Mai un uomo è stato tanto amato e tanto odiato come George Lucas, un sentimento questo che viene espresso in tutte le sue sfumature nel documentario The People vs George Lucas. Autore di Guerre Stellari e Indiana Jones, due saghe cinematografiche che hanno lasciato il segno sia nella storia del cinema e sia nella vita di milioni di appassionati/futuri filmaker in tutto il mondo, da due anni Lucas si è semi-ritirato dalle scene.
Nato a Modesto in California, fin da giovane Lucas è sempre stato interessato alle costruzioni. Nell’adolescenza questo interesse è stato completamente dedicato alle automobili ma il suo modo di concepire la vita è completamente cambiato in seguito a un incidente d’auto a cui non sarebbe dovuto sopravvivere.
“Mi son detto ‘Sono qui, e ogni giorno è un giorno in più’. Così per la prima volta quell’estate mi sono seduto per meditare profondamente sul mio futuro e il mio scopo nella vita. Mi sono molto interessato all’antropologia, alle scienze sociali e alla psicologia”.
Probabilmente è in questo periodo che per la prima volta il filmaker entra in contatto con L’eroe dai mille volti di Joseph Campbell, un testo fondamentale per la realizzazione di Guerre Stellari.
“Sono stato in grado di migliorare la mia fotografia fino a quando non ho scoperto la pellicola”.
Questi temi, questo momento così significativo della sua vita, si possono intravedere nella figura di Luke, così come altre caratteristiche di Lucas da giovane.
Ma i film di Star Wars non sono solo un racconto parzialmente biografico del filmaker, sono una storia universale che gli spettatori non solo hanno cannibalizzato ma di cui si sono letteralmente appropriati, ricreandola e/o dando vita a storie completamente nuove ambientate in questo universo che differiscono non solo nell’uso delle tecniche ma anche nel genere. Questo rapporto con i fan è una caratteristica che contraddistingue la Lucasfilm: l’unica compagnia che non solo ha permesso la realizzazione di fan film ispirati a Guerre Stellari ma che ha anche incoraggiato i fan a creare delle pellicole più o meno amatoriali dando vita a dei concorsi e mettendo a disposizione una libreria per i suoni. Esempi emblematici sono quelli dei tre dodicenni che hanno ricreato scena per scena I predatori dell’arca perduta in Raiders of the Lost Ark: The Adaptation, un impegno che ha richiesto sette anni della loro vita, e le parodie dirette da Seth Macfarlane aventi i Griffin come protagonisti.
“Penso che alla fine non dobbiamo essere meschini, non eravamo così competitivi, sono uscito dalla scuola di cinema con molti amici, tutti ci aiutavamo a vicenda nelle nostre carriere e non siamo mai stati competitivi, siamo sempre stati competitivi in modo amichevole, come quando giochi a carte o a basket e dici ‘Ok se sei così intelligente, prova questo’. Era quel tipo di competizione e non il ‘devi essere distrutto o devi fallire così io posso vincere’, quel tipo di cose”.
A parte L’uomo che fuggì dal futuro e American Graffiti, di cui ha curato la regia e diverse pellicole in cui ha lavorato come produttore e/o sceneggiatore, la vita di Lucas è stata completamente risucchiata da Guerre Stellari. Questa franchise ha in fin dei conti tolto al filmaker la sua indipendenza, dopo Star Wars non ha più fatto nessun altro film, nemmeno quando è andato in semi-ritiro, nemmeno ora che ha venduto la Lucasfilm alla Disney. Due anni fa aveva annunciato l’intenzione di voler creare dei film indipendenti a basso budget, ma non ha ancora realizzato nulla, al momento sta solo collaborando come consulente ai nuovi film di Star Wars il cui primo capitolo sarà diretto da J.J.Abrams e arriverà nei cinema nel 2015.
Che dire, buon compleanno George Lucas, e speriamo di vedere ancora qualche tuo film in futuro.