La Wild Bunch la compagnia che ha prodotto il film di Abel Ferrara, Welcome to New York presentato in anteprima in questi giorni al Festival di Cannes, nelle vesti del suo co-fondatore Vincent Maraval ha dichiarato di non essere preoccupata di essere citata in tribunale a causa dei chiari parallelismi tra il protagonista del film, Devereaux (Gérard Depardieu) e l’ex capo del fondo monetario internazionale Dominique Strauss-Kahn, accusato nel maggio del 2011 di aver assalito sessualmente l’impiegata di un albergo newyorkese. Maraval ha anche detto che se qualcuno vuole ‘Farci pubblicità, è il benvenuto’, il film è stato creato sotto la legge americana ed è stato ben vagliato dagli avvocati.
Ma sembra che il suo commento sia stato preso alla lettera visto che questa mattina sulla radio francese Europa 1, il legale di Strauss-Kahn, Jean Veil, ha dichiarato che il suo cliente ha dato istruzioni ai suoi avvocati di
“presentare una causa per diffamazione per le accuse di stupro e le insinuazioni che sono presenti in tutto il film”.
La causa dovrebbe essere compilata nei prossimi giorni, inoltre su raccomandazione dei suoi amici, Strauss-Kahn non ha visto e non vedrà il film per ‘proteggere se stesso’.
Inoltre l’uomo è d’accordo con l’ex moglie, la giornalista francese Anne Sinclair, che la scorsa domenica ha pubblicato un editoriale nella versione francese del Huffington Post in cui ha definito la pellicola antisemita. Nel pezzo viene espresso il suo disgusto per altri aspetti del film: la nudità di Depardieu, il dialogo scadente, come le donne vengono rappresentate e in particolare per lo scontro tra Devereaux e Simone, verso la fine della pellicola, quando le accuse contro il protagonista vengono ritirate e lui accusa la moglie di essere ossessionata dai soldi e dal potere.
“Le allusioni alla mia famiglia durante la guerra sono degradanti e diffamatorie. Dicono il contrario di quello che è successo. Non ho mai pensato che avrei dovuto difendere oggi la loro memoria di fronte a dei così chiari attacchi antisemiti”.
La Sinclair è la nipote di un noto mercante d’arte fuggito dai nazisti, Paul Rosenberg, spogliato della sua nazionalità francese dal governo di Vichy.
Oggi Ferrara ha risposto alle accuse antisemite al AFP:
“Spero di no. Sono stato cresciuto da una donna ebrea”, ha poi spiegato di non aver diffamato il padre della Sinclair. “Non era un collaboratore, è stato quasi ucciso dalla Gestapo. Era completamente l’opposto, è stato quasi ucciso come sei milioni di ebrei”.
Welcome to New York è in concorso al Festival di Cannes.
Fonti Deadline, the times of Israel