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Penny Dreadful, la recensione del terzo episodio: Resurrection

Pubblicato il 30 maggio 2014 di Lorenzo Pedrazzi

Resurrection, terzo episodio di Penny Dreadful, approfondisce la storia della prima creatura del Dr. Frankenstein, e adombra la presenza di un temibile antagonista…

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER

Victor Frankenstein (Harry Treadaway) è costretto a confrontarsi con la sua prima creatura (Rory Kinnear), che lo odia per averlo abbandonato e gli racconta la sua storia: dopo il risveglio nel laboratorio di Victor, fuggito perché terrorizzato dalla sua stessa creazione, la creatura ha imparato a leggere grazie ai libri di poesia romantica, e ha vagato per le strade di Londra fino all’incontro con un anziano attore, sensibile e generoso, che lo ha accolto fra le maestranze del teatro Grand Guignol e gli ha offerto un tetto sotto cui dormire. Ora, tornata da suo “padre”, la creatura vuole costringerlo a donargli una compagna, o distruggerà tutto ciò che lui ama. Nel frattempo Ethan Chandler (Josh Hatnett) porta la sua relazione con Brona Croft (Billie Piper) sul piano carnale, e scopre di provare dei sentimenti per lei. La ragazza è malata di tubercolosi, ma non ha denaro per le medicine, così Ethan offre i suoi servigi a Vanessa Ives (Eva Green) e Sir Malcolm (Timothy Dalton) per un nuovo incarico. Malcolm ha effettivamente bisogno di lui, poiché sua figlia Mina (Olivia Llewellyn) si è presentata a Vanessa sotto forma di visione, chiedendole aiuto. Gli indizi portano allo zoo di Londra, dove trovano Fenton (Olly Alexander), un giovane che agisce sotto l’influsso di un misterioso “padrone”… lo stesso che ha rapito Mina. Dall’interrogatorio di Fenton non ottengono nulla, ma gli avventurieri – con l’aggiunta di Victor, convocato da Malcolm per tentare di curare il ragazzo – decidono di unire le forze per fronteggiare questa presenza oscura che minaccia l’intera umanità…

Il lacerante desiderio di umanità della creatura di Frankenstein ci colpisce come un maglio già nei primi minuti di Resurrection, e la sua storia si declina in una narrazione circoscritta – quasi un episodio nell’episodio – che celebra la solidarietà fra reietti. La creatura, ribattezzata come il Calibano della Tempesta, viene accolta proprio nel luogo in cui le stranezze sono un valore, e il macabro si fa espressione di fascino perverso, oscuro e misterioso: il teatro, e in particolare gli spettacoli di grand guignol, dove si mette in scena – guarda caso – proprio uno dei penny dreadful più celebri in assoluto, Sweeney Todd (il cui film è stato sceneggiato dallo stesso John Logan). Rory Kinnear è bravo a manifestare la doppiezza del personaggio, diviso tra furia e grazia, livore e speranza, secondo una reinterpretazione che elegge la creatura a emblema del caos: «Io non sono una creazione dell’antico mondo idilliaco. Sono la modernità personificata» dice Calibano, e la modernità è un concentrato multiforme di confusione e rabbia, fumi e lordura, una dimensione ormai soggiogata alle leggi della tecnocrazia, dove non sembra esserci spazio per la dolcezza di Proteo – il secondo “figlio” di Victor – ma solo per la volontà di potenza del primogenito.

Parallelamente, scopriamo i legami con il Dracula di Bram Stoker, anche se Vlad Țepeș non viene mai nominato in modo esplicito. L’episodio non offre sviluppi narrativi determinanti, ma introduce il coinvolgimento sentimentale fra Ethan e Brona (o, perlomeno, del pistolero americano nei confronti della ragazza irlandese), e ufficializza l’alleanza tra i personaggi per fronteggiare le forze oscure che si parano sul loro cammino. Dracula, se venisse effettivamente citato come tale, parrebbe soltanto un emissario di Amon-Ra, la divinità egizia che vuole portare l’oscurità eterna – e il conseguente dominio delle creature della notte – sulla Terra, in uno scenario da fine del mondo che ha ben poco di originale di per sé, ma che in questo caso viene trattato con l’eleganza dei riferimenti letterari, giocando costantemente sull’inquietudine dei protagonisti e sulla loro ricerca di uno scopo.

La citazione: «La morte non ha alcunché di sereno.»

Ho apprezzato: la storia della creatura di Frankenstein; l’interpretazione di Rory Kinnear; i sentimenti di Ethan per Brona.

Non ho apprezzato: nulla di rilevante.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Penny Dreadful sul nostro Episode39 a questo LINK.