Agents of S.H.I.E.L.D. – La recensione del season finale: Beginning of the End

Agents of S.H.I.E.L.D. – La recensione del season finale: Beginning of the End

Di Lorenzo Pedrazzi

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Beginning of the End è il coronamento di una stagione che ha chiuso in crescita, promuovendo Agents of S.H.I.E.L.D. come la miglior serie supereroistica attualmente in circolazione: lo show conclude le sue trame principali, ma ne apre di nuove…

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER.

Coulson (Clark Gregg), May (Ming-Na Wen), Triplett (B.J. Britt) e Skye (Chloe Bennett) affrontano i supersoldati dell’Hydra, e se ne sbarazzano facilmente grazie a May, che s’impossessa dell’asta dei Berserker e ne acquisisce temporaneamente i poteri. Nel frattempo John Garrett (Bill Paxton) è esaltato dagli effetti del farmaco GH-325 che, combinato al virus Extremis, gli ha infuso non solo una forza sovrumana, ma anche una capacità cerebrale estremamente amplificata, che gli permette di «vedere l’universo». Ward (Brett Dalton) è preoccupato che il farmaco possa averlo reso folle, mentre Raina (Ruth Negga) si fa consegnare il Gravitonium per proseguire i suoi esperimenti insieme a Ian Quinn (David Conrad). Quest’ultimo si trova presso la sede della Cybertek, dove accoglie alcuni alti ufficiali dell’esercito americano per una dimostrazione delle potenzialità del progetto Deathlok, ma viene raggiunto da Garrett, che uccide uno degli ufficiali e imprigiona gli altri. Coulson e la sua squadra attaccano la struttura e, mentre si avvicina la resa dei conti, Fitz (Iain De Caestecker) e Simmons (Elizabeth Hernstridge), sperduti nell’oceano, vengono salvati dall’intervento di Nick Fury (Samuel L. Jackson)

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Quando Agents of S.H.I.E.L.D. cominciò la sua corsa, con episodi altalenanti e una trama orizzontale un po’ confusionaria, forse nessuno sarebbe stato disposto a scommettere che il finale di stagione avrebbe risolto coerentemente tutte le sue linee narrative principali, riannodando i fili del racconto all’interno di uno schema più ampio, collegato all’universo cinematografico Marvel. Poi però le cose sono cambiate: a partire dal quattrodicesimo episodio, lo show ha aumentato progressivamente la sua qualità, giovandosi sia di puntate autoconclusive o parzialmente tali (quelle con Lorelei e Blackout) sia di episodi collegati al big bad della stagione e ai colpi di scena di Captain America: The Winter Soldier, che ha stravolto lo status quo della serie. Beginning of the End rappresenta quindi l’apice di questo percorso, poiché chiude le trame lasciate in sospeso e ne apre di nuove. Anzitutto, John Garrett viene definitivamente sconfitto… beh, “definitivamente” è una parola grossa, perché nell’universo Marvel chiunque può resuscitare in un modo o nell’altro, ma per il momento possiamo star certi che non lo rivedremo, e che la seconda stagione punterà su altri antagonisti. Bill Paxton ha tratteggiato bene questa nuova incarnazione del personaggio, infondendogli il giusto grado di follia e maniacalità, e nel finale – dopo che Deathlok, finalmente libero dal suo ricatto, gli ha sparato una cannonata nel petto – lo vediamo risvegliarsi per acquisire un’armatura da cyborg (chiara citazione dai fumetti), salvo poi esplodere immediatamente quando Coulson gli spara con l’arma recuperata in Perù nel secondo episodio. È senza dubbio la scena più divertente della puntata, poiché ironizza sulla resurrezione stereotipata del “cattivo” a fine stagione, giocando con le aspettative del pubblico. Deathlok, dal canto suo, è pronto per intraprendere un cammino di redenzione, abbracciando il suo ruolo di eroe: nella prossima stagione tornerà di sicuro, ma stavolta dalla parte giusta. Come hanno detto gli autori, questa stagione è stata anche la storia della sua genesi.

