Terzo episodio per 24: Live Another Day, che copre l’arco temporale fra l’una e le due del pomeriggio: scopriamo nuovi dettagli sugli antagonisti, mentre Jack Bauer dimostra di essere pronto a tutto pur di compiere la sua missione…
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER
Il Presidente James Heller (William Devane), ignaro dell’attentato terroristico che potrebbe presto colpirlo, si prepara ad affrontare il parlamento inglese dopo la morte di alcuni militari britannici a causa di un drone americano, nonostante il parere contrario del Capo di gabinetto Mark Boudreau (Tate Donovan) e di sua figlia Audrey (Kim Raver). Intanto, Jack (Kiefer Sutherland) e Chloe (Mary Lynn Rajskub) sono sul punto di acciuffare Simone, la donna che ha ucciso Yates e gli ha rubato il dispositivo per dirottare i droni, ma la perdono di vista quando Chloe viene distratta da un uomo e da un bambino che le ricordano suo marito e suo figlio, uccisi in un incidente automobilistico causato da qualcuno che la voleva morta. Simone torna quindi da sua madre Margot (Michelle Fairley), moglie di un membro di Al-Qaeda che morì sotto le bombe di un drone, il cui attacco era stato ordinato proprio da Heller. Il fratello di Simone prende in custodia il dispositivo per renderlo subito utilizzabile, mentre il marito della donna, Naveed, è contrariato dal fatto che lei abbia dovuto concedersi a Yates nel corso della sua missione. Avendo smarrito la pista di Simone, Jack chiede aiuto a Adrian Cross (Michael Wincott) per trovare le prove che il drone americano sia stato dirottato, ma per il momento sono impossibili da individuare; decide quindi di farsi costruire una falsa identità per introdursi nell’ambasciata americana, dove il soldato su cui viene fatta ricadere la colpa dell’incidente, Tanner, è tenuto in custodia. Cross, però, gli assegna volutamente un’identità che lo farà arrestare al checkpoint, e Jack, avvertito da Chloe, è costretto a scatenare un putiferio tra i manifestanti per riuscire a entrare…
La terza ora di 24: Live Another Day è un episodio transitorio che non offre grandi momenti d’azione o svolte narrative fondamentali, ma conferma la buona salute di una serie che riesce a intrattenere con un ritmo incalzante anche quando si concentra sulle fasi di passaggio. Senza contare che, in questi momenti di transizione, abbiamo l’opportunità di approfondire il ruolo e le motivazioni degli antagonisti: Michelle Fairley interpreta un personaggio ambiguo e sottilmente tirannico, la cui personalità reca tratti alquanto morbosi e maniacali, com’è evidente nella scena in cui, attraverso una telecamera di sorveglianza, osserva sua figlia Simone e il marito Naveed che fanno l’amore nella loro camera da letto. È chiaramente una donna ossessionata dal controllo, disposta a tutto pur di compiere la sua missione terroristica, e la stessa Simone nutre per lei una sorta di timore reverenziale. Non sappiamo se alle sue spalle sia presente un ulteriore complotto, più vasto e profondo, ma il personaggio è già sufficiente per suscitare una traccia d’inquietudine.
Scopriamo inoltre un dettaglio drammatico relativo a Chloe, che ha perso suo marito e suo figlio in un incidente automobilistico ben poco “casuale”: in realtà, ipotizza la donna, è stato provocato da qualcuno che voleva ucciderla, e che credeva ci fosse proprio lei a bordo dell’auto. Questa rivelazione suggerisce il primo e finora unico momento di tenerezza di Jack, che percepisce il dolore della sua amica e l’abbraccia per consolarla. Ma lo spazio delle tenerezze finisce qui: ingannato da Adrian, che gli ha fornito un’identità non valida, Jack deve fare appello a un metodo molto brutale per penetrare nell’ambasciata, e spara di nascosto alle gambe di due manifestanti – l’ambasciata americana è infatti circondata da persone che protestano per l’incidente con il drone – per poi addossare la colpa agli agenti di guardia, avviando così una sommossa che gli permette di oltrepassare i cancelli, inseguito però dalla Kate Morgan di Yvonne Strahovski. Insomma, nulla può frapporsi tra Jack e il suo obiettivo, anche al costo di utilizzare sistemi violenti: il suo cinismo (quando serve) e la sua freddezza sono un valore aggiunto per la serie.
La citazione: «Abbiamo l’opportunità di cambiare la storia.»
Ho apprezzato: l’approfondimento degli antagonisti; l’ambiguità di Margot; il finale concitato.
Non ho apprezzato: nulla di rilevante.
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