Quando si parla di cinema e di minori spesso si fa riferimento, come linee guida nella visione del film, al sistema di classificazione americana ideato dalla Motion Pictures Association of America (MPAA), che suddivide i film nelle seguenti categorie:
G, general audiences: film per tutti.
PG, parents cautioned suggested: si consiglia la visione ai minori di 10 anni in compagnia di un adulto o di un genitore.
PG-13, parents strongly cautioned: Vietato ai minori di 13 anni, non accompagnati dai genitori.
R, restricted: Vietato ai minori di 17 anni, non accompagnati dai genitori.
NC-17: Non è consentito l’ingresso ai minori di 17 anni.
In Italia la situazione è molto più semplice (o più complessa, dipende dai punti di vista) poiché esistono solo 3 categorie: film per tutti, vietato ai minori di 14 anni e vietano ai minori di 18 anni. Resta però molto margine discrezionale ai genitori su cosa sia meglio far vedere o meno ai propri figli ed è quindi importante che siano dotati degli strumenti e delle informazioni necessarie a tale scopo (e ScreenKids nasce anche per questo). Ma proprio perché la legistlazione italiana è piuttosto vaga in materia molti preferiscono prendere per buone le linee guida americane.
Qualcosa è cambiato negli ultimi anni, però. Il video che vi mostriamo sotto (in lingua inglese), racconta l’evoluzione della classificazione PG-13 in tempi recenti: un’evoluzione che ha portato gli studios americani a realizzare film sempre meno “coraggiosi”, depurandoli si scene minimamente condannabili pur di rientrare nella categoria e accaparrarsi il maggior pubblico possibile (e soprattutto il pubblico dei teenager, grandi consumatori di cinema. Il risultato sono film più edulcorati rispetto al passato, che certo aveva maglie molto più larghe: basti pensare che film come Poltergeist e I predatori dell’arca perduta erano classificati come adatti a un pubblico giovane (e io stessa ricordo di averli visti da ragazzina) e contengono scene che oggi non passerebbero sicuramente ai vaglio della scure della MPAA. La domanda che vi poniamo è la seguente: è giusta, secondo voi questa evoluzione? I ragazzi vanno sempre e comunque “preservati” da scene troppo violente o forti? O si tratta di una scelta un po’ ipocrita e alcune scene sono accettabili se inserite in un contesto che le giustifica?
Che ne pensate? Diteci la vostra nel box dei commenti qui sotto