È successo un po’ quello che avevamo paventato circa due settimane fa, Godzilla pur continuando ad incassare assai e bene, nell’ultimo fine settimana al botteghino ha dovuto piegarsi al debutto di Rurouni Kenshi: Kyoto Inferno, la prima parte del secondo live-action adattato dal popolare manga creato da Watsuki Nobuhiro nel 1994. La seconda parte, Rurouni Kenshi: the Legend Ends uscirà, in una mossa tanto inedita quanto economicamente imperscrutabile, il 19 settembre, cioè fra poco più di un mese. Del resto i prodromi del successo c’erano tutti, il primo capitolo uscito nelle sale dell’arcipelago nel 2012 si era classificato fra i venti film più visti dell’annata con un incasso totale di circa 30 milioni di dollari, senza contare che il franchise può contare su una schiera di appassionati costruita negli anni, prima col manga e poi continuata e magnificata dalle serie animate, dalle light novel (romanzi per giovanissimi) e dai lungometraggi animati.
Il vero rischio che correva Godzilla al box office era quello di non durare troppo dopo il debutto col botto che tutti si aspettavano, questo anche per la presenza di altri lavori fortemente concorrenziali e che hanno un target simile di spettatori, specialmente durante l’estate, dove un ruolo forte viene giocato dagli studenti di tutte le età. Runouni Kenshin è certamente uno di questi, ma non dimentichiamoci che il prossimo weekend tocca a due nomi pesanti che si sfideranno, il primo lungometraggio di Doraemon realizzato in CG e Transformers 4: L’Era dell’Estinzione
Godzilla si classifica comunque al secondo posto ma con un incasso di 3 milioni di dollari, contro i più di 8 di Rurouni Kenshi e se guardiamo gli spettatori, quest’ultimo ne ha portati 645.000 mentre il film diretto da Edwards 228.000. In generale sembra che Godzilla sia stato recepito abbastanza bene da pubblico e critica nipponica, certo i supernostalgici dei costumi in gomma ci saranno sempre, ma non dimentichiamo che già la Millennium Series faceva ampio uso di computer graphic e che non ha certamente dato alla luce dei capolavori, anzi alcuni sinceramente sono film quasi imbarazzanti. Quindi non si tratta tanto della qualità ma, oltre alla già citata concorrenza serrata, forse al target relativamente limitato a cui il film si rivolge al giorno d’oggi, non succede più come negli anni sessanta e settanta quando i film di Godzilla erano lungometraggi dedicati principalmente alle famiglie ed ai bambini in particolare. Oggi un film come quello della Warner è, forse giustamente, visto più come un disaster movie/action movie americano tratto da un’idea giapponese. Chi è allora il giapponese che va a vedere Godzilla oggi? L’appassionato, il padre col figlio e forse qualche coppia della terza età richiamata dal titolo. Mancano all’appello le giovani, e meno giovani, ragazze che di solito formano una parte cospicua dell’audience soprattutto nel periodo estivo, del resto questa era una mancanza ampiamente prevista dalla stessa Toho che prima del debutto aveva adirittura organizzato degli eventi speciali per invogliare il popolo femminile al cinema.