Shelter, quarto episodio di Extant, infittisce il mistero attorno a cui ruota la serie co-prodotta da Steven Spielberg e interpretata da Halle Berry, ma lo show fatica a trovare una propria identità precisa…
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER
Mentre il suo capo Alan Sparks (Michael O’Neill) tentava di portarla in ospedale per rinchiuderla in quarantena, Molly Woods (Halle Berry) è riuscita a fuggire, e si è rifugiata con suo marito John (Goran Visnjic) e il figlio Ethan (Pierce Gagnon) sull’isola dove vive suo padre, con cui ha un rapporto contrastante a causa del suo passato da alcolista. Intanto, Sam (Camryn Manheim) viene minacciata da Alan: se non farà ciò che le chiedono, suo fratello verrà ucciso. La donna è quindi costretta a collaborare, mentre il milionario Hideki Yasumoto (Hiroyuki Sanada) vede fallire i suoi esperimenti con una misteriosa sostanza sintetizzata a partire da un meteorite, a cui si attribuirebbero proprietà curative.
Dopo aver trascorso la serata con il nonno (che, sottoposto all’influenza dell’alcol, lo ha costretto a partecipare a un gioco da bar per raggranellare qualche soldo), Ethan viene rapito e disattivato dagli uomini di Yasumoto. Molly lo ritrova nella foresta, inerte, ma i soldati prelevano anche lei e la trasportano a bordo di una nave, dove alcuni medici si apprestano a operarla: il loro obiettivo è chiaramente il bambino che porta in grembo.
Può suonare paradossale, ma la storia di Extant parrebbe più adatta a un film che a una serie tv. La dilatazione della trama, già nei primi quattro episodi, sfocia in una monotonia che appiattisce la vicenda e i suoi personaggi, e che riceve una piccola scossa soltanto in questa quarta puntata, Shelter: i protagonisti affrontano un pericolo concreto, e il finale prevede un minimo cliffhanger che, seppur lontanissimo dalla tensione di altri mistery televisivi, riesce quantomeno a suscitare alcune domande. L’introduzione del padre di Molly, d’altra parte, tenta di approfondire la caratterizzazione della protagonista nel modo più prevedibile, ovvero attribuendole un passato tormentato, ma si mantiene sempre sulla superficie del conflitto, senza mai superare il limite dei soliti cliché; in parallelo, anche le tematiche fantascientifiche acquisiscono nuovi dettagli, facendosi più sfumate e ambigue. Si scopre così che Yasumoto ha sintetizzato una strana sostanza a partire da un meteorite, la quale però emana esalazioni mortali che uccidono un povero scienziato quasi all’istante: per questa ragione, il milionario ha bisogno del bambino che sta crescendo nel ventre di Molly, anche se non è chiaro quale sia il suo scopo (né l’origine del bambino stesso).
La regia, dopo il valido contributo di Allen Coulter nel primo episodio, si è fatta più anonima, anche se resta al servizio della storia. Shelter cerca di valorizzare maggiormente la suspense e l’azione, ma l’interesse nei confronti dei personaggi scarseggia, ostacolando il coinvolgimento nei meccanismi della puntata; senza contare, inoltre, che l’obiettivo degli antagonisti è sin troppo oscuro, ed è quindi arduo individuare la natura della minaccia. In effetti, è difficile anche capire quale sia l’identità della serie, poiché Extant fatica a trovarne una: lo show mette in campo diversi topoi fantascientifici (alieni, intelligenze artificiali…) e preme sul lato intimista (la composizione della famiglia, i conflitti di Molly con il padre e con il suo stesso corpo), ma non si concentra con sufficiente attenzione su nessuna di queste “anime”, offrendo solo qualche saltuario indizio che non cattura mai realmente la curiosità dello spettatore.
La citazione: «Ma non credi a ciò che non puoi vedere, vero?»
Ho apprezzato: l’introduzione di maggiori dettagli fantascientifici; il discreto cliffhanger finale.
Non ho apprezzato: lo scarso approfondimento del personaggio di Molly; l’assenza di un’identità precisa.
Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Extant sul nostro Episode39 a questo LINK.