Japan Expo – Recensione del film K: Missing Kings

Japan Expo – Recensione del film K: Missing Kings

Di Marlen Vazzoler

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Al Japan Expo abbiamo assistito all’anteprima mondiale del lungometraggio animato K: Missing Kings prodotto dallo studio GoHands che continua a raccontare le vicende narrate nella serie animata K, conosciuta anche col nome K: Project. Nell’anime seguiamo la storia di Isana Yashiro, un giovane adolescente accusato di aver uscito un membro degli HOMRA, il clan guidato dal re rosso Mikoto Suoh. Shiro si trova presto perseguitato dai membri dell’HOMRA che hanno messo una taglia sulla sua testa, da quelli del Scepter 4, il clan dei blu guidato da Reisi Munakata, e da Kuroh Yatogami, ex vassallo del settimo re, il re senza colore Ichigen Miwa, che ha ricevuto l’incarico di trovare il successore di Miwa e di ucciderlo nel caso questi si dimostrasse una persona cattiva.

Dopo l’incidente nella scuola superiore di Ashinaka, dove si sono scontrati il re rosso Mikoto (morto), il re blu Munakata, il re senza colore (morto) e il re d’argento Yashiro (scomparso), il film apre con un attacco alla sede del clan d’oro guidato dal re Daikaku Kokujōji da parte del clan verde guidato da un nuovo personaggio Yukari, che scopriamo essere un allievo di Miwa ed ex compagno di Kuro, al servizio del misterioso re verde. L’obiettivo del clan verde è di trovare il re d’argento Shiro, per questo motivo rapiscono la piccola Anna per servirsi dei suoi poteri chiaroveggenti. Nel corso della storia scopriamo che l’HOMRA è stato dissolto e che Rikio Kamamoto ha ricevuto il compito di proteggere Anna, mentre Kusanagi si è recato in Germania per fare delle ricerche sul Dresden Slate mantenendosi in contatto con Seri del clan blu.

Munakata decide di osservare la situazione, Kuro e Neko trovano il covo dei verdi, dei ninja che usano il potere di attraversare i muri, ma il loro piano viene mandato all’aria da Yata che si lancia al salvataggio di Anna, rinchiusa in una gabbia d’orata. Anche Yukari corre al soccorso di Anna, inoltre dice alla piccola di non scappare via, di affrontare la realtà, chiamandola re rosso. In una sorta di sogno Anna incontra Tatara e Mikoto e finalmente accetta il suo nuovo ruolo come nuovo re del clan rosso. I membri del clan che stanno combattendo i verdi hanno un immediato power-up, mentre gli altri sentono il richiamo del loro nuovo re.

Nel frattempo Kuro viene sconfitto senza pietà da Yukari, mentre Neko viene sconfitta dal pappagallo dei verdi, che si scopre essere in realtà il loro re, Nagare Isui, che sferra un attacco potentissimo contro Anna, Izumo, Yata, Kuro e Neko, Anna non riesce a respingere l’attacco ma fortunatamente interviene Munakata e salva il gruppo…
Il finale del film spalanca letteramente le porte per un altro seguito, che potrà essere un altro film, o un’altra serie animata, o un altro manga, che vedrà il ritorno di un personaggio creduto perduto, che finalmente ha deciso di prendere in mano le proprie responsabilità.

È immediatamente evidente che questo film è destinato solamente a chi ha seguito la serie animata, non solo narrativamente parlando ma anche per via delle numerose scene che riprendono alcuni elementi della serie animata e li esaspera in alcuni casi: come lo scintillio degli occhiali di Munakata e Fushimi, Kuro che continua a ascoltare le frasi registrate di Miwa, la timidezza di Yata nei confronti delle donne così come i suoi battibecchi con Fushimi. Uno dei momenti più comici del film rimane lo scambio di battute tra Fushimi e Munakata sui ninja.

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L’animazione di K aveva già uno standard piuttosto alto, inoltre aveva già mostrato un interessante uso dei movimenti di macchina nelle scene d’azione e durante le evoluzioni con lo skateboard di Yata. Nel film il regista dell’anime, Suzuki Shingo, spinge ancora di più questi elementi nelle bellissime carrellate iniziali durante l’attacco aereo, e nelle scene con Kukuri, Kuro e Neko al bar, mostrando delle inconsuete inquadrature che mettono in evidenza il fisico di Kukuri, favorendo gli angoli dal basso verso l’alto.
Sono stati introdotti dei leggeri cambi di look di alcuni personaggi: Rikio è diventato magrissimo, Kuro porta invece capelli sciolti. L’animazione è molto fluida e in alcuni combattimenti viene usato un effetto appannato per dare ancora più risalto alla velocità dei movimenti. Gli elicotteri in computer grafica sono stati ulteriormente migliorati rispetto alla serie animata, ora sono meno sconnessi dal resto della scena, mentre la computer grafica usata nel film è stata perfettamente amalgamata all’animazione 2D.

I doppiatori hanno tutti fornito delle buone interpretazioni, questa volta Horie Yui ha la possibilità di parlare molto di più rispetto alla serie animata, nei panni di Anna. I fan saranno inoltre contenti di poter sentre ancora una volta la voce calda e profonda di Kenjiro Tsuda, ancora una volta nei panni di Mikoto. La theme song del film ‘Different Colors‘ è cantata dagli Angela, già autori della opening della serie animata. La canzone ha un buon ritmo ed è molto orecchiabile, inoltre hanno realizzato anche una cover di ‘Tsumetai heya, Hitori’, l’ending dell’anime.

Consigliato sicuramente a tutti i fan della serie animata.

QUI, trovate la nostra intervista agli Angela

Vi ricordo che tutte le interviste, recensioni e speciali sul Japan Expo li trovate nell’apposita sezione.

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