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The Walking Dead, la recensione del primo episodio: No Sanctuary

Pubblicato il 13 ottobre 2014 di Lorenzo Pedrazzi

La quinta stagione di The Walking Dead ha debuttato su AMC con un validissimo primo episodio, No Sanctuary, che unisce azione ed emozione per raccontare la fuga da Terminus…

Attenzione: l’articolo contiene SPOILER.

Forse gli abitanti di Terminus non sanno con chi hanno a che fare, ma questo non significa che siano degli sprovveduti: mentre Rick, Carl, Michonne, Abraham, Daryl, Glenn, Maggie e gli altri si preparano ad attaccare i loro carnefici con armi improvvisate, il tetto del vagone si apre, e al suo interno viene lanciata una bomba fumogena. Storditi, Rick, Daryl, Glenn e Bob sono trasferiti in una stanza dove le vittime vengono dissanguate prima della macellazione, ma un’esplosione all’esterno genera il caos, e blocca momentaneamente l’esecuzione.
Scopriamo che la responsabile è Carol: ha sparato a un serbatoio di gas, mentre Terminus viene assediata dai morti viventi. La donna ha lasciato Tyreese e Judith in una capanna poco distante, dopo aver fatto prigioniero uno degli abitanti della stazione. Quest’ultimo approfitta di una distrazione di Tyreese per afferrare la bimba: minaccia di spezzarle il collo se lui non uscirà all’esterno, gettandosi in pasto agli erranti. Tyreese ubbidisce, ma sbaraglia tutti i mostri a mani nude, poi rientra e uccide l’uomo a suon di pugni.
Intanto, a Terminus la situazione precipita: i morti viventi hanno superato le recinzioni, e Rick approfitta della confusione per tagliare le sue corde con un legno affilato, uccidere le due guardie e liberare Daryl, Glenn e Bob. I quattro si fanno strada tra gli erranti, recuperano un fucile e fanno uscire i compagni dal container (i quali, nel frattempo, hanno appreso da Eugene che l’idea alla base della cura è quella di contrastare il virus con altri agenti patogeni: insomma, combattere il fuoco con il fuoco). Gareth, il leader di Terminus, viene ferito da Rick durante la fuga, e il gruppo riesce a oltrepassare la recinzione mentre gli erranti portano scompiglio alle loro spalle. Nel frattempo, Carol sta attraversando la stazione per trovare i suoi amici, e viene attaccata da una donna nel santuario; dopo averla sconfitta, la lascia a terra, preda dei morti viventi.
Rick e gli altri recuperano la borsa con le armi, ma Rick vorrebbe tornare indietro per sterminare tutti i superstiti di Terminus. Carol però li raggiunge, riabbraccia Daryl, e dice a Rick che sua figlia si trova lì vicino, con Tyreese: finalmente lui e Carl possono riabbracciare la piccola Judith, e il gruppo si mette in cammino per allontanarsi il più possibile dalla stazione; Rick lascia scritto “No Sanctuary” su uno dei cartelli che preannunciavano Terminus, per evitare che altri sopravvissuti ne siano attratti. Poco dopo il loro passaggio, scopriamo che Morgan sta seguendo le loro tracce.
Parallelamente, in alcuni flashback ci viene raccontata la storia di Terminus: la stazione era davvero un santuario per l’accoglienza dei sopravvissuti, ma alcuni uomini violenti lo invasero, ne presero prigionieri gli abitanti – tra cui Gareth e sua madre – e stuprarono le loro donne. Fu in quel momento che Gareth capì di non potersi permettere alcuna pietà, poiché in quel mondo ci sono soltanto prede e cacciatori…

Non potrebbe esserci un titolo più eloquente per il primo episodio della nuova stagione: No Sanctuary, “nessun santuario”, evoca l’idea di un luogo sacro che sia stato violato e brutalizzato da leggi disumane, quelle stesse leggi che governano il mondo di The Walking Dead. I brevi ma arguti flashback che narrano il passato di Terminus risultano emblematici, in tal senso. Gli abitanti della stazione non sono – o meglio, non erano – dei mostri, ma persone animate da solidarietà e altruismo, sinceramente convinte di poter fare del bene; purtroppo, però, la violenza dilagante ha corrotto anche loro, li ha incattiviti e costretti a trasformarsi in carnefici. Non sarebbe forse questo il destino di Rick e degli altri personaggi, se si abbandonassero alla cieca violenza? Negli abitanti di Terminus, i protagonisti possono vedere il riflesso di loro stessi, del loro potenziale futuro. Come al solito, i veri “mostri” non sono certo gli erranti, creature sciagurate, incoscienti e mosse dall’istinto, ma gli esseri umani superstiti, che fanno consapevolmente del male al prossimo, e si combattono a vicenda invece di collaborare. Nel caso di Terminus, poi, siamo all’apice del paradosso: Gareth e i suoi compagni non si limitano a uccidere i viandanti, ma li mangiano, assumendo così il medesimo modus vivendi degli erranti… ma senza l’alibi dell’incoscienza. La violenza, nel mondo di The Walking Dead, conduce inevitabilmente ad altra violenza, e la spirale di brutalità sembra inarrestabile.

Supportato da queste tematiche, il debutto della quinta stagione è molto valido, e traccia il principio della linea narrativa che si svilupperà nei prossimi mesi. Nel dettaglio, l’efficacia dell’episodio è garantita dalla sua varietà emotiva e spettacolare: dalla suspense dei primi minuti (basata sulla scoperta di come Rick e gli altri riusciranno a liberarsi) si passa a un gran concentrato d’azione, ben ritmato e molto dinamico, nonché giocato sull’alternanza dei punti di vista tra i vari personaggi. È interessante notare che i protagonisti psicologicamente più “delicati” – ovvero, quelli che vivono la lotta costante tra la propria umanità e l’istinto violento di sopravvivenza – si trovano a dover compiere delle scelte morali (Tyreese con l’uomo della capanna, Carol con la donna del santuario), e in genere scelgono la via più brutale, perché di fronte all’apocalisse non c’è spazio per la compassione; almeno, non nei confronti dei nemici. L’umanità, però, emerge con forza nell’epilogo, quando Carol riabbraccia Daryl, e Rick ritrova Judith: sono due scene semplici, sobrie e commoventi, che dimostrano come The Walking Dead sia in grado di mutare repentinamente il suo spettro emotivo, sfiorando stati d’animo contrastanti nel giro di poche sequenze. Anche per questa ragione, No Sanctuary riesce a soddisfare le esigenze più disparate del pubblico, e si conferma un esordio davvero buono. Vedremo se il resto della stagione saprà dimostrarsi alla sua altezza.

La citazione: «Se incrociate qualcuno di loro, uccidetelo. Non esitate. Loro non lo farebbero.»

Ho apprezzato: il buon ritmo dell’episodio; l’alternanza tra suspense, azione ed emozione; i flashback sul passato di Terminus; gli abbracci finali.

Non ho apprezzato: nulla di rilevante.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di The Walking Dead sul nostro Episode39 a questo LINK.