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Novità anche sul versante di Fitz e Simmons: dopo averle confessato il suo amore, Fitz si sacrifica per salvarla, ma entrambi vengono recuperati in mezzo all’oceano da un certo Nick Fury, che stavolta non si limita a un semplice cameo, ma svolge un ruolo determinante. Samuel L. Jackson e Clark Gregg si divertono a scambiare battute di spirito, soprattutto quando ascoltano i deliri verbali di Garrett (molto carina la “gag” del monologo), e Fury consegna a Coulson lo stesso fucile che abbiamo visto in The Avengers, basato sulla tecnologia del Distruttore… solo che stavolta risulta molto più efficace rispetto a quanto non lo sia stato contro Loki. Nel frattempo, May e Ward si scontrano con violenza in una lotta che lascia affiorare tutto il rancore di Melinda nei confronti del suo ex amante, e da cui la donna esce ovviamente vincitrice. Fra l’altro, a proposito di brutalità, questo episodio comprende la scena più cruda di tutta la stagione, alquanto insolita per un network come la ABC: prima dell’intervento di Coulson e Fury, Garrett attacca uno degli ufficiali americani, strappandogli una costola dal corpo per poi conficcargliela nel cranio (quest’ultima parte viene lasciata alla nostra fantasia). Difficile aspettarsi una sequenza del genere, in uno show come Agents of S.H.I.E.L.D..

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Insomma, un finale teso e soddisfacente, anche se si lascia sfuggire qualche opportunità in termini di azione “superomistica”: la sequenza iniziale, in cui la squadra affronta i supersoldati dell’Hydra, è infatti piuttosto breve, mentre Garrett e Deathlok non danno un grande sfoggio dei loro poteri nel corso dell’episodio. Al di là di questo, però, Beginning of the End ha il merito di spianare la strada per la seconda stagione, gettando le basi per le trame future: Fitz è in coma perché, durante la permanenza sott’acqua, il suo cervello non ha ricevuto abbastanza ossigeno, e le sue sorti rimangono incerte; Raina si reca da un misterioso individuo sanguinante che vediamo solo di spalle, e che scopriamo essere il padre di Skye (si tratta forse di un Inumano?); mentre Coulson viene incaricato da Fury di ricostruire lo S.H.I.E.L.D. come suo nuovo direttore, e viene accolto in una nuova base, il “Parco Giochi”, nientemeno che dall’agente Koenig… ma non Eric, morto per mano di Ward, bensì Billy, che parrebbe essere suo fratello gemello (oppure un Life Model Decoy, ma è improbabile, dato che Eric aveva già nominato l’esistenza di un fratello, dicendo che il suo unico svago fosse giocare on-line a Call of Duty con lui). In ogni caso, è un piacere ritrovre il buon Patton Oswalt, che non si meritava un’eliminazione così repentina. L’episodio si chiude poi con Coulson che disegna su un muro uno strano schema di linee e pallini, lo stesso tratteggiato da Garrett all’inizio dell’episodio, e il cui significato è tuttora oscuro. Entrambi sono stati curati con il GH-325, e di certo non è un caso… lo schema protrebbe riprodurre un qualche tipo di linguaggio alieno, magari collegato ai Kree. Ma lo scopriremo – forse – nella seconda stagione.

La citazione: «Non devi chiamarmi “signore”, Coulson. Guardami. Sembro un barbone che vive sotto i ponti.»

Ho apprezzato: la conclusione delle trame della prima stagione e l’apertura di nuove linee narrative; i deliri di John Garrett/Bill Paxton; la redenzione di Deathlok; l’apparizione del misterioso “uomo sanguinante”; la partecipazione di Nick Fury/Samuel L. Jackson.

Non ho apprezzato: il mancato sfruttamento di alcune possibilità spettacolari.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Agents of S.H.I.E.L.D. sul nostro Episode39 a questo LINK.

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