Nella sua seconda e ultima parte, la versione televisiva di Rosemary’s Baby recupera un po’ di ritmo, ma conferma la debolezza delle scelte registiche e la fragilità complessiva dell’intera operazione.
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER
Rosemary (Zoe Saldana) si risveglia dopo la notte del concepimento senza ricordare nulla di quanto è accaduto. Suo marito Guy (Patrick J. Adams) le racconta però che hanno passato una notte di fuoco, come dimostrano i graffi sulla pelle di entrambi… anche se, stranamente, da quel momento in poi non la vuole più nemmeno toccare. Durante una visita nelle catacombe parigine, Rosemary ha un mancamento, e le successive analisi le rivelano che è rimasta incinta, notizia che la riempie di gioia. Gioia che, però, si trasforma presto in preoccupazione: la gravidanza è infatti estremamente dolorosa, anche se il suo medico curante, amico dei Castevet, le dice che non c’è nulla da temere, e incarica Margaux (Carole Bouquet) di prepararle ogni mattina un infuso di erbe che dovrebbe giovare al bambino. Rosemary continua però a stare male e a perdere peso, e la sua amica Julie (Christina Cole), vedendola in quello stato, la fa visitare da un ginecologo di sua conoscenza, che riscontra valori fuori dalla norma e consiglia ulteriori analisi. Guy è contrario, e anche la stessa Rosemary comincia a vacillare, ma le pressioni di Julie la convincono che sia giusto sottoporsi alle suddette analisi… purtroppo, però, Julie muore in uno strano incidente, e la questione si disperde nel nulla. Al funerale, Rosemary scopre che i dolori le sono passati, e comincia a vivere la gravidanza con più serenità.
Trascorsi tre mesi, la data del parto si avvicina. Guy è turbato e distante, ma Roman (Oscar Isaac) gli consiglia di riavvicinarsi a sua moglie, anche sul piano fisico. I due, una notte, fanno l’amore dopo molti mesi di “astinenza”. La tranquillità di Rosemary, però, s’interrompe bruscamente quando trova un libro sulla stregoneria con gli appunti di una precedente inquilina dell’appartamento, grazie al quale scopre che il misterioso Steve Marcato, il milionario responsabile della morte di varie ragazze, non è altri che l’anagramma di Roman Castevet: la donna comincia quindi a sospettare che gli inquilini del palazzo facciano parte di una loggia stregonesca, e che vogliano il sangue del suo bambino per garantirsi l’eterna giovinezza. Chiede aiuto al Commissario Fontaine (Olivier Rabourdin), che però resta ucciso nell’ennesimo incidente misterioso. Rosemary viene riportata a casa da Guy, cerca di fuggire ma perde conoscenza, e si risveglia tre giorni dopo. Guy le dice che hanno perso il bambino, e Rosemary, sconvolta, decide di tornare a New York; ma, poco prima di partire, sente il pianto di un neonato provenire dall’appartamento dei Castevet, e scopre la verità: il bambino è vivo, ed è il figlio di Satana. Ma, al contempo, è anche figlio di Rosemary, carne della sua carne, e l’istinto materno prevale…
Dopo una prima parte tediosa e soporifera, Rosemary’s Baby entra nel vivo della trama, concentrandosi finalmente sulla gravidanza di Rosemary e sulle sue spaventose conseguenze. Il ritmo ne guadagna, e lo stesso dicasi per la versatilità espressiva di Zoe Saldana, che può spaziare dagli eccessi drammatici alle sfumature malinconiche con discreta efficacia. Ciò che manca è però una solida visione d’insieme, un approccio registico che non si limiti alla fredda messa in scena della storia: Agnieszka Holland è chiaramente inadeguata per gestire i risvolti di carattere sovrannaturale, o per caricare la miniserie della giusta dose di angoscia, e questo si nota soprattutto nelle scene di stampo onirico e allucinatorio, quando la regista tende ad adottare effetti ottici ridicoli e vetusti (la deformazione del punto di vista del Commissario Fontaine, vittima di un sortilegio) o altre soluzioni che scivolano nel ridicolo involontario. La sequenza della morte di Fontaine, accompagnata dalla canzone Tu Es Foutu di In-Grid, è talmente straniante da sfociare nella parodia, seppur all’interno di una produzione che si prende molto sul serio.
Ma il peccato più grande si consuma alla fine, quando la lotta di Rosemary giunge all’epilogo che ben conosciamo. La scoperta della culla ornata di rosso, circondata dalla venerazione dei seguaci satanisti, esprime l’approccio didascalico di un adattamento che non vuole lasciare nulla all’immaginazione, e non può evitare di spiegarci e mostrarci tutto, compreso il bambino. Niente a che vedere, per intenderci, con la classe sopraffina di Polanski, che invece preferì lavorare sulla pura suggestione, trasmettendoci la natura “infernale” del neonato solo attraverso le reazioni di Rosemary («Cosa avete fatto ai suoi occhi?» urlava la madre terrorizzata). In questa nuova versione non si riscontra la stessa finezza registica e psicologica, ma solo il desiderio di soddisfare la morbosità del pubblico, evitando di stimolarne la fantasia o l’inquietudine: il bambino ci viene mostrato apertamente, ed è bellissimo. Scontata, poi, la censura operata sui dialoghi di Roman e degli altri seguaci: invece di inneggiare al demonio (come accadeva nell’ultima, delirante scena del film), i satanisti inneggiano alla stessa Rosemary, che accetta il suo ruolo di madre dell’Anticristo e passeggia lungo la Senna con un poco rassicurante abito nero.
La citazione: «Non sono mai stata incinta, ma non credo che dovresti somigliare a un’eroinomane.»
Ho apprezzato: la discreta interpretazione di Zoe Saldana.
Non ho apprezzato: la regia sterile; l’approccio didascalico; le soluzioni visive che scivolano nel ridicolo.
Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Rosemary’s Baby sul nostro Episode39 a questo LINK.