Nel corso dei 34 anni di onorata carriera da videogiocatore, dal 1980 ad oggi, oltre a tante fantastiche emozioni provate, il sottoscritto ha potuto leggere articoli e studi raccapriccianti sugli effetti negativi dei videogiochi sulle menti dei videogiochi più o meno giovani. Ma mai nessuno si era spinto così in là come il giornale scandalistico inglese Sun.
Al grido di “giocare con i videogames provoca dipendenza come l’eroina“, la testata nella versione web propone di leggere l’articolo completo a pagamento ma ci dà una succosa anteprima segnalandoci che sono oltre 5.000 i casi di persone che si rivolgono a cliniche di disintossicazione, ci sono tre casi di suicidi legati a Call of Duty e la produzione, in particolare giocando con i titoli più violenti, di dopamina si accresce notevolmente. La sostanza, quando in eccesso, provoca bulimia, ipersessualità e acquisti compulsivi.
Se ci possiamo permettere un consiglio, risparmiate denaro per acquistare la lettura dell’articolo completo, un’accozzaglia di luoghi comuni, studi creati ad arte per convalidare teorie allarmistiche, condito da una bella spruzzata di ipocrisia e bigottismo. Niente di nuovo sotto il sole, a parti i toni ancora più inquietanti usati dalla ahinoi ben nota testata.
Sia chiaro, non si vuole giustificare l’abuso dei videogiochi, ma qualsiasi eccesso è sbagliato. Anche guardare troppi film o perfino leggere libri, se portato all’eccesso ha varie controindicazioni. Ma purtroppo, in un mondo sempre più “videoludens”, rimane quel pregiudizio di fondo per cui all’angolo vengono ancora messi i videogiochi.
In estremo oriente è capitata, purtroppo, la morte di qualche ragazzo per sessioni eccessive di gioco continuato e subito polemiche a non finire sui videogames (in particolare quelli online). A giugno però, in Cina, c’è stata la morte di alcuni appassionati di calcio che per vedere in diretta le partite del mondiale hanno ecceduto in assenza di sonno e sono venuti a mancare. Ma nessuno si è sognato di dire che il calcio o la sua visione in TV uccide.
Nonostante nel settore dei videogiochi siano coinvolte grandissime multinazionali che quindi dovrebberp anche avere un certo potere di “lobbying“, i videogiochi alle cronache conquistano ancora spazio in nera o nei toni allarmistici di qualche ricerca da strapazzo. Probabilmente sarà causato da quella fetta di popolazione che ancora non comprende il fenomeno e non conoscendolo ne rimane spaventato. Ottimo fu da questo punto di vista, un’iniziativa di Nintendo Italia che organizzò veri e propri corsi dedicato alle mamme per la gestione del rapporto tra videogiochi e figli e comprendere al meglio questo medium. La speranza è che un corso simile possa essere frequentato prima o poi anche dai giornalisti del Sun…