Dopo 16 week end di fila in testa al botteghino giapponese, fin da quello del suo debutto del 15 marzo insomma, il momento è arrivato ed anche Frozen – il regno di ghiaccio ha ceduto, finalmente lo ci si lasci dire, il primato al box office. Dopo aver incassato quasi 242 milioni di dollari ed essere quindi il terzo film per incassi di tutti i tempi in Giappone, dietro solo a La città incantata e Titanic, e aver contribuito al successo internazionale del lungometraggio animato, nello scorso fine settimana due nuove uscite gli hanno rubato il trono al box office. Ma si tratta paradossalmente di una rottura in continuità perchè al primo posto troviamo Maleficient, film sempre targato Disney, che nei primi due giorni incassa quasi quanto fece Frozen al suo debutto, cioè circa 7 milioni di dollari, e in seconda posizione Edge of Tomorrow che ha potuto contare oltre alla spinta data dalla figura di Tom Cruise, attore molto amato in Giappone, al fatto che il film sia la trasposizione cinematografica dell’omonima light novel giapponese creata nel 2004 da Sakurazaka Hiroshi.
Per spiegare il successo inaspettato, per durata e proporzioni, di Frozen in Giappone si sono lette le opinioni più diverse, dall’ottimo timing dell’uscita, all’assenza di veri e propri antagonisti capaci di rubare l’interesse degli spettatori, fino alla musica che continua ad invadere lo spazio sonoro nipponico. Ma ciò che caratterizza maggiormente il lungometraggio e che forma l’appeal principale del film è forse il suo puntare su una eroina femminile che se ne infischia delle tradizioni e del costume (sarà blasfemo ma quasi alla Studio Ghibli) in un momento in cui benchè non sia espresso direttamente dall’opinione pubblica, è molto forte nel pubblico femminile un senso di insoddisfazione per il ruolo che la donna sembra aver preso nel Giappone contemporaneo, le promesse del primo ministro Abe di una parità di opportunità fra i sessi solo solo parole che non fanno altro che aumentare il senso di frustazione del popolo femminile giapponese, specialmente nell’ambito lavorativo che in Giappone molto spesso significa anche ambito sociale.