Chissà cosa provaronol 1994 quei primi spettatori che, durante il festival di Cannes del 1994, videro Pulp Fiction. Sicuramente ci fu chi lo detestò, ma è difficile non pensare che molti fin dall’inizio capirono che quel film avrebbe fatto storia. “Un pezzo di cultrura pop incredibilmente divertente, l’American Graffiti del cinema criminale” scrisse Variety. Non a caso la giuria presieduta all’epoca da Clint Eastwood, uno che l’anno prima aveva vinto tutti gli Oscar possibili con un film per certi versi classico come Gli Spietati, decise di dargli la Palma d’Oro. A distanza di vent’anni il capolavoro di Quentin Tarantino sbarca nuovamente sulla Croisette accompagnato dal regista e dalla sua storica musa, Uma Thurman e dal grande John Travolta. Oltre all’anniversario del film da presentare c’è uno dei film preferiti dal cineasta americano, ovvero Per un pugno di dollari la cui nuova versione restaurata è stata curata dalla Cineteca di Bologna che chiuderà il festival con una proiezione speciale. “Considero questo evento come il compleanno di un componente della famiglia. E’ sufficiente vedere quanto i più giovani si emozionino quando guardano un suo film o uno di Sergio Corbucci per capire come si possa parlare dell’anniversario di una rivoluzione, il loro era un cinema molto moderno”. Nonostante questo per la colonna sonora del suo prossimo film non ingaggerebbe Ennio Morricone: “Ma è perché non amo commissionare le musiche dei miei film, ma prenderle da cose già esistenti. In passato ho utilizzato pezzi di Morricone per cui ho pagato i diritti”.
Sull’anniversario del suo film invece Tarantino ha le idee chiare: “Vincere a Cannes è tuttora la maggiore soddisfazione in termini di premi, ha cambiato la mia vita professionale permettendomi di entrare nella storia del cinema”. Dei suoi vecchi film: “Nom cambierei nulla. Quando li rivedo, e li rivedo ogni volta che casualmente mi accade accedendendo la tv, mi vanno bene così come sono. Ultimamente ho rivisto Kill Bill 2 e anche se volevo inizialmente interrompere al Bang Bang! alla fine sono rimasto fino alla fine. Come possono alcuni registi non riguardarsi? Non si piacciono? Io faccio film che mi piace guardare e non ho rimpianti di montaggio”. Una versione allungata di Django Unchained però è possibile: “Ho 90 minuti in più, potrei aggiungerli e dividere la pellicola in quattro capitoli”. Sulla sceneggiatura “rubata” di The Hateful Eight l’idea è che difficilmente se ne farà ancora un film, però forse: “un romanzo o uno spettacolo teatrale”. Non sente troppa pressione ogni volta che sta lavorando a qualcosa di nuovo? “Se c’è, proviene da me stesso, ma mi piace che il pubblico si aspetti tanto da me. Io mi aspettavo tanto da DePalma, ogni suo nuovo film andavo a vederlo alla prima proiezione con tanto di conto alla rovescia, manca una settimana, due giorni, ecc. L’eccitazione tiene vivo il pubblico, è di questo che vive il cinema”.
No al digitale, almeno le proiezioni”, Sono la morte del cinema. Perché qualcuno dovrebbe salire in auto e vedere un film al cinema come lo potrebbe vedere a casa? Forse questa generazione non si accorgerà della differenza, ma dalla prossima mi auguro che si torni al passato così come accade ora con la musica del passato. Quantomeno però con il digitale il cinema è diventato democratico e un ragazzo che ci crede può riuscire a fare un film se ci crede davvero. Ai miei tempi era come scalare l’Everest”. Lui però quell’Everest lo ha scalato lo stesso.
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