Screenweek dal Giappone
Mentre in Italia è imminente l’uscita nelle sale di La storia della principessa splendente, un vero e proprio evento per uno degli artisti d’animazione giapponesi meno conosciuti e più sottovalutati, in Giappone intanto Takahata Isao, con i suoi 79 anni, non sembra abbia alcuna intenzione di smettere.
Recentemente ha infatti dichiarato di avere ancora dei progetti e delle idee che gli piacerebbe sviluppare e che non si considera in alcun modo in pensione o in pensionamento, speriamo solo che non ci metta tanto con la possibile nuova opera, anche se oramai il maestro e co-fondatore dello studio Ghibli ci ha abituato a tempi di lavorazione assai lunghi. Ma considerando che il popolo giapponese è uno dei più longevi sulla terra e che esempi di registi attivi anche in tardissima età non mancano, con picchi d’eccellenza non da poco, Manoel de Oliveira e restando in Giappone Kaneto Shindo sono gli esempi più lampanti, c’è da essere ottimisti.
Intanto lo scorso sabato il regista giapponese ha partecipato ad una marcia contro una nuova legge recentemente approvata che protegge i segreti di stato che di fatto limita di molto la libertà di conoscere e di essere informati per i cittadini giapponesi. Una presa di posizione quella di Takahata che non è nuova per il regista nipponico che fin dagli inizi della sua carriera si è sempre dimostrato un artista impegnato e non si è mai tirato indietro, assieme a Miyazaki, nel dichiarare il suo dissenso verso decisioni governative che non condivideva.
Spostandoci verso argomenti più leggeri, va senz’altro notato come in Giappone sia in uscita, in gennaio del prossimo anno, un cofanetto di DVD/Blu-ray con tutti i lavori che in questi decenni Takahata ha creato. In 11 DVD, si va dal suo debutto nel cruciale 1968 con Horus: Prince of the Sun a cui collaborò anche Miyazaki, alla serie animata Anna dai capelli rossi, al documentario sui canali di Yanagawa, Una tomba per le lucciole, il lavoro per cui è più conosciuto all’estero, molti altri lungometraggi d’animazione fino a concludere naturalmente con La storia della principessa splendente, per chi scrive, uno dei suoi lavori più belli e che consigliamo davvero di non perdere.