Su Disney Channel è arrivata la serie Girl Meets World, sequel del fortunatissimo “Crescere, che fatica!”. Girl Meets World è in onda dal 9 novembre! Ecco cosa ci hanno raccontato la piccola protagonista Rowan Blanchard e Ben Savage nei panni del papà!
Girl Meets World è una serie televisiva sequel di Boy Meets World (Crescere, che fatica!) trasmessa sul canale ABC dal 1993 al 2000. La protagonista è la bimba prodigio Rowan Blanchard, nei panni dell’undicenne Riley Matthews, affiancata da Sabrina Carpenter, Danielle Fishel e Ben Savage.
In Girl Meets World ritroviamo il protagonista di Boy Meets World, Ben Savage, quattordici anni dopo, ormai cresciuto e trasferitosi da Philadelphia a New York. Se nella serie madre, il pubblico di tweens si era affezionato ai genitori di Riley, Cory Matthews e Topanga Lawrence, nel suo spin off avrà modo di seguire le avventure della figlia cresciuta, alla scoperta della Grande Mela in compagnia dell’amico d’infanzia.
Abbiamo chiesto ai protagonisti, Ben Savage e Rowan Blanchard, di raccontarci cosa aspettarci dalla loro nuova esperienza nella serie tv.
Ben Savage, che effetto ti fa tornare a lavorare su una storia legata alla crescita, ma questa volta nei panni del genitore?
È stato molto interessante perché ho rivissuto un capitolo del mio passato ma da adulto: è molto elettrizzante interpretare sia il genitore sia il professore e mi sto divertendo molto.
Hai visto il film di Richard Linklater, ‘Boyhood,’ pensi che ‘Boy Meets World’ in qualche modo sia stato il precorritore?
Ottima domanda, purtroppo però non ho ancora visto il film, perché siamo stati oberati dalla promozione della serie, ma ho amici che lo hanno visto e ne erano entusiasti, e non vedo l’ora di vederlo.
Riley darà una prospettiva femminile in una generazione dominata dalla tecnologia…
Questa era una delle cose che ci interessava maggiormente, ovvero raccontare la storia con personaggi diversi, dal momento che il periodo storico è talmente diverso rispetto alla serie originaria. In ‘Boy Meets World’ i ragazzi crescevano in un periodo molto più innocente e leggiadro, ora è molto difficile essere ragazzi, con internet, i cellulari, i social media. Ci sono tante questioni che i ragazzi devono affrontare che sono diverse da quelle con quelle con cui si sono confrontati i ragazzi delle prima serie. Non è difficile solo per i ragazzi, ma anche per i genitori e le famiglie. La serie decisamente esplora questo mondo nuovo, da un punto di vista femminile, e credo che gli spettatori saranno in grado di identificarsi in alcune delle questioni che vengono discusse.
Ad esempio?
Uno degli episodi, recentemente in onda negli States, riguardava i cellulari e come questa nuova generazione faccia affidamento su questi apparecchi. Oggi i ragazzi tengono i cellulari costantemente accesi e connessi con le persone, ma si perdono l’esperienza di prima mano e quello che succede dinnanzi ai loro occhi. Quando vai a cena, in America, vedi le famiglie a tavola con i ragazzi che sono sempre attaccati ai loro cellulari, perdendosi tante esperienze umane di interscambio diretto. Abbiamo dedicato un intero episodio su questo argomento.
Tu però pensi di aver perso qualcosa di quella fase di crescita, dal momento che hai iniziato a lavorare come attore da bambino?
Ottima domanda, penso che questa questione stava molto a cuore ai miei genitori e a chi mi circondava. Volevano che avessi un’infanzia normale, per quanto fosse possibile. Abbiamo provato, ma naturalmente sono cresciuto su una serie televisiva, quindi alcune delle mie esperienze sono state leggermente differenti, è una scelta che ho fatto da molto giovane e non me ne pento.
In ogni caso hai proseguito gli studi anche all’università…
L’istruzione mi stava molto a cuore mentre stavo crescendo, ci tengo molto. Quindi nel 2000 quando finì ‘Boy Meets World’, ero già una matricola in Scienze Politiche a Stanford.
Come ti hanno accolto gli altri studenti?
È stato fantastico, gli studenti erano talmente colti e in gamba che essere in corso con un attore che aveva recitato su una serie televisiva non era poi così interessante.
