Screenweek dal Giappone
La passione può molte cose, specialmnete quando deborda e confina con l’osessione ed è accompagnata da una certa disponibilità economica, poi quando le passioni sono due, il volo e Nausicaa della valle del vento di Miyazaki Hayao, si possono vedere cose quasi incredibili. Circa un anno fa un artista e, presupponiamo, ingeniere di Tokyo, Hachiya Kazuhiko, dopo un lavoro durato più di dieci anni è riuscito a complare il suo sogno, quello cioè di realizzare il Möwen, il veicolo simile ad un aliante usato dalla principessa Nausicaa nel capolavoro di Miyazaki.
Il veicolo come si diceva è stato completato circa un anno fa ma a fare notizia è stato un suo volo la scorsa domenica nel Takikawa Skypark dell’isola settentrionale dell’Hokkaido, qui per la prima volta il Möwen è riuscito ad alzarsi fino a raggiungere i 20 metri di altitudine, volare ed atterrare senza nessun aiuto.
Spostandoci da Nausicaa e Laputa il castello nel cielo, proprio negli scorsi giorni, Suzuki Toshio, il produttore di molti lungometraggi dello Studio Ghibli e co-fondatore dello stesso, durante una presentazione ha rivelato che il lungometraggio del 1986 fu fatto anche per pagare i debiti che il documentario di Takahata Isao, The Story of Yanagawa’s Canals, aveva protratto a causa dei tempi di lavorazioni lunghissimi. Insomma se Takahata avesse portato a termine il documentario, che fra l’altro è un aprezzabilissimo lavoro, nei tempi stabiliti, probabilmente non avremmo mai visto Laputa ed il suo castello volante che è di fatto il primo lavoro realizzato dallo Studio Ghibli. Come a dire insomma che i problemi economici non sono una novità per lo studio giapponese, sempre molto attento a seguire l’ispirazione e ad assecondare giustamente i tempi artistici dei suoi registi, ma dal punto di vista dei ricavi, specialmente quando devono essere usati per mantenere un gruppo di animatori a stipendio fisso, spesso in difficoltà.