The Return of Godzilla (Il ritorno di Godzilla, 1984)
Passati trent’anni dalla morte di Godzilla per mano del distruttore d’ossigeno, nella stessa zona viene ritrovato un peschereccio con i corpi senza vita della ciurma, l’unico sopravvissuto è Okamura che riconosce il mostro che li ha assaliti come Godzilla. Il kaiju si risveglia e dopo essersi rigenerato per mezzo delle scorie atomiche succhiate da una centrale nucleare si dirige verso la capitale giapponese.
Il film si apre come un horror a basso budget stile anni ottanta con Godzilla, le cui fattezze sono rese più realistiche ed agressive, che ritorna ad essere il malvagio mostro degli inizi. Ma le colpe dell’umanità nel suo risveglio sono qui scomparse, il lungometraggio finisce per descrivere i russi come i malvagi, coloro che vogliono usare le testate nucleari contro il kaiju e gli americani come salvatori della patria, quindi un lavoro che è calato nel suo tempo, come un qualsiasi film o telefilm americano dello stesso periodo,
The Return of Godzilla vorrebbe riprendere la drammatricità del primo e dell’ultimo Godzilla della Showa Series ma non ci riesce a causa di una storia che lascia il tempo che trova, ma soprattutto a causa di una messa in scena che proprio negli effetti speciali manca di quella infinita fantasia che regnava in quasi tutti gli episodi precedenti, anche quelli meno riusciti. Una curiosità, per il mercato americano fu realizzato uno special cut denominato Godzilla 1985.
Godzilla vs Biollante (Godzilla contro Biollante, 1989)
La pellicola si apre da dove la precedente si era conclusa, dalle rovine lasciate da Godzilla nella capitale fra le quali viene trovato un pezzo di tessuto del lucertolone. Si scatena una guerra per appropriarsi del DNA di Godzilla, in questi scontri muore Erika, la figlia dello scienziato giapponese Shiragami che si convince che la ragazza si sia incarnata in una rosa. Passati conque anni il dottore e Miki, una ragazza dotata di poteri psichici, riescono a percepire che la rosa è davvero l’incarnazione di Erika e Shiragami decide allora di ibridare la rosa con le cellule di Godzilla creando Biollante. Nello stesso tempo una serie di scosse sul monte Mihara e dei sogni di alcuni bambini dello Psionic Center, indicano un probabile risveglio di Godzilla.
Si tratta del primo film in cui l’avversario di Godzilla non appartiene al regno animale ma a quello vegetale, Biollante, una rosa mutante dotata di poteri psichici. Tutto si può dire di questo lavoro ma non che non sia originale: bioingegneria, poteri psichici, telepatia, regno vegetale e animale che si mischiano. Curiosamente ed incredibilmente il soggetto, anche se fortemente rimaneggiato, è opera di un dentista e scrittore dilettante di fantascienza che vinse il concorso indetto dalla Toho per trovare un’idea originale con cui far rinascere la saga.
Gli effetti speciali sono finalmente all’altezza del tempo e soprattutto la tecnica filmica che li presenta è ottima, alla regia c’è Omori Kazuki, ritmo, movimenti di camera, montaggio e originalità delle riprese, rendono i combattimenti fra Biollante e Godzilla fra i migliori di tutte le serie. In questi frangenti il film diventa orrorifico, con getti di sangue e liquame verde, di sicuro l’episodio più violento di tutti i lungometraggi dedicati a Godzilla ma dove troviamo anche tocchi di inaspettata poesia come quando, nel finale, le spore luminose di Biollante discendono dal cielo ricoprendo il kaiju.