Quarto episodio per 24: Live Another Day, che copre l’arco temporale fra le due e le tre del pomeriggio: la situazione di Jack Bauer si radicalizza ulteriormente, mentre Margot Al-Harazi dimostra la spietatezza dei suoi metodi…
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER
Jack (Kiefer Sutherland) si è introdotto nell’ambasciata americana, inseguito dagli agenti Kate Morgan (Yvonne Strahovski) ed Erik Ritter (Gbenga Akinnagbe), ed è riuscito a raggiungere il soldato su cui viene fatta ricadere la colpa dell’incidente con i droni, Tanner. Dopo avergli assicurato che crede alla sua versione, Jack s’impossessa della chiavetta con i piani di volo dei droni, ma non può fuggire perché le uscite sono state bloccate; decide quindi di entrare nella sala controllo dell’ambasciata, da cui potrà inviare i dati della chiavetta a Chloe (Mary Lynn Rajskub)… purtroppo, però, mentre irrompe nella sala, è costretto a prendere degli ostaggi. Barricato all’interno, circondato dai marines che lo vogliono morto, Jack ha poco tempo per inviare i dati, ma il programma di decriptazione richiede 20 o 30 minuti per completare il procedimento. Il Presidente James Heller (William Devane), terminato con successo il suo discorso al Parlamento inglese, viene informato della situazione dal Capo di gabinetto Mark Boudreau (Tate Donovan), provocando l’ostilità di Audrey (Kim Raver), che avrebbe voluto essere informata della presenza di Jack a Londra. Heller comunica via telefono con lui, e Jack gli rivela dell’attacco che Margot Al-Harazi (Michelle Fairley) si sta preparando a lanciare sulla capitale britannica. Purtroppo, però, Audrey è l’unica che gli crede veramente, mentre Heller, nel dubbio, ordina l’irruzione dei marines. Kate riesce però a entrare nella sala attraverso un condotto d’areazione, e propone a Jack un’alternativa: poiché gli crede, lo prenderà sotto la custodia della C.I.A., proteggendolo dai marines. Jack accetta, ma i marines non sembrano convinti.
Nel frattempo, Margot scopre da sua figlia Simone che Naveed non ha alcuna intenzione di pilotare i droni e sterminare vite innocenti, e vuole scappare con lei. Margot, per costringerlo, comincia a torturare Simone, e l’uomo si trova costretto ad accettare…
Il quarto episodio di 24: Live Another Day segna il vertice di una situazione molto paradossale per Jack Bauer: proprio lui, paladino nella lotta al terrorismo, risolutore delle crisi internazionali, si ritrova dal lato opposto della barricata, ed è costretto a prendere degli ostaggi – a cui ovviamente non farà alcun male – per proseguire la sua missione. L’unità di luogo non rallenta il ritmo, anzi, se possibile incrementa la tensione, anche perché questo particolare episodio – se è vero che ogni stagione dello show è una lotta contro il tempo – costituisce un’ulteriore gara tra Jack e il cronometro (quello della decriptazione dei file), che si conclude però con una terza via: Jack si consegna all’agente Morgan, che lo salva dall’irruzione dei marines e si dichiara disposta ad aiutarlo. Si può quindi supporre che, dalla prossima puntata, Jack non dovrà più agire in solitudine, ma potrà coinvolgere anche Kate e gli altri agenti della stazione londinese, sempre che la CIA decida di lasciargli libertà d’azione (Jack è pur sempre un ricercato di primo livello).
Prevedibile la spietatezza dell’odiosa Margot, a cui Michelle Fairley dona una maschera algida e durissima, molto adeguata per il personaggio: la donna, infatti, non si fa scrupoli a torturare la sua stessa figlia – le fa tagliare una falange – per convincere Naveed a pilotare i droni. Al contempo, c’è da dire che l’episodio è appesantito da alcuni dettagli poco plausibili, lasciando l’impressione che stavolta gli autori si siano presi un po’ troppa libertà. Il Presidente Heller che riesce a convincere l’ostile Parlamento inglese con la sua retorica, ad esempio, è francamente inverosimile, soprattutto considerando il clima rabbioso che aleggiava nell’aula fino a poco prima; e altrettanto forzato appare anche l’intervento di Kate, che “scavalca” i marines scivolando in un condotto d’areazione per raggiungere Jack nella sala controllo. Poco male, comunque: anche con questi abusi della sospensione d’incredulità, la puntata si rivela molto godibile, e alimenta la curiosità per la prosecuzione della trama.
La citazione: «Con tutto il rispetto, signor Presidente, è stato il suo Dipartimento di Stato a etichettarmi come terrorista e fare di me un uomo ricercato. Un uomo a cui non è stata mai nemmeno offerta la possibilità di spiegare la sua versione. Cosa che, fra parentesi, signore, mi sembrava di aver meritato.»
Ho apprezzato: il ritmo e la tensione del racconto; la situazione paradossale di Jack; l’alleanza con Kate.
Non ho apprezzato: la retorica con cui Heller convince il Parlamento inglese; Kate che s’infila nel condotto d’areazione per raggiungere Jack.
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