Dal momento che ci sei già passato, che consiglio hai dato a Rowan che interpreta Riley?
L’ironia è che per quanto io le dia dei suggerimenti è lei che mi fai scoprire cose nuove. Rowan è una ragazza brillante ed intelligente, quindi lei mi insegna tutti i progressi dei social media.
La tua esperienza precedente ti ha scatenato il desiderio di esplorare alcune tematiche particolari nel sequel della serie?
Sicuramente, ad esempio io non sono ancora padre ed interpretarne uno è stato una sfida con me stesso. Credo che la cosa più elettrizzante fosse la possibilità di raccontare una nuova storia, per i ragazzi, per i genitori e che si potessero imparare delle cose.
È stato difficile ritornare nei panni di Cory dopo tutto questo tempo?
All’inizio è stata una sfida perché stavo riscoprendo il personaggio, che non volevo interpretare esattamente come in ‘Boy Meets World’, perché lo abbiamo già visto e in più sono passati quattordici anni. Penso che nei primi episodi ci fosse proprio un procedimento d’esplorazione per ritrovare il personaggio.
La serie ha debuttato da poco, finora come è stato il riscontro del pubblico statunitense?
Finora siamo soddisfatti. Naturalmente ci sono aspettative alte, e questo ci mette un po’ sotto pressione. Lo show è buono e come qualsiasi serie televisiva ha bisogno che vengano trasmessi alcuni episodi prima che arrivi al cuore del pubblico. Al momento il riscontro è stato ottimo, ma penso che abbiamo ancora bisogno di un po’ di tempo per crescere.
Continuerai con la regia?
È un’esperienza che mi è piaciuta molto e mi piacerebbe ripetere, vedremo che succede, un passo per volta. Ma sicuramente mi piacere continuare con la regia.
Rowan Blanchard, eri una fan di ‘Boy Meets World’?
Non posso dire di essere cresciuta vedendo la serie, ma ho visto ogni singolo episodio.
Ricordi il tuo provino che ti ha portato ad interpretare questo ruolo?
L’audizione è stata molto lunga, le selezioni sono iniziate a novembre e si sono conclusione a fine gennaio. Stavano strutturando il pilota quindi il processo di perfezionamento ha richiesto queste lunghe tempistiche.
Trovi di aver dei punti in comune con Riley Matthews?
Sì, siamo entrambe esuberanti e anticonvenzionali. Io però credo di essere più sarcastica rispetto a lei, ma siamo molto simili.
Hai iniziato a recitare a 5 anni (per la pubblicità di Advil) e hai imparato ad andare in bicicletta in due giorni, impari in fretta, ci sono cose che hai dovuto imparare velocemente per questo nuovo ruolo?
Gli sceneggiatori della serie amano riscrivere le battute alle quattro del mattino o alle sei, e le riprese iniziano alle sette. E per me è stata molto dura ma sono riuscita ad adattarmi a tutte le richieste.
Com’è lavorare con Ben?
È una gioia, lui è una delle persone più simpatiche che io abbia incontrato.
Che consigli ti ha dato?
È stato di immenso supporto sul set, dal momento che ha diretto e scritto qualche episodio.
Hai trovato dei punti in comune tra la vecchia e la nuova serie e il “padre” e la “figlia”?
Assolutamente, credo che il mio personaggio sia simile a quello di Cory: entrambe siamo un po’ pazzerelli, ma divertenti e amiamo sistemare le situazioni.
Pensi che la tua prospettiva femminile e generazionale darà valore aggiuntivo alla serie precedente?
Credo debba essere così. Abbiamo già visto la storia attraverso gli occhi di un maschio e la prospettiva femminile è completamente differente. La serie sicuramente piacerà anche ai maschi, ma avrà un tocco aggiuntivo di sensibilità femminile.
La serie ‘Boy Meets World’ è durata 14 anni, dove ti vedi tra 14 anni?
Caspita, avrò vent’anni! Sicuramente voglio andare a studiare alla Columbia, continuare con la recitazione e diventare una scrittrice. Amo molto leggere e scrivere. E il mio talento segreto è che sono bravissima con il hoola hoop!
Te lo fanno usare nella serie?
No, mi piacerebbe. Spero nei prossimi episodi.
E voi state guardando Girls Meets World??