The Devil’s Vinyl, terzo episodio di Constantine, risolleva parzialmente le sorti dello show, e mostra il debutto di Michael James Shaw nel ruolo di Papa Midnite…
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER
Chicago. Una donna (Joelle Carter) recupera un vecchio vinile nascosto nella parete di una casa in rovina, e lo porta al suo amico Bernie (Dikran Tulaine) – un produttore discografico – per chiedergli di analizzarlo e determinare se sia autentico. Lo avverte di non ascoltarlo per nessuna ragione, ma lui non le dà retta, e sente una voce inquietante che lo costringe a suicidarsi.
Ad Atlanta, John Constantine (Matt Ryan) e Chas (Charles Halford) ricevono la visita di Zed (Angelica Celaya), determinata ad accompagnarli nelle loro avventure per imparare a gestire i suoi poteri di chiarosenziante (Zed può percepire la natura o l’origine delle cose tramite il semplice contatto fisico). John riceve notizia della morte di Bernie, che era un suo vecchio amico, e vuole andare a Chicago per indagare; Zed insiste per accompagnarlo, ed effettivamente John scopre che la ragazza è di grande aiuto, grazie ai suoi poteri alla sua scaltrezza. Ad esempio, ruba un badge per entrare nell’obitorio, dove John pratica un incantesimo per riportare momentaneamente in vita il cadavere dell’amico e scoprire qualche indizio. La formula provoca un po’ di caos poiché risveglia anche gli altri cadaveri, ma Bernie sussurra «Moonrise», e Zed scopre che si tratta della Moonrise Records, una casa discografica il cui fondatore, Marcus Mooney (Nicholas Pryor) è ricoverato in ospedale. John e Zed vanno a fargli visita, e Marcus racconta che un investigatore è andato da lui per chiedergli informazioni su un disco registrato negli anni Trenta da Willie Cole (Q. Coleman), bluesman che vendette l’anima al demonio in cambio del successo; il demonio, però, riscosse il pagamento proprio durante l’incisione del vinile, che quindi registrò la sua voce infernale. Ora, chiunque lo ascolta è indotto a compiere atti di violenza. Marcus spira poco dopo questo racconto, e John vede Manny (Harold Perrineau) che preleva la sua anima.
L’investigatore lavorava per un certo Fell, e John riconduce il nome a quello di Ian Fell (Marcus Hester), una rockstar che fu lanciata proprio da Bernie. John crede che Ian abbia venduto l’anima al demonio per ottenere il successo, ma quando irrompe in casa sua scopre che le cose sono andate in modo diverso: fu infatti sua moglie Jasmine (la donna che ha portato il disco a Bernie) a stringere un patto con il diavolo vent’anni prima, poiché Ian stava per morire di cancro e non sembravano esserci alternative per salvarlo. Ora, il demonio reclama l’anima di Jasmine, ma l’uomo che negoziò il contratto le ha proposto un altro affare: annullerà l’accordo se lei gli consegnerà il vinile. John si fa dire l’ora e il luogo dell’incontro, e vi si reca al posto suo. Ad attenderlo c’è però una sorpresa: il negoziatore è infatti manovrato dal temibile Papa Midnite (Michael James Shaw), maestro di vodoo e arti oscure, che vuole il disco come merce di scambio per una sua eventuale trattativa con il diavolo (ad esempio, per salvarsi l’anima dalla dannazione). Midnite invia due suoi uomini a prelevare il vinile a casa dei Fell, e lega John a una grata dopo avergli iniettato un anticoagulante e praticato un taglio su un braccio: morirà nel giro di quattro ore, in tempo per essere nuovamente interrogato se i suoi emissari non troveranno il disco. Midnite però gli lascia anche un barattolo di vitamina K, utile a salvarlo dal sanguinamento se riuscirà a liberarsi.
