Dodicesimo nonché ultimo episodio per 24: Live Another Day, che copre l’arco temporale fra le dieci di sera e le undici della mattina successiva: Jack Bauer giunge alla resa dei conti, ma siamo davvero arrivati alla fine?
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER
Jack Bauer (Kiefer Sutherland) e Kate Morgan (Yvonne Strahovski) scoprono che Audrey (Kim Raver) è tenuta in ostaggio da un cecchino di Cheng Zhi (Tzi Ma), il quale li chiama per avvertirli che, se vedrà qualcuno avvicinarsi alla nave sulla quale sta per partire, la farà uccidere. I due agenti sono quindi costretti ad agire da soli: Kate raduna una piccola squadra per salvare Audrey, mentre Jack chiama Belcheck per organizzare l’assalto alla nave. Sulla strada raccoglie Chloe (Mary Lynn Rajskub), che li guiderà in remoto attraverso la sorveglianza satellitare.
Intanto, Kate raggiunge Audrey e riesce a uccidere il cecchino. Purtroppo, però, la squadra viene sorpresa da altri scagnozzi di Cheng: nella sparatoria restano a terra due agenti e persino Audrey che, ferita gravemente, muore nel giro di pochi secondi. Kate, disperata, avverte Jack, che nel frattempo è penetrato all’interno della nave dopo aver eliminato le guardie. La notizia della morte di Audrey lo sconvolge, ma lo carica di una furia devastante: sbaraglia da solo le ultime guardie rimaste, raggiunge Cheng e, dopo un breve combattimento, lo cattura. Dalla base della C.I.A., il tecnico avvia il riconoscimento facciale e vocale di Cheng, che dimostra la sua identità. Il Presidente James Heller (William Devane) chiede quindi al suo omologo cinese di ritirare le navi e i sommergibili da Okinawa, dove gli americani si stavano preparando ad attaccare, e la guerra viene evitata. Quando però gli viene comunicata la notizia della morte di sua figlia, Heller ha un mancamento e crolla a terra.
Parallelamente, Jack uccide Cheng tagliandogli la testa, e vendicando così la morte di Audrey. Ma non è finita: Chloe, infatti, è stata rapita dai russi, e Jack dovrà presentarsi la mattina successiva per uno scambio. Mentre la bara di Audrey viene caricata sull’Air Force One, e Heller confessa il suo dolore non solo per la morte della figlia, ma anche perché presto la malattia gli farà dimenticare tutto, Jack si consegna ai russi e Chloe viene liberata. Mosca lo aspetta, e di certo non sarà piacevole.
Preceduto da un’ellissi temporale di dodici ore, l’epilogo di 24: Live Another Day sceglie un sentiero inatteso, contraddicendo le aspettative di chi pensava che questa miniserie servisse per chiudere definitivamente la parabola narrativa di Jack Bauer. Tutto l’opposto: il finale è apertissimo, e sembra spianare la strada a un’ulteriore miniserie (o a un film) che per il momento resta solo una vaga ipotesi nella mente degli autori, e la cui produzione non è ancora certa. Si tratta, in ogni caso, di un epilogo amarissimo e per nulla conciliante, in linea con la cupezza di una serie che non ha mai avuto remore a torturare i suoi personaggi. La morte della povera Audrey rappresenta sicuramente il culmine di un percorso tragico, ma svolge anche la funzione d’innesco per la furia di Jack, trasformando la sua missione in un problema personale, che lo tocca nell’intimo della sua interiorità emotiva; e Kiefer Sutherland è bravo a esprimerne la frustrazione, il dolore e la rabbia, quando Jack scopre l’accaduto e trascorre un attimo di smarrimento in cui non si capisce bene cosa voglia fare con la pistola. Lo scontro finale con Cheng, poi, si conclude esattamente com’era accaduto con Margot Al-Harazy: Jack lo giustizia dopo averlo neutralizzato, mantenendo la promessa fatta a Audrey poco prima. Per gli spettatori è un momento liberatorio, considerando tutta l’empatia che nel frattempo avevano accumulato nei confronti del protagonista.
A quel punto, un finale conciliante sarebbe stato possibile solo se Jack fosse riuscito a riabbracciare la sua famiglia, ma l’intervento dei russi lo costringe a consegnarsi per salvare Chloe, andando incontro a una sorte oscura. Ambiguo è anche il futuro di Kate, che non ha nemmeno il tempo di elaborare gli eventi appena trascorsi, e consegna pistola e distintivo prima di lasciare la base della CIA. Molte cose restano in sospeso, ed è difficile credere che non ci sarà un seguito. L’episodio, comunque, scivola via ottimamente: il ritmo è ben sostenuto, e la tensione regge fino alla fine, senza mai alcun istante di calo. Ma più che le scene d’azione, a farsi ricordare sono le fasi strettamente emotive: le lacrime di Jack, l’addio tra lui e Chloe, e soprattutto il toccante monologo di Heller quando la bara di Audrey viene caricata sull’Air Force One, la sua sofferta consapevolezza che presto dimenticherà tutto, persino sua figlia. Nessun personaggio ottiene un lieto fine. La battaglia è vinta, l’ordine mondiale è stato preservato, ma i singoli – che siano le vittime degli attentati o gli individui schierati in prima linea – ne pagano il prezzo. 24: Live Another Day, pur adottando talvolta soluzioni ideologicamente discutibili (vendetta privata, supremazia americana, giustificazione della tortura), non manca di sottolineare le conseguenze nefaste della violenza, e il vizioso circolo di morte che si lascia alle spalle.
La citazione: «Vogliamo solo lei, signor Bauer: è tutto ciò che abbiamo sempre desiderato. Vorrei dirle che Mosca le piacerà… ma sa bene che mentirei.»
Ho apprezzato: il buon ritmo dell’episodio; la tensione costante; la reazione addolorata di Jack; il monologo di Heller; l’epilogo poco conciliante.
Non ho apprezzato: il finale rischia di essere sin troppo aperto, considerando che un eventuale seguito non è ancora sicuro.
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