’astronave trova allora una nuova stazione spaziale: la raggiungono e vi trovano sopra TARS che gli spiega che è stato lui ad orbitare il buco nero più e più volte prima che si imbattessero nel secondo wormhole. Da lì, li ha guidati fino a questa stazione spaziale, questo luogo segreto che i cinesi volevano tenere nascosti. Dentro la Stazione, Cooper studia un piano per consentire all’umanità di scappare dalla Terra a bordo di navicelle circolari…

13) IL WORMHOLE PER VIAGGIARE INDIETRO NEL TEMPO

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Grazie infatti ai robot cinesi della stazione segreta, si viene a conoscenza di migliaia di altri wormhole, e alcuni di essi consentono anche di viaggiare indietro nel tempo. Per Copper e i suoi compagni si realizza la possibilità di un sogno impossibile: tornare indietro sulla Terra, su una Terra dove esiste ancora l’umanità, dove possono ancora riabbracciare i loro cari. Cooper è deciso a provare mentre Amanda è scettica perché scientificamente non riesce a credere possibili i viaggi nel tempo; per lei, inoltre, avrebbe più senso cercare altri pianeti dove la vita umana sarebbe possibile.

14) COOPER TORNA SULLA TERRA, MA È IL 2320, E L’UMANITA’ È ESTINTA

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Cooper sceglie di far ritorno sulla terra attraverso il wormhole che lo dovrebbe portare indietro nel tempo: peccato che arriverà sul suo pianeta nel 2320. Ossia più di 200 anni dopo da quando era partito. Lo scenario è di pura devastazione: nessuna vegetazione, solo terra spoglia e distese di neve e ghiaccio. L’uomo riesce a ritrovare quello che resta della sua fattoria ora completamente distrutta, solo macerie. Mentre vaga per quei luoghi disabitati è sorpreso da una potente tempesta e cerca di far ritorno alla sua navicella, ma i suoi sforzi sembrano inutili: la potenza del vento è troppo forte. Cooper sembra destinato a morire sulla Terra, solo.

15) UN FINALE UGUALE, MA DIVERSO

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Rispetto al finale del film di Nolan, la conclusione della sceneggiatura di Spielberg è abbastanza simile, con qualche piccola variazione sul tema. Anche qui Cooper si risveglia in una stanza d’ospedale in un’enorme base spaziale: lì incontra un uomo molto vecchio, ovvero Anthony Cooper Welling che si rivela essere un suo pronipote (non c’è dunque il ritrovamento del figlio, o della figlia, ma comunque di un membro della propria famiglia) che è giunto appositamente da un’altra stazione per incontrarlo. Il vecchio Anthony Cooper Welling non riesce neanche a parlare ma compie un gesto che non ha bisogno di parole: ridà a Cooper l’orologio che lui stesso aveva consegnato al figlio Murph. Dopo questo momento molto emozionante, troviamo Cooper discutere con le autorità della Stazione: lui vorrebbe partire per una nuova spedizione spaziale per andare alla ricerca di Amelia, che è ormai dispersa da 200 anni, ma gli amministratori gli dicono che non è possibile, ormai tutte le missioni sono robotizzate e sono davvero pochi gli umani coinvolti. A quel punto Cooper decide di disobbedire, ruba una navicella e parte tra le stelle per ritrovare la sua compagna.

Cosa ne dite? Preferite la storia della versione originale pensata per Spielberg o quella del film effettivamente raccontata da Christopher Nolan?

Interstellar diretto da Christopher Nolan è ora nei cinema: se lo volete ri-vedere qui trovate la programmazione; vi segnaliamo inoltre che al cinema Arcadia di Melzo il film è proiettato nello spettacolare formato di 70mm. Per altre informazioni e curiosità, ecco anche la Pagina Facebook italiana. E inoltre:

• QUI la nostra recensione
• QUI il nostro resoconto della conferenza stampa di Londra
• QUI le nostre foto sul red-carpet della première di Londra
• QUI il nostro incontro col protagonista Matthew McConaughey
QUI i 10 film che hanno influenzato Interstellar
QUI il nostro commento dopo la proiezione in 70 m,

Fonte: /Film

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