Dagli scenari sanguinari e oscuri di Game of Thrones a quelli divertenti e colorati di Boxtrolls – Le scatole magiche, il passo non è poi così breve. Eppure Isaac Hempstead-Wright non ci ha messo molto a lasciare, almeno per il momento, i panni di Bran Stark per calarsi in quelli di Uovo: il protagonista del film d’animazione targato LAIKA studios e presentato in questi giorni al Festival di Venezia (QUI la nostra recensione).
Dopo Coraline e ParaNorman, i LAIKA Studios hanno confezionato ora un altro gioiello fiabesco in stop-motion che, come i titoli precedenti, è un cartoon ironico e intelligente, non privo di toni dark. Il film è ambientato a Cheesebridge: un borgo dell’Inghilterra vittoriana dove gli abitanti hanno una folle ossessione per i formaggi e una paura atroce per i boxtrolls, ovvero degli esseri orripilanti coperti da scatole di cartone che vivono nel sottosuolo salvo uscire in superficie la notte per seminare terrore e rapire bambini. Peccato che questa sia una leggenda. E sì perché i boxtrolls, a guardarli da vicino, sono dei mostriciattoli adorabili che hanno perfino adottato e cresciuto con amore un piccolo orfano: Uovo, appunto il personaggio doppiato da Isaac Hempstead-Wright.
A Venezia abbiamo incontrato proprio Isaac. Marcato accent british e seria professionalità (nonostante i suoi 15 anni), l’attore ci ha raccontato di quest’esperienza mentre si divertiva a giocare coi veri pupazzi in plastilina usati sul set.
Vedo che ti stai divertendo a giocare coi pupazzi, ma è vero che hai realizzato tu stesso dei piccoli film d’animazione?
Sì, vero! Ho realizzato un paio di corti animati: a scuola mi avevano dato un compito da fare e così io ho pensato a un piccolo film in animazione su Re Artù. Probabilmente è il peggior cartone mai fatto nella storia del cinema d’animazione! [ride, ndr]
Quali sono stati i temi del film che più ti hanno affascinato?
Boxtrolls ha davvero dei bei messaggi al suo interno, per esempio quello famiglia, sul fatto che la famiglia migliore non sia necessariamente quella tradizionale, biologica, bensì un gruppo di persone che ti avellano e si prendono cura uno dell’altro. Dal film si percepisce proprio questo: chi avrebbe mai detto che dei trolls, solo uomini, che si cibano di insetti, potevano rappresentare dei buoni genitori per un ragazzino come Uovo e allevarlo con tanto amore e tante cure? Poi mi ha intrigato il tema della propaganda, di come un paio di uomini solo girando per la loro città, diffondendo voci e appendendo manifesti riescano a far passare nel pensiero della gente comune che i boxtrolls siano mostri pericolosi e malvagi che rapiscono bambini quando invece non è così.
Come descriveresti Uovo?
Uovo mi ricorda Tarzan, è stato cresciuto dai Boxtrolls ed è convinto di essere uno di loro. Peccato che quando scopre di essere un umano tutto il mondo crolla gli sembra crollare addossi: si sente combattuto tra due mondi, o meglio si sente come se non appartenesse né al mondo del sottosuolo dei boxtrolls e neppure al mondo degli umani di sopra. Iil bello che alla fine prenderà il meglio di entrambi: il coraggio degli uomini e la generosità dei boxtrolls. Non sono sicuro di essere coraggioso come Uovo, lui è stato eroico riuscendo a uscire dalla sua scatola. È anche questo un messaggio del film: un invito ai ragazzi a trovare una via di uscita dalla propria scatola.
Com’è stato vedere sul grande schermo Uovo: un ragazzino che ha la tua voce ma che non ha il tuo corpo?
Molto strano, in effetti. Mi sono sentito un po’ dissociato. La cosa strana è che facevo quai fatica anche a riconoscere la mia stessa voce.
Lavorare per un film divertente e colorato come Boxtrolls è stata per te anche un po’ una pausa da Games di Thrones che invece ha tonalità ben più dure e drammatiche?
Be’, direi di sì. C’è da tenere presente, però, che la mia vita d’attore non è poi così impegnativa: anche se la produzione di Boxtrolls è durata anni, io sono stato occupato solo 10-12 giorni per registrare la mia parte, che è stato tra l’altro anche più del dovuto visto che ho dovuto ridere delle scene perché le battute erano state modificate e perché la mia voce, crescendo, era un po’ cambiata. Anche per Games of Thrones, poi, avrò fatto solo 11-15 giorni sul set lo scorso anno. Insomma, per il momento recitare non è ancora un lavoro vero e proprio che mi tiene occupato tutto il tempo: sono un ragazzo normale che va ancora in una scuola normale e passa il tempo coi suoi amici, esattamente come un mio coetaneo.
