Da quando venne lanciato, nell’ormai lontano 2004 (2005 per noi europei) World of Warcraft ha dimostrato di avere tanta forza da cambiare completamente il mondo dei videogiochi, o almeno uno dei suoi generi in massima espansione, quello dei MMORPG, (Massive Multiplayer Online Role-Playing Game, ovvero gioco di ruolo in rete multigiocatore di massa) oltre che a riconfermare l’assoluta maestria dei ragazzi di Blizzard, in grado di trasformare in oro qualsiasi cosa tocchino.
Tale successo non si è praticamente mai arrestato ed anzi, è stato manutenuto vivo dalle tante, favolose espansioni che hanno seguito il lancio del gioco: ultima in ordine cronologico è proprio Warlords of Dreanor, uscita in concomitanza con la celebrazione dei 10 anni del titolo al day one.
In questi circa 3650 giorni WoW è stato visitato da oltre 100 milioni di giocatori, con un picco massimo di players abbonati di 12 milioni. Cifra non molto lontana dagli “abitanti virtuali” di oggi che dopo l’uscita della nuova espansione, hanno risuperato quota 10 milioni.
Definire World of Warcraft solamente un gioco sarebbe un pò limitante visto che la produzione di Blizzard è divenuta un vero e proprio fenomeno “sociale” nel corso degli anni. Qualche numero? 11 le lingue in cui è stato tradotto, 9 milioni di gilde create, oltre 5 milioni di likes su Facebook, oltre 400.000 follower su Twitter, 26 milioni di video postati su YouTube ed 1 film in uscita nel 2016 diretto da Duncan Jones di cui, tra le altre cose, qui su Screenweek potete leggere il cast completo e quanto visto in privato nel corso dell’ultimo Blizzcon.
Come se non bastasse, l’immaginario collettivo (soprattutto USA) è stato colpito così fortemente da WoW, che lo abbiamo potuto vedere protagonista di puntate intere di Southpark e Big Bang Theory. Per completare il quadro, sono molti i giocatori VIP tra cui molte attrici e attori come Mila Kunis, Vin Diesel, Chuck Norris, Cameron Diaz, Elijah Wood, Ben Affleck, Hulk Hogan e, stando ad alcuni rumours, lo stesso Presidente Barack Obama avrebbe passato qualche ora sulla produzione di Blizzard.
World of Warcraft anche dal punto di vista economico è l’unico MMORPG a richiedere un canone mensile di abbonamento. Tutti i suoi rivali sono diventati “free to play” e nonostante questo, WoW continua a mantenere da solo il 36% delle quote di mercato all’interno di questo genere. Blizzard da sempre ha puntato sulla qualità e non sulla quantità dei suoi prodotti sfornando a profusione capolavori. Una software house così attenta a non commettere passi falsi che in passato (anche molto recente) ha cancellato progetti anche in stato avanzato (Starcraft Ghost, Titan).
Qualche riga infine per chi non avesse mai giocato a WoW e non sa nulla di questo universo: inizialmente potremo scegliere 8 fazioni, divise in due fra le forze dell’Alleanza (ovvero i “buoni” e quindi umani, nani, gnomi ed elfi) e quelle dell’Orda (orchi, troll, non-morti, i taureen). Naturalmente, come vuole la tradizione del genere, il nostro alter ego virtuale potrà scegliere fra un buon numero di professioni che però saranno diverse a seconda della razza/fazione scelta.
La dicotomia fra due forze è l’apripista ad incredibili scontri epocali fra giocatori. Non mancheranno chiaramente però quest secondarie, scontri con mostri mossi dall’intelligenza artificiale ed il classico sistema delle gilde così come la crescita del personaggio per quanto riguarda vari parametri. Quest’ultimo elemento è di primaria importanza visto che per superare alcuni ostacoli (mostri giganti di varia specie) si rivelerà fondamentale avere quel grado minimo di livello in difesa e in attacco per vincere.
Se siete neofiti del genere, non vi preoccupate: Blizzard ha preso una lunga serie di misure per non rendere troppo ripida la curva di apprendimento ed avrete quindi modo di fare la vostra avventura in modo sereno ed equilibrato insieme agli altri dieci milioni di giocatori on line sparsi per tutti i continenti.
Se dovessimo cercare di capire la formula del successo di WoW, è stata quella di riprendere l’archetipo degli RPG on line ma rivisto con la solita maestria dei programmatori nord-americani che riescono ad incantare per riuscire ad amalgamare semplicità ed immediatezza ad una profondità strutturale assolutamente di prim’ordine. Lo stesso si può dire per la qualità audiovisiva dove non è tanto il numero di poligoni su schermo a sorprendere ma l’incredibile cura per tutti i dettagli di ambienti e personaggi.
E voi siete d’accordo? Se siete giocatori di WoW, nei commenti a fine post, diteci cosa vi ha stregato dell’MMORPG più di successo della storia!