24: Live Another Day, la recensione dell’undicesimo episodio: 9:00 – 10:00 P.M.

24: Live Another Day, la recensione dell’undicesimo episodio: 9:00 – 10:00 P.M.

Di Lorenzo Pedrazzi

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Undicesimo episodio per 24: Live Another Day, che copre l’arco temporale fra le nove e le dieci della sera: Jack Bauer scopre chi si cela dietro al complotto, ma le mosse dell’avversario mettono in pericolo il mondo intero…

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER

Jack Bauer (Kiefer Sutherland) e Kate Morgan (Yvonne Strahovski) si liberano dei russi grazie all’intervento dei rinforzi, e seguono il segnale del dispositivo fino al covo di Open Cell, dove trovano i cadaveri degli hacker e di Adrian Cross (Michael Wincott). Grazie a una registrazione lasciata da Chloe (Mary Lynn Rajskub), Jack riconosce la voce di Cheng Zhi (Tzi Ma), e chiama il Presidente James Heller (William Devane) per avvertirlo. In un colloquio con il Presidente cinese, Heller cerca di guadagnare tempo, assicurandogli che l’attacco alla portaerei non è stato ordinato da nessun membro della catena di comando militare, ma – pochi minuti dopo – alcuni caccia cinesi prendono il volo con intenzioni ostili. Jack deve assolutamente trovare Cheng e il dispositivo per provare l’estraneità degli americani, ma nel frattempo scopre che Mark Boudreau (Tate Donovan) aveva fornito ai russi la frequenza per inseguirlo. Heller accusa Boudreau di alto tradimento, ma Jack ha bisogno di lui per introdursi nella casa del vice ministro degli esteri russo, Anatol Stolnavich (Stanley Townsend), che in realtà è un uomo dei servizi segreti, ed è coinvolto nel complotto: i servizi segreti russi – o, almeno, una loro branca “deviata” – vogliono infatti provocare una guerra tra Stati Uniti e Cina per rafforzare il loro paese, che trarrebbe vantaggio dall’indebolimento delle altre due potenze. Boudreau si presenta quindi alla porta di Stolnavich, fingendo di voler chiedere asilo politico, e spiana la strada all’irruzione di Jack e Kate: le guardie vengono uccise, ma Stolnavich muore in seguito a una colluttazione con Boudreau, e non rivela nulla circa la posizione di Cheng.
Intanto, lo stesso Cheng è diretto al porto insieme ai suoi uomini, e tiene Chloe in ostaggio. La donna riesce a fuggire lanciandosi fuori dal furgone, ma Cheng rinuncia a inseguirla perché rischierebbe di esporsi troppo. Dal canto suo, Audrey (Kim Raver) s’incontra con un suo contatto dell’ambasciata cinese, la figlia di un membro del Politburo: per guadagnare un po’ di tempo, le consegna alcuni documenti che provano l’esistenza del dispositivo, ma un cecchino di Cheng uccide sia il contatto sia le due guardie del corpo di Audrey, che quindi rimane sola, costretta a restare immobile su una panchina mentre il cecchino la tiene sotto tiro. Heller, nel frattempo, è forzato ad alzare il livello di allerta, e questa decisione potrebbe radicalizzare il conflitto…

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In attesa di assistere all’ellissi temporale che ci porterà dalle dieci di sera alle undici del mattino, il penultimo episodio di 24: Live Another Day prepara il terreno per l’imminente epilogo della miniserie, e si afferma come l’episodio in cui finalmente cadono le maschere dei personaggi: Jack scopre sia il ruolo di Cheng sia quello di Boudreau, e trova anche il tempo d’intrattenere una toccante conversazione telefonica con Audrey, dove l’impiego dello split screen valorizza sapientemente l’importanza dei silenzi rispetto alle parole, e delle reazioni somatiche dei due personaggi rispetto all’inflessione delle voci. Ovviamente il ritmo è sempre molto buono, e stavolta la lotta contro il tempo assume proporzioni globali: Jack e Kate devono “solo” impedire che scoppi la terza guerra mondiale. Ma la minaccia agisce su più livelli, non solo planetario, ma anche intimo, personale. Audrey, sconvolta al solo sentire il nome di Cheng, è tenuta sotto tiro da un suo cecchino, e non è chiaro se Cheng abbia deciso di risparmiarle la vita perché ha bisogno di lei, o perché vuole tenerla come ostaggio. Quest’ultima ipotesi sembra probabile, considerando che ha perso Chloe in maniera decisamente goffa, e francamente anche un po’ troppo inverosimile… ma, d’altra parte, 24: Live Another Day ci ha già abituato ad alcuni passaggi narrativi poco credibili, utili per far proseguire la storia o evitare la morte dei personaggi.

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Come al solito, lo show tende ad affrontare le insidie della fantapolitica con le dovute precauzioni: nel ritrarre russi e cinesi come il nemico da battere (una vera e propria summa degli spauracchi della guerra fredda), gli sceneggiatori si preoccupano di rimarcare che i due gruppi agiscono in piena autonomia, e non per conto dei rispettivi governi; quindi, Cheng è un dissidente che non sopporta la svolta capitalista del suo paese, mentre Stolnavich rappresenta una branca “deviata” dei servizi segreti, sfuggita al controllo di Mosca. In entrambi i casi, si tratta di un espediente che permetterà a Jack di chiudere i conti con il suo passato, e risolvere le questioni lasciate in sospeso: i russi, infatti, gli danno la caccia da quando si è ritirato in clandestinità, mentre Cheng è l’uomo che ha torturato sia lui sia Audrey, e il suo spettro li tormenta ormai da diversi anni. In tal senso, 24: Live Another Day nasce dal desiderio di offrire agli spettatori una chiusura più soddisfacente, forse catartica, che permetta a Jack di liberarsi dal peso del passato per guardare al futuro con serenità e leggerezza.

La citazione: «Jack, smettila. Non potrei mai odiarti.»

Ho apprezzato: il buon ritmo dell’episodio; il dialogo telefonico in split screen tra Jack e Audrey.

Non ho apprezzato: Chloe che fugge con inverosimile facilità.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di 24: Live Another Day sul nostro Episode39 a questo LINK.

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