È più difficile fare l’attore o il doppiatore?
Sono due cose molto diverse l’una dall’altra e non so dire quale sia la più difficile. Nei film in live-action ti trovi fisicamente sul set, con indosso il tuo costume, circondato dagli altri attori e da scenografie o ambienti reali: ti ci vuole quindi molto poco per entrare nel personaggio, te lo senti addosso. Per le pellicole di animazione, invece, ti trovi in un piccolo studio per registrare la voce, spesso da solo o con al massimo un altro collega, e ripetere in continuazione le tue battute: lavori quindi in modo più isolato. Verrebbe dunque da dire che recitare è più facile di doppiare, però è anche vero anche per i film normali non è un processo così immediato quello di calarsi nella parte, anzi ti senti un po’ scollegato da tutto il resto: devi infatti arrivare sul set molto in anticipo rispetto al primo ciak, ti devi preparare con trucco e costumi e poi moltissimi sono i tempi morti. Per girare un’ora magari rimani occupato una giornata intera! E così, nell’attesa che tutto sia pronto tra trucco, luci, scenografie, passi il tempo parlando o giocando con l’iphone. Invece, nel doppiaggio, rimani occupato magari solo 4 ore ma quelle ore sono occupate al 100% e dedicate con concentrazione al tuo personaggio.
In queste sedute di registrazione hai avuto modo di lavorare proprio fianco a fianco con Ben Kingsley in qualche sessione di doppiaggio? Se sì, ti sei fatto dare qualche consiglio da lui?
Sì, ci siamo incontrati, ho avuto la fortuna di avere una sessione con e doppiare insieme alcune sequenze in un piccolissimo studio di Oxford. È stata davvero un’esperienza unica: tra l’altro, per doppiare il suo personaggio, Ben ha usato una particolare tecnica recitando su una sedia reclinata, quasi da sdraiato: in questo modo, riusciva a pronunciare le sue battute proprio come se venissero dallo stomaco in perfetta sintonia con il suo personaggio, Arraffa che aveva una bella pancia e Ben ne voleva in qualche modo catturare e restituire il suono con la sua voce. Io e lui eravamo dunque in questa stanzetta piccolissima e purtroppo non è che abbiamo avuto così tanto tempo per parlare e per avere un suo consiglio. In ogni caso, mi è bastato guardarlo per imparare un sacco di cose: tutto questo mi ha fatto capire quanta sarà l’attenzione che dovrò mettere in futuro per lo studio di un personaggio.
Quali sono i tuoi film d’animazione preferiti?
Nei primi anni della mia vita ho guardato tantissimi cartoni animati, ma il primissimo film d’animazione che ricordo di aver amato è stato Bug Life della Pixar: i personaggi erano fanatici e, per allora, le tecniche d’animazione utilizzate era all’avanguardia. L’animazione, poi, mi piace un sacco anche in tv, adoro i Simpson per esempio, poi sono un grandissimo fan di SpongeBob di cui sono molto felice di sapere che c’è anche un film in arrivo. Ad oggi, però, il mio cartoon preferito su tutti è L’illusionista di Sylvain Chomet e poi anche del suo Appuntamento a Belville il cui concept artist Michel Breton ha anche lavorato per Boxtrolls contribuendo a creare un mondo dickensiano. Sono una grande fan del cinema d’animazione: anche Coraline della Laika mi era piaciuto molto e ai tempi non avevo capito assolutamente quanto difficile e quanto lavoro ci volesse per realizzare un film così. Adesso, dopo Boxtrolls, posso direi di essere un professionista dell’animazione.
E sul fronte live-action quali film ti piacciono? Qual è il tuo genere preferito?
Adoro le commedie e la comicità in generale: prima ho nominato i Simpson, e ora aggiungo i Monty Phyton che tra l’altro hanno influenzato molto anche Boxtrolls. Fantastico!
Sotto il video in cui Isaac Hempstead-Wright ci parla dei suoi film d’animazione preferiti:
Purtroppo a questo punto il tempo a disposizione per chiacchierare con Isaac Hempstead-Wright è finito, e allora lui ci saluta con un caloroso “Arrivederci!” detto in un italiano dalla pronuncia imperfetta che ce lo ha reso ancora più simpatico.
Boxtrolls – Le scatole magiche uscirà nei cinema italiani tra un mese, il 2 ottobre 2014. QQUI la nostra intervista ai due registi Graham Annable e Anthony Stacchi.