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Toronto, The Face of Angel: delude il film di Winterbottom sull’omicidio di Meredith Kercher

Pubblicato il 11 settembre 2014 di Valentina Torlaschi

Niente più Perugia, ma Siena. E i nomi non sono logicamente gli stessi. Nessuna Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede, ma i personaggi sono quelli, così come quelli sono i dettagli del tragico omicidio di Meredith Kercher del 2007. Il titolo è The Face of an Angel, così come il libro che la corrispondente del The Daily Best Barbara Latza Nadeau ha scritto sull’intera vicenda e a cui l’inglese Michael Winterbottom ha deciso di ispirarsi. Di di più c’è la storia di un regista, interpretato da Daniel Brühl, che decide di girare un film su quel caso di cronaca. È attraverso di lui che seguiamo nuovamente la vicenda, alcune delle fasi del processo e tutto il circo mediatico che lo circonda. Al thrilling riguardo il chi ha fatto cosa, come e perché, si aggiunge la malinconia del cineasta, neo divorziato che alterna chiamate su skype alla figlia con risollevanti strisce di cocaina. È maledettamente triste. Che brutto il mondo in cui viviamo, dove sta la verità e perché tutta questa gente cerca di fare soldi attraverso la visibilità di una storia così agghiacciante?

Se queste ultime frasi vi sono sembrate un po’ assurde è perché dello stesso livello è la sceneggiatura scritta da Paul Viragh che butta nel calderone tanti temi senza riuscire ad affrontarne neanche uno come si deve. Di certo non è aiutato in tal senso da Michael Winterbottom che, non pago dei suoi ultimi insuccessi (a lui solo nei scorsi sei anni dobbiamo film del “calibro” di Genova, The Killer Inside Me e Trishna), riesce a firmare l’ennesima pellicola confusionaria in cui tutto sembra falso e lontano, a partire da un personaggio – un losco affitta-case aspirante sceneggiatore interpretato da Valerio Mastandrea – che rende la vicenda a tratti demenziali. Non solo chi conosce già la storia dell’omicidio non ci troverà nessuna informazione o punto di vista interessante, ma chi non la conosce si troverà davanti ad una ricostruzione raffazzonata. Nelle dichiarazioni rilasciate a La Stampa per presentarla, Winterbottom ha affermato: «Volevo capire perché casi come questo catturano l’immaginazione del pubblico, ad un livello tale che lo spazio da riempire nei giornali ed in tv aumenta a dismisura e i reporter finiscono per concentrarsi su una serie di dettagli insignificanti, come l’acconciatura o i vestiti degli indiziati». L’obiettivo è più che mai mancato. Non solo non lo aiutano ma sulla stessa falsariga si muovono anche le interpretazioni del ricco cast: Daniel BrühlKate Beckinsale, Cara Delevingne e, purtroppo, anche il nostro Mastandrea.

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