Su ABC ha debuttato Mystery Girls, la sit-com che riunisce Tori Spelling e Jennie Garth dopo i fasti di Beverly Hills 90210. Peccato però che la prima puntata, Death Becomes Her, non coincida affatto con l’episodio pilota…
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER
Holly (Tori Spelling) e Charlie (Jennie Garth) sono due ex attrici che ebbero grande successo negli anni Novanta con una serie tv intitolata Mystery Girls, e che ora sono tornate insieme per aprire un’agenzia investigativa.
Quando la falsa notizia della morte di Holly viene pubblicata da TMZ, Nick (Miguel Pinzon), loro assistente nonché grande fan, comincia a mettere in vendita on-line alcuni “cimeli” della donna, ottenendo subito ottime offerte, salvo poi scoprire che Holly è ancora viva. Poco importa: abbagliata dal potenziale guadagno, Holly decide di fingersi morta, nonostante le ovvie rimostranze di Charlie, che fra le due è la più equilibrata e responsabile. Improvvisamente, però, qualcuno mette in vendita un sex tape di Holly, e le due amiche si attivano per recuperarlo. L’idea è semplice: organizzeranno una cerimonia commemorativa, così Holly potrà spiare i presenti e riconoscere l’uomo con cui ha girato il filmino (dato che non si ricorda chi sia). Nel frattempo, Charlie lascia credere a suo marito che Holly sia morta per davvero, approfittando così delle sue premure.
Al funerale, scrutando i partecipanti, le donne scoprono che il possessore del video è Frank (Kurtis Bedford), un membro della troupe di Mystery Girls, e s’introducono in casa sua per rubarlo. Qui trovano un tizio (Dave Levine) intento a giocare ai videogiochi, ma Charlie riesce bloccarlo mentre Holly afferra la cassetta del filmino. Peccato però che, quando lo visionano nella sede della loro agenzia, scoprono che la “protagonista” del video non è Holly, bensì Charlie, che aveva rimosso quell’esperienza!
Dire che Mystery Girls sia metanarrativo è un eufemismo, anche se la sua natura autoreferenziale non si esprime certo in modo raffinato. Tori Spelling e Jennie Garth interpretano chiaramente un “doppio” di loro stesse, ex divette televisive degli anni Novanta che cercano il rilancio nell’epoca in cui, alla precedente nostalgia per gli anni Ottanta, si è ormai sostituito un revisionismo che tende a rivalutare il decennio dei teen drama e della generazione Y, puntando a stimolare le memorie mai sopite dei trentenni di oggi. Un’operazione già sperimentata con successo da James Van Der Beek, ma l’attore di Dawson’s Creek aveva alle spalle una serie bizzarra e divertente come Don’t Trust the Bitch, che gli permetteva inoltre d’interpretare se stesso con spirito autoironico; mentre il qui presente Mystery Girls, al contrario, non vanta la stessa brillantezza, e si affida a meccanismi vetusti che non sono necessariamente legati al DNA delle sit-com, ma sembrano più che altro il frutto di idee stanche e derivative. D’altra parte, la finta commemorazione funebre ricorda da vicino un episodio di Friends (in quel caso era Ross a fingere la sua morte), mentre l’equivoco tra Charlie e suo marito rievoca decenni di cliché televisivi, ormai sapientemente evitati dalle sit-com più originali. Insomma, si ride molto poco, e sempre a denti stretti: le gag sono estremamente prevedibili, stereotipate, e gli unici piccoli sussulti coincidono con le rare incursioni in tematiche “scabrose” – per un canale come la ABC – quali il sesso e la morte, dove si registrano soltanto alcune lievi sfumature di cinismo.
Le due attrici hanno i tempi comici giusti, e Jennie Garth dimostra di essere particolarmente in forma, ma la serie fallisce il suo debutto anche a causa delle strane scelte del network: Death Becomes Her non è l’episodio pilota, eppure è stato deciso di trasmetterlo al primo posto, proiettando gli spettatori in una situazione già consolidata e, quindi, un po’ disorientante. Il pilot aveva la funzione d’introdurre il pubblico nella vita di Holly e Charlie, raccontando modalità e ragioni del loro nuovo sodalizio come detective private, mentre qui assistiamo a un episodio “tipo”, senza presentazione dei personaggi. Intendiamoci, è tutto molto elementare e facilmente comprensibile, ma si sente la mancanza di un retroterra narrativo che giustifichi lo status quo delle protagoniste. Se poi aggiungiamo la scarsa qualità delle gag (e la frivolezza autocompiaciuta diffusa ovunque), il quadro complessivo di Mystery Girls si dimostra ben poco incoraggiante, nonché palesemente concepito soltanto per stuzzicare i fan più radicali delle due attrici; o, perlomeno, del loro passato in quel di Beverly Hills.
La citazione: «Vedi, ho disegnato una lacrima vicino alle frasi dove dovresti piangere!»
Ho apprezzato: l’alchimia tra le protagoniste.
Non ho apprezzato: le gag deboli; le situazioni stereotipate; la frivolezza autocompiaciuta.
Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Mystery Girls sul nostro Episode39 a questo LINK.