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GODZILLATHON: Parte 8– ‘ Terror of Mechagodzilla ‘

Pubblicato il 15 aprile 2014 di Redazione

Terror of Mechagodzilla (Distruggete Kong! La Terra è in pericolo!, 1975)

L’ispettore Kusaka va alla ricerca dei resti di Mechagodzilla in fondo al mare ma è improvvisamente attaccato da un enorme mostro, Titanosaurus. Indagando sull’accaduto si scopre che dietro e tutto ci sono ancora una volta gli alieni che con questo mostro e un nuovo Mechagodzilla vogliono distruggere la terra. Ad aiutarli questa volta c’è il professor Mafune la cui figlia è stata “resuscitata” come cyborg/androide dalla stessa razza extraterrestre. Sarà ancora una volta Godzilla a provare a sconfiggere il pericolo e salvare la razza umana.

A dirigere questo lungometraggio che chiude la Showa Series, anche se al momento della realizzazione non si sapeva che sarebbe stato l’ultimo episodio, viene chiamato lo stesso Honda Ishiro, colui che tutto aveva iniziato, una chiusura del cerchio casuale ma perfetta quindi.
Terror of Mechagodzilla è un film lento, serio, riflessivo e triste, per il genere a cui appartiene almeno, tutte qualità che lo hanno fatto diventare il film della serie che ha meno incassato ma allo stesso tempo un lungometraggio molto amato da alcuni appassionati proprio per le stesse ragioni e per essere inoltre l’addio di Honda al “suo” Godzilla. Dopo questo film infatti il regista giapponese proseguità la sua avventura nel cinema con la collaborazione con Kurosawa Akira, con cui aveva già lavorato nel 1949 in Stray Dog, con il grande cineasta Honda co-dirigerà Kagemusha (1980) e Sogni (1993) e collaborerà in Ran, Rapsodia in agosto e Madadayo.

La serietà della trama che è pervasa da un senso di morte continuo, si rispeccha anche nelle tonalità usate nella pellicola, i combattimenti si svolgono per lo più al crepuscolo e comunque molte scene sono immerse in una luce bluastra quando non grigia. Sono passati più di ventanni dal primo Godzilla e siamo a solo tre anni dal primo Star Wars, gli effetti speciali e la veridicità dei mostri e delle scene di distruzione è veramente salita vertiginosamente, c’è ancora quel senso di effetto speciale “da quattro soldi” ma è sporadico. L’atmosfera e gli eventi storici degli anni settanta si respirano non solamente nelle atmosfere cupe del film ma anche nel nichilismo del dottor Mafune che non nutrendo più nessun ottimismo verso l’umanità, vuole piuttosto annientarla, la metà del decennio infatti testimonia in Giappone così come in Europa, la fine delle speranze di rivoluzione ed il conseguente sfogo/ricorso alla violenza, anche quella senza scopo. È inoltre un tema sottotraccia e che richiama il tempo in cui fu girato, quello del cyborg, la figlia di Mafune, Katsura, muore e viene “resuscitata” dalla tecnologia degli alieni per poter controllare il Mechagodzilla. Questa tristezza di fondo ed il senso di disillusione verso l’umanità che pervade Terror of Mechagodzilla si riaggancia al tono dell’originale del 1954, ma mentre qui sembrava esserci ancora qualche spiraglio per l’uomo, in questo ultimo capitolo l’essere più saggio sembra essere proprio Godzilla.