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Fargo, la recensione del primo episodio: The Crocodile’s Dilemma

Pubblicato il 18 aprile 2014 di Lorenzo Pedrazzi

Fargo, miniserie di dieci episodi ispirata all’omonimo film dei fratelli Coen, ha debuttato questa settimana su FX con il primo episodio, The Crocodile’s Dilemma: il risultato è il miglior pilot dell’anno dopo quello di True Detective

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER.

Lester Nygaard (Martin Freeman) è un pavido assicuratore di Bemidji, nel Minnesota, dove vive con la petulante moglie Pearl (Kelly Holden Bashar), che lo rimprovera costantemente per la sua scarsa virilità e per i suoi altrettanto limitati guadagni, umiliandolo nel confronto con il fratello minore Chaz (Joshua Close), uomo di successo. Lester è inoltre vittima delle angherie di Sam Hess (Kevin O’Grady), titolare di una compagnia di trasporti, che lo tormentava già ai tempi del liceo, e ora coglie ogni occasione per intimorirlo e deriderlo. Insomma, il quadro non è certo idilliaco per il povero Lester… ma la sua vita cambia radicalmente quanto incontra il misterioso Lorne Malvo (Billy Bob Thornton): Lorne è un sicario capitato a Bermidji in seguito a un incidente automobilistico, e si offre di uccidere Sam Hess per conto di Lester. Poiché quest’ultimo non dà una risposta precisa, Lorne lo prende per un assenso, e Sam si ritrova con un coltello piantato in testa nel bel mezzo di un rapporto sessuale con una prostituta. Per Lester comincia così un vortice di assurdità e violenze da cui non può in alcun modo fuggire, mentre l’agente Molly Solverson (Allison Tolman) avvia le indagini sull’omicidio…

Questa è una storia vera. Gli eventi narrati si sono svolti in Minnesota nel 2006. Su richiesta dei superstiti, i nomi sono stati cambiati. Per rispettare le vittime, tutto il resto è stato fedelmente riportato.

Questa è la didascalia che introduce Fargo, dove il gioco tra realtà e finzione assume la stessa velatura ambigua che caratterizzava il film dei fratelli Coen. Se quest’ultimo era soltanto ispirato a diversi fatti di cronaca realmente accaduti, la miniserie ideata da Noah Hawley, analogamente, non è una trasposizione vera e propria del film, ma una storia inedita che dai fratelli Coen trae lo spirito, le atmosfere e le scelte ambientali, il tutto con la fondamentale benedizione dei due talentuosi registi, qui presenti in veste di produttori esecutivi. D’altra parte, il gusto per l’umorismo nero è tipicamente “coeniano”: The Crocodile’s Dilemma è una deliziosa dark comedy che si avvale di una sceneggiatura brillante, ricca di comicità surreale, sottile e tagliente come una lama di rasoio.

Lo splendido Martin Freeman ritrae un personaggio totalmente inadeguato di fronte alle ridicole manifestazioni di virilità dei suoi concittadini (a partire dal fratello minore Chaz, che manipola un prosciutto mostruoso e si gingilla con un enorme fucile mitragliatore), nonché ripetutamente vessato dalla moglie e dal bullo del liceo, in un clima di umiliazione costante dal quale c’è soltanto una via di fuga: il vortice anarchico di Lorne Malvo, interpretato da un mefistofelico Billy Bob Thornton, spazza via la gelida quotidianità di Bemidji, screziando il bianco della neve con il rosso vivo del sangue, e mutando radicalmente la vita di Lester. Straniato e implacabile come il suo collega Anton Chigurh, Lorne è un virus impazzito che distrugge il sistema immunitario della cittadina: prende alla lettera tutto ciò che gli viene detto, smonta sarcasticamente i luoghi comuni della comunicazione verbale, e porta in superficie le frustrazioni represse di Lester, destinate a esplodere in modo alquanto drastico quando il timido assicuratore ucciderà la moglie a martellate. E proprio qui affiora la strisciante crudeltà di Fargo, che ci ha indotti a simpatizzare per il povero Lester fino a costringerci a sostenerlo e – ricordiamoci che siamo in un contesto finzionale e parossistico – “giustificarlo” persino nel brutale omicidio della moglie, sul cui cadavere l’uomo si accanisce senza controllo. Come spettatori, cadiamo quindi in un’efficace trappola empatica da Delitto e castigo, dove il delitto è multiplo (anche lo sventurato Vern Thurman, capo della polizia, muore per mano di Lorne) e il castigo, se mai arriverà, è nelle mani dell’intuitiva poliziotta Molly Solverson, che indagherà sulle macchinazioni dei due “complici” proprio come faceva Frances McDormand nel film dei Coen.

Davvero un ottimo primo episodio, valorizzato da un cast per nulla banale (rispetto agli standard televisivi) e da una scrittura intelligente: imperdibile.

La citazione: «Il fatto è che per tutta la vita hai pensato che ci fossero delle regole da seguire. Non ce ne sono. Un tempo eravamo gorilla. Una cosa era nostra solo se la prendevamo e la difendevamo.»

Ho apprezzato: l’umorismo nero e surreale; la trappola empatica; le interpretazioni di Martin Freeman e Billy Bob Thornton; la caratterizzazione di Lorne Malvo.

Non ho apprezzato: nulla.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Fargo sul nostro Episode39 a questo LINK.