Intanto, gli uomini di Midnite s’impossessano del disco, e Zed capisce che John è in pericolo: grazie ai chiodi di Sant’Antonio (che sono attratti l’uno dall’altro: John ne ha tenuto uno, e l’altro l’ha nascosto nel cappotto di Jasmine), la ragazza riesce a trovarlo e lo salva. I due emissari, però, sono stati influenzati dalle voci demoniache del disco, e lo portano in una stazione radiofonica universitaria per farlo ascoltare sull’etere. Chas distrugge il ripetitore, mentre John s’infila un paio di cuffiette con Anarchy in the U.K. dei Sex Pistols per evitare di ascoltare la voce del diavolo, ma le perde durante una colluttazione. Poco prima che anche lui soccomba alla follia, arriva Papa Midnite armato di fucile, che fa saltare le casse e interrompe la musica. John pronuncia un incantesimo che rispedisce il disco all’inferno, lasciando il suo avversario a mani vuote.
Il contratto di Jasmine viene rimangiato (letteralmente) dal negoziatore: questo significa che la sua vita è salva, ma anche che Ian tornerà ad ammalarsi di cancro. L’uomo le dice però che, stavolta, le tecniche moderne lo potranno salvare.
Alla fine, vediamo Midnite che brucia una bambolina vodoo con le fattezze di John.
È ormai chiaro che da Constantine non ci si possa aspettare uno show all’altezza del fumetto da cui è tratto, né per audacia né per originalità, ma la serie di David S. Goyer e Daniel Cerone deve quantomeno imparare ad assolvere i suoi propositi d’intrattenimento in modo dignitoso, offrendo uno spettacolo godibile seppur derivativo. Se è vero che non ci è riuscita nei primi due episodi, l’obiettivo può dirsi centrato in The Devil’s Vinyl, che attinge più profondamente alla mitologia di Hellblazer grazie all’introduzione del famigerato Papa Midnite. Il suo ruolo, peraltro, è caratterizzato da una discreta ambiguità: è un avversario, certo, eppure anche lui sembra preoccuparsi di non “imbrattare” troppo la sua anima, lascia una via di scampo a John e finisce addirittura per salvargli la vita, come effetto collaterale del suo tentativo di recuperare il disco. Lo scontro non giunge mai sul piano fisico, ma si nutre di astuzie e incantesimi che, al momento, costituiscono la principale attrattiva dello show, pur rivelandosi come espedienti sin troppo comodi per sciogliere alcuni nodi del racconto (nel senso che John sembra avere sempre il trucco, l’incantesimo o l’amuleto giusto al momento giusto, un po’ come i gadget di James Bond nei classici 007). Al di la di queste considerazioni, però, gli incantesimi non mancano di originalità, e coincidono spesso con le scene più divertenti della puntata: il risveglio dei morti nell’obitorio, ad esempio, o le due esplosioni splatter nelle sale di registrazione.
Stavolta il carisma di Matt Ryan è supportato da qualche gag o battuta di buona fattura, soprattutto quando esprime il suo fastidio per le iniziative di Zed («Non dovremmo saltare non appena parla… ok, abbiamo aspettato abbastanza, andiamo»), che però sono fondamentali per il proseguimento dell’avventura. L’interpretazione di Angelica Celaya si affida ancora a smorfiette un po’ fastidiose, ma il suo personaggio è ben integrato nella trama e, spesso, ha il merito di innescare le svolte narrative con le sue visioni o con la sua scaltrezza. Anche Chas, lasciato in disparte nel secondo episodio, ritrova un ruolo più determinante. Di tensione non c’è nemmeno l’ombra, e l’intreccio risulta saltuariamente contorto nella concatenazione di scoperte progressive, ma la sua efficacia risiede nella centralità del “reperto” da recuperare: il “vinile del diavolo”, glaciale al tocco e dotato di poteri ipnotici, ricorda la celebre videocassetta di Ringu, e sortisce effetti molto simili, come si può notare nella scena in cui la figlia di Ian e Jasmine Fell viene soccorsa da sua madre proprio mentre lo sta ascoltando (e che appare – la scena – completamente gratuita, se non come citazione del film). L’epilogo lascia presagire che Papa Midnite non ha buone intenzioni nei confronti di John, e sicuramente tornerà nel corso della stagione… ammesso che la NBC continui a ordinare nuovi episodi.
La citazione: «La preghiera non è che una grande negoziazione con un potere superiore.»
Ho apprezzato: l’interpretazione di Matt Ryan; l’ambiguità di Papa Midnite; gli incantesimi; l’insofferenza di John nei confronti di Zed; il ruolo attivo di quest’ultima.
Non ho apprezzato: l’assenza di suspense; l’interpretazione di Angelica Celaya.
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